Gli scontri tra i ribelli e le forze armate sta provocando ogni giorno morti e feriti a Bangkok ma anche nel nord della Thailandia si registrano incidenti. Nella capitale e in altre 23 province è stato imposto il coprifuoco. Una guerra civile che continua da mesi e proprio ieri ha visto anche la morte di un fotoreporter italiano. Sembrerebbe quasi superfluo dire che la Thailandia non è un posto da visitare al momento ma evidentemente non hanno pensato così quel migliaio di italiani che si trovano adesso a Bangkok.
Sebbene le località turistiche più frequentate (con l'eccezione della capitale) non siano coinvolte nelle sommosse tutti coloro che hanno programmato una vacanza nelle prossime settimane nel "Paese del sorriso" (definizione che adesso si fa fatica ad accostare all'ex Siam) è bene che si indirizzino su altre mete. Sul sito Viaggiaresicuri tutta la Thailandia è indicata come un Paese non sicuro: il Sukkhothai, Ayutthaya e Chang Rai al nord non sono al momento sconvolte dagli scontri tra i sostenitori dell'ex premier Thaksin e il governo militare e lo stesso vale per le località balneari del sud come Koh Samui, Phi Phi e Phukhet ma il movimento dei "rossi" è ben radicato nelle province e nelle regioni rurali e non è escluso che voglia creare problemi ai militari anche laddove tutto sembra tranquillo. La zona più pericolosa è quella intorno al centro commerciale di Bangkok nel raggio di circa 3 km: lì si concentrerebbero le "camicie rosse", i ribelli che contestano il golpe di stato. E' quindi sconsigliatissimo partire per la Thailandia, sempre che troviate dei voli o quelli giù prenotati partano... molte compagnie aeree e tour operator italiani, tedeschi, americani, canadesi, inglesi e giapponesi hanno cancellato voli e pacchetti-vacanza. La compagnia Blu Panorama ad esempio ha sospeso da oggi fino al 1° luglio tutti i voli diretti settimanali.
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