Alla scoperta di una Barcellona fuori dai giri turistici. Nella 1^ parte del suo racconto Remo ci ha fatto scoprire El Clot, ma le sorprese nella città catalana sono dietro l'angolo e anche i quartieri più famosi nascondono delle piccole chicche!
Placa Bacardi fa sorridere. Pare che l’origine di quel nome abbia a che vedere con un emigrante locale a Cuba. L’atmosfera da paesino si conferma sempre di più man mano che ci si immerge nella vita locale, con i ragazzi del luogo che si ritrovano nei bar all'ora di pranzo per un aperitivo, dopo una notte brava magari.
Anche i ristoranti sono molto accoglienti e il cibo è ottimo: insalata di bacalao, fricandò, tapas varie, il tutto accompagnato da vino rosso, che qui come in piemontese si chiama vino negro. Anche il resto del Barrio si rivela suggestivo, con le sue viuzze e le case basse e colorate. La piazza principale ricorda lontanamente Siviglia e c’è addirittura un centro sociale.
Ma essere nella capitale catalana per lavoro comporta anche l’arrivare in luoghi turistici. C’è il Barrio Gotico, da lì ci si passa per forza prima o poi e aprendosi la strada tra un italiano e l’altro si possono apprezzare alcune cose.
Ad esempio la Taberna Basca Irati. I pintxos qui sono un miracolo di gastronomia e una birra più un bicchiere di txakoli aiutano a vedere un mondo migliore.
foto di stijn |
E poi c’è Santa Maria del Mar, la chiesa che ha ispirato “La cattedrale del mare" di Ildefonso Falcones.
Santa Maria del Mar | foto di John C. Shaw |
E poi c’è la Sagrada Familia, opera incompiuta e totalmente mancante di linee rette ma paradossalmente contaminata dalle linee rette di una gru piazzata proprio nel suo mezzo.
E poco più in là si può anche mangiare un boccone da Olèmallorca: pimientos de padron, croquetas de jamon e croquetas de ceps, pulpo gallego, mi cuit con miele, tortilla atun e peperoni…e molto altro con una spesa media di 20 €.
foto di islandlife |
C’è il quartiere della Gracia, di cui tanti hanno parlato. Qui ha da poco aperto i battenti Jan Petit, bar occitano gestito da un ragazzo molto simpatico che propone ai clienti le birre non pastorizzate provenienti dalla Val d’Aran. Sempre in questo barrio è possibile assaggiare ottimi pintxos in taverne basche oppure trovare locali gestiti da italiani, se si ha nostalgia di casa.
foto di fpeault |
Vicino all'università, in una via al di fuori dagli itinerari di massa si trova questo ristorante catalano, molto raffinato ma non chic. Propone cucina e bevande del territorio, il vino è ottimo, i piatti tutti interessanti e la cura dell'estetica notevole. I prezzi paiono accessibili anche se a pagare saranno altri. Perché in questi sei giorni la buona sorte ha fatto sì che fossi accompagnato da persone straordinariamente ospitali…e che la lingua parlata fosse esclusivamente il catalano.
(Foto in alto tratta dall'album di pbaitor su Flickr)
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