Dopo aver visitato la Moschea Blu scopriamo l'altro grande colosso di piazza Sultanhamet, esattamente collocato all'estremità opposta: la chiesa di Santa Sofia.
La basilica della Santa Sapienza, Haghia Sophia, in italiano Santa Sofia, è la bellezza architettonica che più mi ha impressionato di Istanbul. Più della Moschea Blu, più di Topkapi, della Moschea Nuova e della chiesa di San Salvatore in Chora.
All'interno mette quasi in soggezione quando percorri la grande navata e ti soffermi sotto la cupola (alta quasi 56 metri!) ad ammirare le decorazioni delle volte. Da fuori invece ti colpisce per la sua maestosità e per l'aspetto piuttosto particolare, tanto che una domanda sorge quasi spontanea: Haghia Sophia è una chiesa o una moschea?
I minareti e la fonte per le abluzioni in stile rococò che incontriamo passando davanti all'uscita non lascerebbero dubbi ma la guida recita "basilica di Santa Sofia" e leggendo la sua storia si scopre che fino alla conquista di Costantinopoli nel 1453 da parte di Maometto II l'edificio era stato una chiesa cristiana.
Fu lo stesso imperatore Giustiniano ad inaugurare nel 537 la basilica, costruita su una chiesa del IV secolo della quale non rimane quasi più traccia (un fregio bizantino del 415 lo si trova tra i reperti riportati alla luce negli scavi antistanti l'ingresso) e su una del V secolo di cui resta la struttura interna a colonne.
Dei quasi 1000 anni in cui Haghia Sophia ha rappresentato il simbolo della cristianità oltre che la potenza di Bisanzio sono rimasti la struttura originaria a navate ed alcuni splendidi mosaici bizantini su pannelli di marmo risparmiati dalla trasformazione in moschea avvenuta nel periodo ottomano:
Dei quasi 1000 anni in cui Haghia Sophia ha rappresentato il simbolo della cristianità oltre che la potenza di Bisanzio sono rimasti la struttura originaria a navate ed alcuni splendidi mosaici bizantini su pannelli di marmo risparmiati dalla trasformazione in moschea avvenuta nel periodo ottomano:
- al piano terra, proprio sotto la Porta Imperiale (l'ingresso), Cristo sul trono con a fianco l'imperatore in ginocchio, e all'uscita, nel Vestibolo dei Guerrieri, la Madonna con gli imperatori Costantino e Giustiniano;
- sulla volta dell'abside la Vergine con Gesù bambino in grembo ed alcuni frammenti di mosaici che raffigurano l'arcangelo Gabriele, alcuni santi e serafini;
- al piano superiore, a cui si accede tramite un'ampia rampa in pietra, il Cristo Pantocrator (ossia "l'Onnipotente") insieme alla Vergine Maria e Giovanni Battista (nel Mosaico della Deisis), l'imperatore Alessandro con in mano un teschio e la Vergine con Gesù bambino insieme all'imperatore e l'imperatrice
Chiaramente islamici sono gli 8
medaglioni in legno che riportano delle scritte in lingua araba (il
nome di Allah, di Maometto, dei primi 4 califfi e di due nipoti del
profeta), il mihrab (che indica la Mecca) ed il minbar (il pulpito),
oltre che i lampadari.
Infine, assolutamente da non perdere è la
vista dalle gallerie nord, ovest e sud a cui si accede percorrendo la
rampa (di cui ho già fatto cenno) che si trova sulla sinistra,
appena passato l'ingresso ma prima di entrare nella navata (nello
spazio che si chiama Nartece).
Ti potrebbero anche interessare:
Nessun commento
Posta un commento