La Katabba (o Campaniata) torna
il 18-19, 25-26 gennaio e il 12 febbraio 2014.
Katabba è un antico termine, forse di derivazione greca, forse araba, che torna ogni anno di gran moda nelle giornate di rievocazione dell'arrivo di Ruggero Cantavilla in Sicilia. Non è chiaro se significhi "discesa" oppure "adunata", quel che è certo è che la "Campanata e Tammurinata di Sant'Agata" è un evento folkloristico tra i più sentiti del messinese.
La storia narra del principe figlio di Tancredi d'Altavilla, divenuto poi Ruggero I di Sicilia, conquistatore e gran conte, che nel 1063, dopo la battaglia di Cerami dove vennero sconfitti i dominatori saraceni, passò con l'esercito normanno da Monforte San Giorgio accolto da una folla festante ed inneggiante il liberatore.
Lo scampanio ed il rullo dei tamburi (la Katabba) richiamano quindi quel giorno di festa ed esultanza e i deputati a suonare la campanata e la tammurinata nella torre della chiesa di Sant'Agata si tramandano quest'arte di padre in figlio, generazione dopo generazione.
La tradizione vuole che per 20 giorni, dal 17 gennaio, in cui si festeggia Sant'Antonio Abate, al 5 febbraio, festa di Sant'Agata patrona di Catania, ogni giono alle 6 del mattino e alle 7 di sera i suoni della Katabba riecheggino in tutta la Valle di Monforte con ben 25 ritmi diversi, ognuno dei quali associato a un significato: dal trotto del cavallo del messaggero al galoppo dei cavalli dei normanni, dalla fuga degli invasori arabi alle grida di gioia del popolo.
La storia narra del principe figlio di Tancredi d'Altavilla, divenuto poi Ruggero I di Sicilia, conquistatore e gran conte, che nel 1063, dopo la battaglia di Cerami dove vennero sconfitti i dominatori saraceni, passò con l'esercito normanno da Monforte San Giorgio accolto da una folla festante ed inneggiante il liberatore.
Lo scampanio ed il rullo dei tamburi (la Katabba) richiamano quindi quel giorno di festa ed esultanza e i deputati a suonare la campanata e la tammurinata nella torre della chiesa di Sant'Agata si tramandano quest'arte di padre in figlio, generazione dopo generazione.
La tradizione vuole che per 20 giorni, dal 17 gennaio, in cui si festeggia Sant'Antonio Abate, al 5 febbraio, festa di Sant'Agata patrona di Catania, ogni giono alle 6 del mattino e alle 7 di sera i suoni della Katabba riecheggino in tutta la Valle di Monforte con ben 25 ritmi diversi, ognuno dei quali associato a un significato: dal trotto del cavallo del messaggero al galoppo dei cavalli dei normanni, dalla fuga degli invasori arabi alle grida di gioia del popolo.
Ogni fine settimana fino al 5 febbraio il paese siciliano si veste di abiti medievali e allestisce mercatini d'artigianato ed enogastronomici, animazioni e spettacoli che vedono protagonisti musici, giocolieri, sbandieratori, artisti di strada e sbandieratori.
L'ultimo giorno un corteo storico in costumi d'epoca attraversa le vie principali di Monforte fino in piazza IV novembre dove avviene la cerimonia della consegna al Gran Conte delle armi, delle chiavi e dei doni e viene acceso il fuoco della Cristianità .
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