...continua la visita di Roberta Zennaro a Cremona
nell'ambito dell'Educational Tour #3fiumi
Pochi passi ci separano da Piazza Marconi e dal Palazzo dell'Arte, allestito per ospitare il Museo del Violino e l'Auditorium, musica per gli occhi e soprattutto per le orecchie. Frutto di un progetto per la riscoperta di un luogo centrale in città, il Palazzo intende diventare un reale luogo d'incontro per cremonesi e visitatori. Razionale sia all'esterno, realizzato in mattoni, sia all'interno con molte parti in legno per esaltarne l'acustica, è preceduto da un colonnato in pietra chiara. Il prato verde è decorato con una grande scultura raffigurante appunto un violino, e piccoli alberi di acero ai lati per ricordare proprio uno dei materiali costruttivi del violino, il legno d'acero.
Entriamo con curiosità assieme a centinaia di visitatori, provenienti da ogni parte del mondo, a ricordarci che Cremona è la capitale mondiale della liuteria, oggi applicata nei quattro strumenti principali: viola, violino, violoncello, contrabbasso. Le prime sale del museo illustrano la storia di questa nobilissima e antica arte, sviluppatasi dai tempi antichi (le origini del violino sono in Asia) sino ai giorni nostri. Vi sono postazioni interattive per la riproduzione del suono e una ricostruzione enorme, in legno, della cassa di un violino che ne riproduce l'acustica. Un grande mappamondo mostra la diffusione della liuteria, nel tempo e nello spazio.
foto di Roberta Zennaro |
Mi colpisce l'origine dei violini segnata su alcune etichette, faccio volare l'immaginazione e penso che, prima di arrivare qui, essi siano stati in mano ad appassionati i cui nomi ricordano a volte la triste storia recente degli Ebrei. Chissà se questi violini sono stati impacchettati sotto il braccio durante fughe e spostamenti forzati per essere poi suonati, forse, per ricordare la propria storia passata. I pezzi esposti sono mantenuti in teche di cristallo e hanno un valore inestimabile. Il Lady Blunt di Stradivari è stato battuto da Christie's a quasi 16 milioni di dollari.
statua di Stradivari | foto di Nicholas "Lord Gordon" su Flickr |
Alcuni violini sono stupendamente decorati, ciascuno è un pezzo unico, sia nell'arco e nelle corde (le parti molli che vengono suonate) sia nel manico e nella cassa di legno, le parti dure che trasmettono il suono. Il legno è ricavato da acero dei Balcani e abete rosso della Val di Fiemme. Il primo è un legno duro, adatto a sostenere lo sforzo meccanico dello strumento (le corde producono e trasmettono una pressione pari a 50 kg); il secondo è un legno tenero, adatto a far vibrare e diffondere le onde sonore. Gli alberi sono selezionati da boschi specifici e stagionati almeno 15 anni, prima di essere utilizzati dal liutaio. L'archetto dovrebbe essere di legno di Pernambuco (Brasile) oggi in estinzione, perciò è costruito soprattutto in fibra di carbonio dall'ottima elasticità. Il crine dell'arco è ricavato dai cavalli maschi della Mongolia. E ci sarebbero mille altre cose da raccontare, la liuteria ha una specifica terminologia, ogni parte ha una funzione specifica e un nome, a volte comprensibile (es. manico, tastiera, effe, pirolo), altre volte più astruso (es. bottone, cordiera, ponticello). Ancor oggi vi sono quasi 150 botteghe attive di liuteria, per un lavoro di costruzione dello strumento che dura alcuni mesi. Nulla a che vedere con la produzione industriale, che è in grado di produrre un violino in pochi minuti.
foto di Maestro Liutaio a Cremona Valerio Ferron su Flickr |
La Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona è la fucina in cui oggi vengono formati liutai provenienti da tutto il mondo. Infine siamo letteralmente rapiti durante la breve audizione giornaliera che si tiene in tarda mattinata al museo, l'occasione di tenere in esercizio nientepopodimeno che uno Stradivari, nel nostro caso il Vesuvius,dal maestro Mosconi che suona Bach e poi Verdi. Ogni giorno gli strumenti hanno bisogno di essere suonati per quindici minuti. Nulla potrebbe essere più vivo e attuale di uno strumento di oltre 300 anni il quale, nelle mani sapienti dei due maestri, Mosconi appunto e De Lorenzi, sprigiona tutta la sua carica e sensualità.
Mi spiace molto che nel museo sia vietato tassativamente fotografare, ma è un'ottima maniera per stimolare il ricordo di ciò che abbiamo visto e ascoltato.
La sera facciamo il bis di grandissima musica tornando al Museo del Violino per assistere a un concerto vero e proprio all'Auditorium Giovanni Arvedi. Durante il Festival Stradivari, che termina a metà ottobre vi si tengono importanti concerti serali. Stasera l'Auditorium ospita il progetto Antiruggine, nella figura di Mario Brunello, violoncellista, e Andrea Lucchesini, pianista, che ci intrattengono con le sonate per pianoforte e violoncello di Beethoven. Per intrattenimento intendo un modo per me sconosciuto di raccontare la musica classica. Ciascun brano ci viene infatti spiegato come fosse una composizione da scoprire insieme, punto per punto, con una didattica precisa ma comprensibile ed un elevatissimo grado di coinvolgimento del pubblico. Così facendo noi riusciamo a capire come un'opera d'arte musicale è nata e come essa può essere interpretata. La musica classica prende vita e rimane impressa in noi con grande attualità e naturalezza.
All'uscita dal concerto il centro di Cremona è pieno di vita, è sabato sera e per una volta vi sono tanti locali affollati e gente in giro, durante la settimana ciò accade di rado. Ci aspetta una lunga camminata per rientrare all'albergo, ripassiamo in Piazza del Comune dove l'ultimo spettacolo ci viene dato dal Duomo e da tutti gli edifici illuminati, meravigliosamente chiari e “puliti”. Cremona ci ha colpito in tutti i sensi!!
(Foto in alto di Maestro Liutaio a Cremona Valerio Ferron su Flickr)
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