A pochi km da Puerto Escondido, sulla costa occidentale del Messico, si trova Mazunte, un villaggio su una bellissima baia che un tempo era il cimitero e adesso è il paradiso delle tartarughe.
Strano il destino degli abitanti che fino al 1990 vivevano grazie alla raccolta delle uova e alla macellazione delle tartarughe dopo la deposizione... Mazunte era il principale mattatoio del Pacifico, gestito da una ditta spagnola che ingaggiava centinaia di abitanti del luogo per smembrarne le carni e avviarle al commercio. Nelle stagioni di maggior afflusso ne venivano uccise anche 1500 al giorno! Per fortuna il governo messicano nel 1990 ha vietato la mattanza e messo sotto tutela tutte le specie di tartarughe marine. E nel giro di pochi anni Mazunte si è trasformata.
Numerose associazioni ecologiste arrivarono da ogni parte del Paese per creare cooperative dedite alla protezione dell'ambiente e in poco tempo quella zona è diventata un santuario naturalista, dove nel periodo di massima deposizione delle uova, giungono dall'oceano Pacifico circa 300.000 tartarughe (500 a notte!) di 10 varietà diverse.
La gente si è adattata in fretta a questa nuova dimensione e adesso vive del turismo che giunge per vedere lo spettacolo di questi animali.
Nuove (e severe) regole per la salvaguardia dell'ambiente (non imposte dall'esterno ma volute dagli abitanti) vigono adesso: divieto di costruire case con più di 2 piani, obbligo di impiegare i materiali naturali della zona per evitare la cementificazione (principalmente legno e foglie di palma), sistemi di riciclaggio e filtraggio per non inquinare le falde e il mare... Una possibile crisi economica è stata trasformata in fonte di reddito da turismo ecologico e sostenibile.
A Mazunte le tartarughe sono la principale attrazione e vengono protette consentendo alle uova di dischiudersi al riparo dai predatori e ai neonati di raggiungere il mare.
Questo lo scopo del Centro Mexicano de la Tortuga. Tra le tante specie c'è anche la Laùd, la più grande tra le marine, circa 1 tonnellata di peso per 2 metri di lunghezza.
Mazunte pare debba il suo nome a un granchio azzurro che abbonda in queste spiagge, però, stando all'antica lingua nàhuatl degli Aztechi, Mazunte deriverebbe da maxontetia, parola composta che significherebbe "ti prego di deporre le uova", un'esortazione in tono gentile che rimanderebbe alla millenaria abitudine delle tartarughe che nella memoria del DNA hanno questa zona come luogo ideale per riprodursi.
Delle 11 specie marine presenti sul pianeta, ben 10 vengono fin qui da ogni punto del Pacifico, e scelgono in particolare la Ventanilla, la "piccola finestra" tra le scogliere, abitata da una trentina di famiglie, dove le fitte mangrovie della laguna proteggono un ecosistema popolato da aironi, iguana e coccodrilli, oltre ai crostacei e ai microrganismi che assicurano il nutrimento per le tartarughe.
Alla Ventanilla è stato creato anche un vivaio per i coccodrilli (li allevano per liberarli in età adulta) e coltivano le mangrovie per riforestare la costa, colpita dall'uragano Paulina nel 1997.
I fortunati che raggiungono questo angolo protetto del pianeta hanno anche la possibilità di avvicinare qualche balenottera o addirittura delle balene azzurre!
Basta affidarsi a uno dei tanti barcaioli che organizzano escursioni tra i delfini e le balene. Senza andare troppo al largo se ne trovano molt, spesso incuriosite dalle presenze umane (dato che nessuno fa loro del male da decenni... il Messico è stato il primo Paese al mondo a bandire la caccia nelle sue acque) e pronte a esibirsi in salti acrobatici.
Se poi uno è disposto a rinunciare a "hechar la hueva" (godersi l'ozio), sacro in queste zone, dicono che all'inizio e alla fine della giornata valga la pena di fare una bella scarpinata fino a Punta Cometa, il promontorio più a sud del Messico, dove si puù godere , grazie alla posizione dello spettacolo dell'alba e del tramonto.
