di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
San Lorenzo è la notte delle stelle, la notte più romantica dell’anno, la notte delle meteore…
“Chi le chiama «st
elle cadenti dei desideri», chi «lacrime di San Lorenzo»: per gli astronomi sono rigorosamente le Perseidi, cioè le meteore che sembrano provenire dalla costellazione di Perseo. Quest’anno le Perseidi si potranno vedere, con la massima frequenza di apparizioni, nelle due notti fra l’11 e il 12 e fra il 12 e il 13.
Ma la presenza dell’ultimo quarto di Luna, che sorgerà a tarda sera, inondando il cielo di luce, disturberà l’osservazione, rendendo impossibile la percezione delle meteore meno luminose. In pratica le ore di maggiore oscurità, e quindi più favorevoli, saranno comprese le 21,30 e le 00,30.
Tutto sommato, un osservatore assiduo, in condizioni favorevoli, cioè lontano dal forte inquinamento luminoso delle città,potrà aspettarsi di vedere qualche meteora ogni minuto. Inutile promettere valanghe di decine o centinaia di meteore al minuto, come si esagera, talvolta, nei titoli dei giornali: si otterrebbe solo lo scopo di deludere gli occasionali spettatori.
Le meteore d’agosto non sono le stelle che cadono e neppure le lacrime di San Lorenzo che, come immaginava il poeta Giovanni Pascoli, piange per le malvagità del mondo. Sono piccoli detriti, di dimensioni variabili da un granello di sabbia a un sassolino, che la cometa Swift-Tuttle (dal nome dei due astronomi che la scoprirono nella metà dell’800) si lascia dietro di se, lungo la sua orbita attorno al Sole.
Una volta l’anno, verso il 10 agosto, la Terra ne incrocia l’orbita e, anche se la cometa è ben lontana, urta contro i suoi detriti che penetrano nell’atmosfera a velocità di decine di km al secondo, incendiandosi e diventando visibili come meteore. I detriti più piccoli generano meteore appena percettibili, quelli di medie dimensioni tracce ben visibili a occhio nudo, i sassolini più grandi danno vita a dei veri e propri bolidi. Raramente qualche frammento solido arriva al suolo sotto forma di un meteorite.
Se si segnano con la penna, su una cartina del cielo, i segmenti delle meteore osservate e poi si prolungano dal lato della provenienza, si vede che tutte le tracce convergono verso un punto origine che gli astronomi chiamano ‘radiante’.
Esso rappresenta la proiezione sulla volta celeste della zona di ingresso delle particelle nell’atmosfera. Per le meteore d’agosto il radiante coincide con la costellazione di Perseo, ben visibile in agosto a notte avanzata, sotto Cassiopea, verso Nord-Est.
Ma non commettiamo l’errore di guardare direttamente la costellazione di Perseo, nella speranza di vedere più meteore: quello è solo il punto di origine geometrico! Di lì le meteore si irradiano in tutte le direzioni. In realtà le migliori condizioni di osservazione si realizzano stendendosi su una sdraio e guardando verso lo zenit (il punto più alto del cielo), in modo da coprire col nostro sguardo il maggior campo visibile.
