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Albania: viaggio in bicicletta nella terra delle aquile

L'Albania è un Paese quasi sconosciuto, eppure ci separano solo poche decine di miglia di mare... Alessandro di www.amicoinviaggio.it ci parla del suo ultimo viaggio con l'inseparabile bicicletta e dei suoi tanti incontri ricchi di umanità e di storie che fanno riflettere.
bicicletta Albania
Ok, non sarà una meta molto turistica, e allora non è proprio per questo che vale la pena di visitarla?
L’Albania, specie in inverno, è la meta ideale dei viaggiatori più meditativi, a caccia non solo di “cose da fare” ma di ritmi di vita differenti semplicemente da osservare.
Per il viaggio di Capodanno nella “Terra Delle Aquile”, o Shqiperia come si dice in albanese, ho scelto ancora una volta la bicicletta.

E viaggiare in Albania con la bicicletta è una vera sfida alle mille Mercedes che sfrecciano tracotanti su ogni strada. Dopo una fuga rapida dalla città di Durazzo, è andando verso l’interno che invece si entra in contatto con la realtà locale, fatta di mulattiere e case diroccate (ma quelle ci sono un po’ ovunque), bambini prestati a mansioni da grandi che armeggiano carriole e attrezzi da lavoro. Ai bordi delle strade scorrazzano i pavoni di alcuni piccoli allevamenti. Il pavone nero è in Albania una delle prelibatezze del cenone di Capodanno.


La prima meta è Gramsh, piccolo villaggio dell’Albania centrale di cui è originaria ed ha preso il nome la famiglia Gramsci, tra cui Antonio, scrittore e filosofo tra i fondatori del Partito Comunista Italiano. A Gramsh operano un istituto di suore italiane ed un paio di associazioni internazionali di volontariato. E’ proprio un ragazzo tedesco che fa il missionario qui con la famiglia che si offre di ospitarmi risparmiandomi la ricerca di un posto per dormire. Mi racconta un po’ della difficile situazione economica del popolo albanese, del viziaccio delle sigarette e delle belle macchine, e visto il periodo, dei botti di capodanno. “Starò in casa e chiuderò bene le finestre”. Con queste parole risponde quando chiedo cosa farà la sera del 31.


Pedalando con attenzione sulle strade ghiacciate arrivo a Maliq, un paesino di montagna dove mi fermo in una locanda consigliata da Algent, un ciclista albanese conosciuto in Italia sul sito Warmshowers, una specie di Couchsurfing dedicato a chi viaggia in bicicletta. La sera ho il piacere di cenare con il proprietario e gustare con lui qualche delizia locale. Dopo un poco tipico ma sempre ben accetto piatto di carne di ciclistiche dimensioni, concludo con il Baklava, un dolce tradizionale a base di miele, frutta secca e pistacchi, preparato in casa dalla moglie. Da queste parti è molto gradito anche il raki, un alcolico a base di anice molto diffuso in Turchia. C’è parecchio di turco in Albania, dal raki appunto, al çay, alla stessa passione di berlo in compagnia nei bar, ma qui invece che con il backgammon, si sorseggia durante una partita a carte.

lago Ohrid

Proseguo lungo il lago di Ohrid, uno dei più antichi della Terra e le cui acque segnano parte del confine con la Macedonia. Decine di bambini agitano i pesci delle loro bancarelle fino a sfiorare le auto che passano. La trota e il carpione del lago sono specie endemiche, cioè uniche di quest’area.
Come in altri Paesi dei Balcani visitati, le capitali e le grandi città non suscitano proprio le stesse sensazioni…la povertà è più lontana, forse nascosta, per conservare una buona immagine di facciata. In questo Tirana non fa eccezione, la centrale Piazza Skanderbeg è elegante ma soprattutto così gigantesca che non si riesce mai a fotografarla tutta!

moschea Tirana

Attorno alla piazza sono raccolti i principali edifici della città: la Torre dell’Orologio, il Palazzo dell’Opera, la Moschea Et’Hem e l’Università, frequentata tra gli altri anche da molti italiani. Si, infatti sappiate che per accedere alla Facoltà di medicina dell’Università di Tirana non è necessario il famoso test d’ingresso previsto invece in Italia
Il primo dell’anno giro per la capitale albanese cercando tracce di biciclette, e nonostante il freddo molti le usano, qualcuno per la ciclabile, pochi invece con il servizio di bike sharing che non manca nemmeno qui.

bike-sharing Tirana

Quel che resta è l’ultima tappa fino al porto di Durazzo, 50 chilometri di monotonia e strade trafficate, passo lento e disordinato di chi è quasi arrivato, quasi goffo.
Come immaginavo è stata una bella avventura questa in Albania, la Terra delle aquile, che poi le aquile sono l’unica cosa che non ho visto.

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2 commenti

Unknown ha detto...

Ciao!! Ti scrivo per segnalarti che sul mio blog c'è una piccola sorpresa per te: ho deciso di conferirti il Versatile Blogger Award!! E' una piccola cosa, ma credo che tu te lo meriti!! Puoi vederlo qui: http://www.thetraveleater.com/2012/01/i-can-get-satisfaction-2-awards-and-2.html Spero che ti faccia piacere!!

Girovagate ha detto...

Ciao Costanza, grazie mille!
Onoratissimo :-)
Vado subito a vedere di cosa si tratta!!! Thks