
Lo hanno messo a punto i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston e come scrive la rivista PLos Computational Biology permette di abbreviare anche di 4 giorni i tempi di recupero, una volta tornati a casa.
Come funziona? Il metodo prevede una serie ben precisa (e personalizzata) di momenti della giornata, in cui esporsi a luce forte o al buio. Tutto questo spinge il cervello (in particolare il circuito ipotalamo-epifisi), a modulare in modo corretto la secrezione di melatonina, l’ormone chiave del sonno.