Le prime impressioni di Roberta di ritorno dal Minubetrip #GermaniadelNord, tra Amburgo, Lubecca, Schwerin, Luneburgo e Brema.
La Germania del nord è stata molto più di una scoperta per me, che non vedevo l'Europa a questa latitudine da sei anni, attratta da lidi più caldi e lontani. Le città della Lega Anseatica che ho visitato nei primi giorni di un'estate già calda mi hanno riportato a vent'anni fa quando, alla fine degli studi e nei primi anni di lavoro, scoprivo città ricche di storia, operose e ordinate grazie al carattere degli abitanti e al rigore dei governanti.
Un mondo pulito e a volte freddo, lontanissimo dal calore mediterraneo, profondamente laico nonostante splendide chiese segnino i profili delle città con i loro campanili aguzzi. La misteriosa Amburgo era nella mia wishlist da anni, finché Minube e Girovagate mi hanno proposto questo lungo tour dal titolo accattivante: Germania del nord. Ecco una panoramica a caldo delle cinque città visitate, in ordine temporale.
AMBURGO
La nostra prima destinazione, ci accoglie con il freddo vento del nord e un cielo grigio che non promette nulla di buono. La lunga passeggiata in centro con la guida è leggera nei contenuti ma allo stesso tempo riesce a scavare sotto la superficie delle cose, offrendoci una buona panoramica sui vari quartieri della città. Una metropolitana articolata ed efficiente passa anche sotto il mare, facendoci sentire il verso sordo e ovattato dei cetacei a breve distanza da noi. Il porto immenso riceve in parte le stesse merci di secoli fa prodotte nel resto del mondo come tè, caffè, cioccolato, ma non solo derrate alimentari. Merci e commerci che hanno fatto la storia della seconda città della Germania di oggi, dopo Berlino.
Il design moderno caratterizza alcuni quartieri e, poco lontano, la zona attorno alla piazza del municipio racchiude i tesori del passato sopravvissuti ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale o le opere rimesse in piedi nel dopoguerra. I tanti, infiniti lavori in corso (come la nuova Filarmonica che ancora non è pronta e ha subito una lievitazione dei costi pazzesca ) fanno assomigliare Amburgo a un grande cantiere.
Se l'archeologia industriale è nata in Gran Bretagna, qui in Germania è stata sviluppata come occasione di rinascita e riutilizzo di ampie aree industriali dismesse, dentro e fuori le città, a scopo sociale e commerciale. I tedeschi sono bravissimi a valorizzare il vecchio, senza lasciarlo cadere in disuso e naturalmente facendo crescere anche i nuovi quartieri urbani. Tanti soldi servono per questo ma, evidentemente, è un processo virtuoso e condiviso di recupero.
LUBECCA
Al contrario di Amburgo, è raccolta tra antiche mura, gelosa del suo passato e orgogliosa della sua sfavillante bellezza. La pianta ellittica delimitata da quattro porte, di cui solo due sono ancora in piedi, mi ricorda in qualche modo Gerusalemme con il cardo e il decumano che si incontrano nella piazza del municipio, dove mercoledì e sabato mattina si tiene il mercato. Le mura principali sono come una collana ricca e coloratissima che cinge case e antichi palazzi, belli da far girare la testa.
Le corporazioni presenti ai tempi della Lega Anseatica si vedono negli antichi edifici, nei depositi del sale proveniente da Luneburgo, nelle targhe e nelle insegne. Quelle dei panettieri e dei birrai per esempio, impegnati nella trasformazione dei cereali. In agricoltura nulla è cambiato, i prodotti che compongono la dieta sono gli stessi di un tempo, solo la tecnologia e la chimica hanno perfezionato la produzione primaria, le rese e la qualità del prodotto finito.
Questa è la Mitteleuropa che amo e che sinceramente avevo un po' dimenticato. Due cerchie di mura e altrettanti canali proteggevano Lubecca dagli assalti nemici, questi corsi d'acqua sono oggi percorsi da piccole barche e grossi battelli da cui si può osservare un'altra città, se possibile ancora più bella di quella che si vede girando a piedi.
