Se Ferrara è la città delle biciclette la sua provincia non è da meno!
Tra i numerosi itinerari cicloturistici all'interno del Parco del Delta del Po, uno
dei tanti che meritano di essere presi in considerazione è quello che
da Mesola porta al mare, esattamente a Gorino Ferrarese. 26 km di
percorso pianeggiante che costeggiano la riva destra del Po di Goro e conducono nei
pressi del Faro.
Noi per mancanza di tempo l'abbiamo seguito solo in parte ed in senso opposto fino al castello estense di Mesola, attraversando il Bosco di Santa Giustina.
Noi per mancanza di tempo l'abbiamo seguito solo in parte ed in senso opposto fino al castello estense di Mesola, attraversando il Bosco di Santa Giustina.
Insieme al Gran Bosco della Mesola che si trova qualche km più a sud seguendo la strada per l'Abbazia di Pomposa, questa fitta foresta di pini e pioppi faceva parte del parco che fino al XVI secolo circondava il gran palazzo dei duca d'Este. Oggi si estende per oltre 3 km dall'argine del Po di Goro fino al paese di Santa Giustina per un totale di 110 ettari ed è una riserva naturalistica che può essere attraversata come dicevo in bicicletta o a piedi.
Durante il nostro weekend nel Ferrarese ad appena una settimana dal primo terremoto che ha colpito tragicamente l'Emilia, avevamo come sempre tanta voglia di visitare il più possibile ed un programma di massima sovradimensionato rispetto al tempo a disposizione (non sia mai che rimaniamo con un'ora libera per fare un pisolino distesi su un prato!... Al massimo 10' e via, si riparte 😉) così, percorsa la strada statale 309 - l'antica Romea che collega Ravenna a Mestre - fino a Torre Abate, parcheggiamo l'auto ed in bici arriviamo fino a Mesola, un borgo il cui nome mi era familiare...
Nelle fasi preparatorie del weekend questa parola mi rimbalzava in testa senza ricordarne il motivo, finché, grazie a "san" Google, scopro l'arcano: Torquato Tasso la cita in questi versi del 1583
Mesola, il Po dai lati e il mare a fronte,
e d'intorno le mura e dentro i boschi
e seggi ombrosi e foschi
fan le sue bellezze altere e conte;
e son opre d'Alfonso, e più non fece
mai la natura e l'arte e far non lece.
Ma che la valle sembri un paradiso
la donna il fà che n'ha sembianti e viso.
Apprendo così che Mesola era in origine un'isola (in latino "media insula") e che alla fine del XV secolo la Alfonso II d'Este acquistò il terreno per trasformarlo in riserva di caccia e costruirci un possente palazzo con quattro torrioni.
Ma torniamo ai giorni d'oggi... appena mettiamo piede nel paese chiedo dove si trovi il castello ed un vecchio signore, con aria molto stupita, mi dice di svoltare l'angolo. Seguiamo le indicazioni senza battere ciglio e ci troviamo in una piazza. Oltre la fila di case, sopra i tetti, spunta un profilo merlato. Ed io che pensavo che il castello si trovasse fuori dal centro cittadino!
La "delizia" estense è posta al centro di una specie di cinta a forma di ottagono che forma nell'insieme un complesso molto caratteristico: le mura esterne appaiono come delle comuni case ma se entrate all'interno del piazzale dove sorge il castello, vedrete i portici coperti da tetti a spiovente, sotto i quali si trovano un paio di ristoranti ed alcune attività commerciali.
Nelle fasi preparatorie del weekend questa parola mi rimbalzava in testa senza ricordarne il motivo, finché, grazie a "san" Google, scopro l'arcano: Torquato Tasso la cita in questi versi del 1583
Mesola, il Po dai lati e il mare a fronte,
e d'intorno le mura e dentro i boschi
e seggi ombrosi e foschi
fan le sue bellezze altere e conte;
e son opre d'Alfonso, e più non fece
mai la natura e l'arte e far non lece.
Ma che la valle sembri un paradiso
la donna il fà che n'ha sembianti e viso.
Apprendo così che Mesola era in origine un'isola (in latino "media insula") e che alla fine del XV secolo la Alfonso II d'Este acquistò il terreno per trasformarlo in riserva di caccia e costruirci un possente palazzo con quattro torrioni.
Ma torniamo ai giorni d'oggi... appena mettiamo piede nel paese chiedo dove si trovi il castello ed un vecchio signore, con aria molto stupita, mi dice di svoltare l'angolo. Seguiamo le indicazioni senza battere ciglio e ci troviamo in una piazza. Oltre la fila di case, sopra i tetti, spunta un profilo merlato. Ed io che pensavo che il castello si trovasse fuori dal centro cittadino!
La "delizia" estense è posta al centro di una specie di cinta a forma di ottagono che forma nell'insieme un complesso molto caratteristico: le mura esterne appaiono come delle comuni case ma se entrate all'interno del piazzale dove sorge il castello, vedrete i portici coperti da tetti a spiovente, sotto i quali si trovano un paio di ristoranti ed alcune attività commerciali.
Se il cartello che vieta l'ingresso e la sosta a qualunque tipo di automezzo venisse rispettato, sicuramente il fascino aumenterebbe a dismisura... a volte basterebbe davvero poco per valorizzare un piccolo patrimonio!
I porticati in realtà non circondano il castello ma sono ad esso collegati in prossimità degli spigoli dei due torrioni della facciata anteriore. Sull'ampia piazza dove si trova il portone del Gran Palazzo - molto meno suggestiva di quella interna ma più grande - si affaccia anche la chiesa
Il castello ospita la sede del centro visite del Parco Regionale del Delta del Po ed il Museo del Bosco e del Cervo della Mesola. Quando non ci sono congressi (per esserne certi ed evitare brutte sorprese, come è successo a noi, telefonate al 339.1935943) è aperto alle visite da novembre a marzo il sabato e i festivi con orario 9:30-12:30 e 14:30-17:30 e da aprile a ottobre tutti i giorni eccetto il lunedì con orario 9:30-12:30 e 15:00-18:00.
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2 commenti
Bel posto (e bel post). Ho preso nota! Grazie!
grazie per il commento :-)
se ti piace andare in bici nel Ferrarese ci sono un sacco di percorsi!
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