(fonte parziale: i Viaggi di Repubblica)
(foto by Flickr Labanc / Mikola Ákos, Labanc / Mikola Ákos e BRUJO atrapas SERPENTIES)
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Strano il destino degli abitanti che fino al 1990 vivevano grazie alla raccolta delle uova e alla macellazione delle tartarughe dopo la deposizione... Mazunte era il principale mattatoio del Pacifico, gestito da una ditta spagnola che ingaggiava centinaia di abitanti del luogo per smembrarne le carni e avviarle al commercio. Nelle stagioni di maggior afflusso ne venivano uccise anche 1500 al giorno! Per fortuna il governo messicano nel 1990 ha vietato la mattanza e messo sotto tutela tutte le specie di tartarughe marine. E nel giro di pochi anni Mazunte si è trasformata.
Numerose associazioni ecologiste arrivarono da ogni parte del Paese per creare cooperative dedite alla protezione dell'ambiente e in poco tempo quella zona è diventata un santuario naturalista, dove nel periodo di massima deposizione delle uova, giungono dall'oceano Pacifico circa 300.000 tartarughe (500 a notte!) di 10 varietà diverse.
La gente si è adattata in fretta a questa nuova dimensione e adesso vive del turismo che giunge per vedere lo spettacolo di questi animali.
Nuove (e severe) regole per la salvaguardia dell'ambiente (non imposte dall'esterno ma volute dagli abitanti) vigono adesso: divieto di costruire case con più di 2 piani, obbligo di impiegare i materiali naturali della zona per evitare la cementificazione (principalmente legno e foglie di palma), sistemi di riciclaggio e filtraggio per non inquinare le falde e il mare... Una possibile crisi economica è stata trasformata in fonte di reddito da turismo ecologico e sostenibile.
A Mazunte le tartarughe sono la principale attrazione e vengono protette consentendo alle uova di dischiudersi al riparo dai predatori e ai neonati di raggiungere il mare.
Questo lo scopo del Centro Mexicano de la Tortuga. Tra le tante specie c'è anche la Laùd, la più grande tra le marine, circa 1 tonnellata di peso per 2 metri di lunghezza.
Mazunte pare debba il suo nome a un granchio azzurro che abbonda in queste spiagge, però, stando all'antica lingua nàhuatl degli Aztechi, Mazunte deriverebbe da maxontetia, parola composta che significherebbe "ti prego di deporre le uova", un'esortazione in tono gentile che rimanderebbe alla millenaria abitudine delle tartarughe che nella memoria del DNA hanno questa zona come luogo ideale per riprodursi.
Delle 11 specie marine presenti sul pianeta, ben 10 vengono fin qui da ogni punto del Pacifico, e scelgono in particolare la Ventanilla, la "piccola finestra" tra le scogliere, abitata da una trentina di famiglie, dove le fitte mangrovie della laguna proteggono un ecosistema popolato da aironi, iguana e coccodrilli, oltre ai crostacei e ai microrganismi che assicurano il nutrimento per le tartarughe.
Alla Ventanilla è stato creato anche un vivaio per i coccodrilli (li allevano per liberarli in età adulta) e coltivano le mangrovie per riforestare la costa, colpita dall'uragano Paulina nel 1997.
I fortunati che raggiungono questo angolo protetto del pianeta hanno anche la possibilità di avvicinare qualche balenottera o addirittura delle balene azzurre!
Basta affidarsi a uno dei tanti barcaioli che organizzano escursioni tra i delfini e le balene. Senza andare troppo al largo se ne trovano molt, spesso incuriosite dalle presenze umane (dato che nessuno fa loro del male da decenni... il Messico è stato il primo Paese al mondo a bandire la caccia nelle sue acque) e pronte a esibirsi in salti acrobatici.
Se poi uno è disposto a rinunciare a "hechar la hueva" (godersi l'ozio), sacro in queste zone, dicono che all'inizio e alla fine della giornata valga la pena di fare una bella scarpinata fino a Punta Cometa, il promontorio più a sud del Messico, dove si puù godere , grazie alla posizione dello spettacolo dell'alba e del tramonto.
(fonte parziale: i Viaggi di Repubblica)
(foto by Flickr Labanc / Mikola Ákos, Labanc / Mikola Ákos e BRUJO atrapas SERPENTIES)
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