Al Palazzo Blu di Pisa prima dello scorso sabato c'ero stato solo una volta, il 7 ottobre dello scorso anno in occasione dell'anteprima della mostra dedicata a Wassily Kandinsky "dalla Russia all’Europa”, evento inserito nel blog tour dell'Internet Festival.
Quel giorno la maggior parte delle opere erano ancora avvolte dagli imballaggi ma grazie alla guida speciale del direttore del museo fu possibile vederne alcune ed apprendere dalle sue parole il filo logico conduttore di questa particolare mostra che raccoglie dipinti, sculture in legno e documenti del pittore russo e di altri suoi colleghi connazionali e contemporanei.
Un'esperienza particolarissima - quando mai succede di poter osservare il "dietro le quinte" di un'esposizione così importante nelle sue fasi di allestimento? - e allo stesso tempo un guanto di sfida lanciato alla mia curiosità . Dopo aver sbirciato l'anteprima potevo non vederla al completo?
Insieme a Silvia, Aurora ed ai nostri accompagnatori della combriccola di #casinaalmonteperTrE ci siamo recati al Palazzo Blu nel pomeriggio del sabato, sperando di non trovare troppa gente. Una pia illusione visto il gran successo che ha ottenuto ed anche in considerazione del fatto che questi sono gli ultimi giorni in cui è possibile ammirare la mostra, prorogata fino al 17 febbraio prossimo. A onor del vero devo però precisare che nonostante una buona presenza di pubblico siamo riusciti a muoverci abbastanza agevolmente tra una sala e l'altra.
Lasciamo gli zaini e le borse al guardaroba, ci muniamo delle audioguide (utilissime! In dotazione col biglietto d'ingresso) ed iniziamo l'itinerario di visita che si snoda su due piani.
Nelle prime due sezioni si entra in contatto con la tradizione contadina attraverso le sculture e gli oggetti in legno dell'arte russa del XIX secolo. Filatoi decorati, dipinti e xilografie che riprendono la tradizione popolare delle fiabe russe (che la zia di kandinsky conosceva e raccontava al nipote) ed anche un abito tradizionale, il "sarofan", forniscono un'idea del folklore russo del periodo.
Dopo di che cominciano a comparire le prime opere del maestro della pittura astratta. In tutto il museo ne sono esposte ben 64, provenienti in gran parte dalla Russia, dal "vicino" Museo di Stato Russo di San Pietroburgo fino a quello di Vladivostok (il capolinea della Transiberiana, all'estremità orientale della Siberia). Per un valore commerciale complessivo di oltre 300 milioni di euro!
Per una descrizione più autorevole vi rimando al bellissimo post scritto da Paola Moschini su Trippando. Io mi limito a dire che anche per un amante dell'arte classica (per il quale gli Uffizi rappresentano il non plus ultra), l'arte di Kandinsky è comprensibile anche ad un profano. I suoi dipinti sono una cartina tornasole del suo viaggio interiore negli anni trascorsi tra la Polonia e l'Unione Sovietica ai tempi della Rivoluzione Russa e poi della 1^ guerra mondiale.
Come ci disse il direttore del museo "per Kandinsky la pittura è astratta perchè è la riproduzione dell'animo e non della natura". Si assiste così al passaggio dai colori scuri, tetri, intrisi di pessimismo, dolore e angoscia al bianco degli ultimi quadri. Un percorso che dopo le incisioni su legno con tecnica xilografica e gli studi sul chiaroscuro lo porta nel 1909 ad intraprendere l'avventura dell'astratto e ad abbandonare gradualmente ogni riferimento figurativo fino alla realizzazione dell'ultima opera del 1922, la Composizione su sfondo bianco.
Per ulteriori informazioni consultate il sito ufficiale (link) dove troverete anche delle valide app per iPhone e Android.
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Quel giorno la maggior parte delle opere erano ancora avvolte dagli imballaggi ma grazie alla guida speciale del direttore del museo fu possibile vederne alcune ed apprendere dalle sue parole il filo logico conduttore di questa particolare mostra che raccoglie dipinti, sculture in legno e documenti del pittore russo e di altri suoi colleghi connazionali e contemporanei.
Un'esperienza particolarissima - quando mai succede di poter osservare il "dietro le quinte" di un'esposizione così importante nelle sue fasi di allestimento? - e allo stesso tempo un guanto di sfida lanciato alla mia curiosità . Dopo aver sbirciato l'anteprima potevo non vederla al completo?
Insieme a Silvia, Aurora ed ai nostri accompagnatori della combriccola di #casinaalmonteperTrE ci siamo recati al Palazzo Blu nel pomeriggio del sabato, sperando di non trovare troppa gente. Una pia illusione visto il gran successo che ha ottenuto ed anche in considerazione del fatto che questi sono gli ultimi giorni in cui è possibile ammirare la mostra, prorogata fino al 17 febbraio prossimo. A onor del vero devo però precisare che nonostante una buona presenza di pubblico siamo riusciti a muoverci abbastanza agevolmente tra una sala e l'altra.
Lasciamo gli zaini e le borse al guardaroba, ci muniamo delle audioguide (utilissime! In dotazione col biglietto d'ingresso) ed iniziamo l'itinerario di visita che si snoda su due piani.
Nelle prime due sezioni si entra in contatto con la tradizione contadina attraverso le sculture e gli oggetti in legno dell'arte russa del XIX secolo. Filatoi decorati, dipinti e xilografie che riprendono la tradizione popolare delle fiabe russe (che la zia di kandinsky conosceva e raccontava al nipote) ed anche un abito tradizionale, il "sarofan", forniscono un'idea del folklore russo del periodo.
Per una descrizione più autorevole vi rimando al bellissimo post scritto da Paola Moschini su Trippando. Io mi limito a dire che anche per un amante dell'arte classica (per il quale gli Uffizi rappresentano il non plus ultra), l'arte di Kandinsky è comprensibile anche ad un profano. I suoi dipinti sono una cartina tornasole del suo viaggio interiore negli anni trascorsi tra la Polonia e l'Unione Sovietica ai tempi della Rivoluzione Russa e poi della 1^ guerra mondiale.
Kandinsky | composizione in bianco |
Per ulteriori informazioni consultate il sito ufficiale (link) dove troverete anche delle valide app per iPhone e Android.
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