
Con gran sorpresa di scienziati e popolazione locale, la lingua di ghiaccio che si erige come una diga naturale tra il Canal de Los Tempanos e il Brazo Rico aveva iniziato a filtrare acqua da venerdi’ scorso. La forte pressione dell’acqua aveva scavato un tunnel che è crollato proprio ieri, tra lo stupore e la meraviglia dei turisti e la preoccupazione degli esperti.
Per anni anche i ricercatori sembra si siano lasciati ingannare dalla bellezza del fronte del ghiacciaio, dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco perché rappresenta un esempio di come era la Terra all’inizio dell’era Quaternaria. Anche loro si sono fermati davanti al Perito Moreno, là dove si accalcano i turisti che arrivano in Patagonia per vedere i continui crolli dalle pareti di ghiaccio a picco sul lago…
E’ bene ricordare che l’avanzamento e il ritiro sono fenomeni comuni nel ciclo di vita dei ghiacciai, ma gli esperti escludono che per il Perito Moreno si tratti di una riduzione temporanea. A questo ritmo, soprattutto i ghiacciai più piccoli della Patagonia sono destinati a sparire nell’arco di 40 anni.
Era consolante sapere che il riscaldamento climatico stava risparmiando il Perito Moreno e che almeno uno dei ghiacciai della Cordigliera Andina non si stava ritirando a ritmo elevato a causa del riscaldamento globale. Invece lo stesso fenomeno ha colpito anche l’immenso ghiacciaio ed ha fatto perdere al lembo estremo della Cordigliera una riserva naturale di oltre 42 chilometri cubici di acqua dolce all’anno nell’ultimo quinquennio.
È stato Jorge Rabassa, un ricercatore argentino del Centro Australe di ricerca scientifica, a lanciare l’allarme: “Come gli altri ghiacciai della zona, il Perito Moreno risente del riscaldamento climatico e nella sola estate appena conclusa ha perso 14 metri di spessore“.
(fonte parziale: Repubblica.it)
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