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Alla scoperta del Sudafrica per i mondiali di calcio (parte 2^)

I 40 milioni di accesissimi tifosi sudafricani (su 50 milioni di abitanti) non sognano che la finale per i Bafana Bafana, la nazionale del Sudafrica, ma già essere riusciti a portare qui il Mondiale di calcio è stata un'impresa.
E dietro non poteva che esserci - come nel '95 per il Rugby (leggi qui), NELSON MANDELA.

Fu lui, insieme all'arcivescovo compagno di mille battaglie (e compagno di Premio Nobel) Desmond Tutu, a volere fortissimamente nel 2006 l'organizzazione del torneo. Sempre Madiba, come lo chiamano affattuosamente i sudafricani, a reggere i fili della storia di questo Paese: prima con la lotta all'Apartheid, poi con quella più delicata (e senza spargimenti di sangue,..) per evitare che venissero "regolati" i conti tra bianchi e neri. Adesso la battaglia da combattere è l'integrazione reale di una nazione dove sono ben 11 le lingue ufficiali e 16 i gruppi indigeni, di origine europea o africana.
Sebbene il Sudafrica abbia ancora grossi problemi da risolvere, dei passi sono già stati compiuti: la violenza c'è ancora (purtroppo molti dicono che sia endemica..) ma non è più tra bianchi e neri bensì tra ricchi e poveri... Il 90% della ricchezza in terre, finanza e aziende e il 100% delle miniere è in mano al 9% di popolazione bianca (afrikaaner e british).
Nella nazione del Vecchio Continente più ricca e moderna non mancano certo le materie prime, le capacità imprenditoriali e la tecnologia. Nelle grandi città ci sono banda larga e WI-Fi per tutti e grazie ai numerosissimi collegamenti aerei si arriva in ogni angolo del Paese. I sistema amministrativo, sanitario e scolastico sono eccellenti (eredità positiva, stavolta, del colonialismo britannico) e le tante bellezze naturali assicurano al Paese un fiorente turismo anche a buon mercato.
Il futuro insomma sembra roseo, anzi a colori, come quelli dell'arcobaleno simbolo del Sudafrica di Nelson Mandela.

Leggi anche la 1^ parte sul Sudafrica.

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