La Lega Anseatica non è affatto un ricordo del passato, quando nel 1200 le città della Germania del Nord si unirono per attuare strategie commerciali e difendere i comuni interessi economici verso mercati situati ancora più a nord (Svezia, Russia, Polonia ecc.). Il sodalizio diede ottimi frutti, oggi ne rimane un legame viscerale tra le comunità e il senso d'appartenenza a un progetto comune valido per sempre.
Sembra quasi una promessa d'amore sigillata con una lettera muta, la H, campeggiante su stemmi, targhe automobilistiche e ovunque ci si voglia identificare come membri di un gruppo fortissimo.
Le vie di comunicazione preferenziali rimangono quelle del passato: le fredde acque del Mar Baltico e del Mare del Nord ma anche fiumi come l'Elba, laghi e canali navigabili dove noi oggi pratichiamo attività sportive, dove in passato si trasportavano le preziose aringhe, derrate alimentari ma anche tessuti e pellami. La ricchezza della produzione industriale che si è realizzata ad Amburgo deriva in parte proprio dalla grande disponibilità di risorse idriche e dalle efficienti vie d'acqua, che hanno favorito prima la produzione artigianale dei tessuti e l'industria cartaria e poi, dall'Ottocento, l'industrializzazione dei medesimi processi.
E poi ci sono le attività sportive di oggi: in ogni tour che si rispetti sono previste delle esperienze, il mese di giugno si presta egregiamente a trascorrere alcune ore all'aria aperta. Noi usciamo dall'hotel al mattino per vedere dall'acqua la città di Amburgo e il suo skyline perennemente in evoluzione. Kapitän Prüsse è la scuola di vela sull'Alster, dove saliamo su una piccola barca a vela guidata da uno skipper carino (mi sa tanto da Kevin Costner, proprio come lo vediamo oggi nella pubblicità del tonno).
Temendo il freddo mi copro bene ma appena ci danno il giubbotto salvagente mi rendo conto che: fa caldo, non c'è vento, mi abbronzerò molto. Dove si va con una barca provvista solo di vele senza motore, in una tiepida e limpidissima mattina di giugno? Si segue ogni minimo spostamento d'aria alzando lo sguardo e seguendo il soffio del vento, mentre lo skipper ci dà diverse mansioni. Io a prua mi occupo del boma, col rischio concreto che mi arrivi sulla testa come le altre volte che sono uscita in barca a vela. Però me la cavo senza prendere tante capocciate, mentre non c'è speranza che impari i termini tecnici nemmeno in italiano, figuriamoci in inglese o tedesco. In pratica per due ore girelliamo nella baia, salutando le canoe e le altre imbarcazioni che ci passano vicino. Se avete occasione provate Kapitän Prüsse con la navigazione nei canali di Amburgo, potete scegliere tour di diversa durata, anche al tramonto e di sera con la cena inclusa, dev'essere una bella esperienza!
A pranzo andiamo da Mutterland sempre nella zona di Hauptbahnhof, la stazione ferroviaria. In questo ristorantino e negozio, arredato in stile minimalista, si trovano prodotti freschi e conservati di 200 piccolissimi produttori locali, uno spaccato della filiera agroalimentare amburghese. I titolari del locale selezionano e verificano costantemente i fornitori prima di portarli in uno dei tre negozi della catena, con lo scopo di farli conoscere nei primi anni di lavoro per poi lasciarli crescere “con le proprie gambe”.
Con le nostre gambe torniamo all'hotel Wedina, prendiamo l'auto e nel primo pomeriggio andiamo a Lubecca, di cui non ho voluto sapere nulla fino all'arrivo.
Ma di questo vi parlerò nel prossimo post...
Ma di questo vi parlerò nel prossimo post...
Foto e testo di Roberta Zennaro.
INFORMAZIONI UTILI
- Kapitän Heinrich Prüsse, Bei den St. Pauli-Landungsbrücken 3, Hamburg
- Mutterland GmbH, Ernst-Merck-Straße 9, Hamburg
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