Questa è la Mitteleuropa che amo e che sinceramente avevo un po' dimenticato. Due cerchie di mura e altrettanti canali proteggevano Lubecca dagli assalti nemici, questi corsi d'acqua sono oggi percorsi da piccole barche e grossi battelli da cui si può osservare un'altra città, se possibile ancora più bella di quella che si vede girando a piedi.
SCHWERIN
Schwerin è un mondo a parte, e forse per me la più bella scoperta del tour. Ha due tesori preziosi e sfavillanti, il castello omonimo e tutt'intorno i cosiddetti sette laghi, se possibile ancor più brillanti e luminosi, adornati da giardini e spazi naturali immensi. Sorge su un isolotto dell'omonimo lago, fu edificato per la prima volta più di mille anni fa e l'attuale impianto ottocentesco lascia vedere in molti punti le parti risalenti al Rinascimento. La sua immensità è anche nei numeri: 654 stanze disposte su tre piani.
Fu residenza del granduca fino all'inizio del Novecento, poi museo e sede del parlamento fino ad oggi. Rostock è la vicina e ben più grande città che ha conteso inutilmente a Schwerin il ruolo di capoluogo. In mezza giornata si visita tutto con calma ma c'è molto altro da vedere. Un sistema di gestione urbanistica intelligente e lungimirante, in pieno stile teutonico, ha suddiviso quest'ampia municipalità in tre parti di dimensioni uguali: aree verdi, corsi d'acqua, edifici.
Nel centro storico si vede la cartina di tornasole del passato più recente: le conquiste sociali, politiche ed economiche conseguenti alla riunificazione della Germania hanno riacceso l' orgoglio tedesco e il desiderio di affermazione degli abitanti, che per quasi quarant'anni sono stati tenuti lontani dalla democrazia e ancor oggi lavorano per lo Stato, più che in aziende private.
LUNEBURGO
Luneburgo è una città speciale il cui preziosissimo sale l'ha resa ricca da secoli. L'oro bianco è celebrato in un museo allestito (anche) in un vagone ferroviario all'inizio del centro storico, circondato da un grande parco. Ma il vero museo è a cielo aperto, si vede camminando col naso all'insù, perdendosi nelle ampie vie e piazze del centro cercando di raccapezzarsi tra ben 1400 palazzi e case medievali, censiti e protetti dall'Unesco.
Un po' finto, confesso, e un po' meno ricco di corsi d' acqua rispetto alle tre città visitate in precedenza. La grande gru di legno e metallo, utilizzata fino a poco tempo fa per sollevare e pesare il sale, rappresenta perfettamente lo spirito di conservazione e sviluppo della città, tornata all'antico splendore dopo un tentativo maldestro di modernizzazione attuato negli anni Sessanta. Come tante chicche che ornano il profilo della nostra bella Italia, anche Luneburgo rischia di caratterizzarsi quale destinazione turistica per una visita mordi e fuggi, è un peccato perché è piena di vita in centro e piena di attività produttive che fervono tutto intorno.
BREMA
Brema infine ha come Amburgo tante facce interessanti e non si esaurisce nemmeno in due giorni di visita. La città vecchia ne rappresenta il nucleo antico e ospita due simboli particolarmente amati dai bremesi: la statua di Rolando e la scultura in bronzo che raffigura quattro animali l'uno sopra l'altro (un asino, un cane, un gatto e un gallo), protagonisti della famosissima favola ”I musicanti di Brema” dei fratelli Grimm.
L'unione commerciale secolare tra le libere città anseatiche è ancora un collante forte e assai sentito. La Lega Anseatica è presente nelle targhe delle auto che iniziano con la H, non è solo un ricordo del passato ma un modo di vivere, orgoglio degli abitanti della Germania del Nord. Noi in Italia abbiamo tantissime altre ricchezze ma dovremmo imparare dai tedeschi come valorizzarle e gestirle, per il bene di tutti: chi ci abita ma anche coloro i quali vengono a passarci un tempo limitato.
Foto e testo di Roberta Zennaro.
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