Alcuni viaggiatori sono convinti di sapere tutto di una città senza averci mai messo piede. Sanno quel che c’è di interessante dal punto di vista artistico ed architettonico, quali sono i piatti tipici, le attrazioni da non perdere. Ma a volte per conoscere un posto non bastano dei mesi, e come per le persone, non si riesce a comprenderle veramente nemmeno dopo anni. Al contrario, ce ne sono altri con i quali il feeling nasce immediatamente. Bastano pochi istanti, due chiacchiere in un bar con la persona seduta accanto, ed hai la sensazione che quel luogo estraneo fino a poco tempo prima sia familiare.
Amman mi conquistò subito appena ci arrivammo.
Arrivammo che era già sera. Una sera d’estate non troppo calda nè afosa. Ad agosto ci si aspetterebbe che in Giordania – terra arida e in parte desertica – le temperature siano elevate, invece il clima varia molto da regione a regione. Umido sul Mar Morto, caldo ma assolutamente sopportabile sulla via delle città imperiali e nel deserto del Wadi Rum, sui 28°-30°e una leggera brezza nelle ore serali a Petra ed anche ad Amman.
Le dimensioni rendono impossibile poterla visitare tutta nel giro di pochi giorni, ma se avete buone gambe e non vi spaventa prendere un taxi (per quella che è la nostra esperienza, gli automobilisti giordani non sono spericolati come quelli egiziani) potete togliervi lo sfizio di vedere la zona vecchia, quella commerciale e quella più moderna.
Il centro commerciale non ha un gran che da mostrare se non negozi di orificeria, botteghe artigianali e bancarelle di frutta. Ma è qui che è più facile entrare in contatto con la popolazione. Il quadro non è del tutto rassicurante: le facciate degli edifici sono cadenti, le strade brulicano di auto e molte vie sono sporche e poco illuminate. Ma se volete assaggiare un piatto tipico della cucina giordana, ad esempio il montone, chiedete ad un passante e vi risponderà con gentilezza (se non addirittura accompagnandovi) indirizzandovi in un locale frequentato dalla gente del posto. Di tutt’altro genere sono i ristoranti turistici, concentrati soprattutto a Jebel Amman, il quartiere moderno ad ovest del centro.
Non ci sono alternative, per arrivarci occorre prendere un taxi. In poche decine di minuti scoprirete l’altra faccia di Amman, fatta di lustrini e auto di lusso, pub alla moda che non sfigurerebbero nelle metropoli occidentali e ristoranti con insegne stile Las Vegas. Nel tragitto vedrete le belle villette disposte l’una di fianco all’altra sui viali non alberati (di vegetazione ad Amman ne abbiamo vista proprio poca…) e alcune delle più belle moschee, ad esempio la Moschea di Re Abdullah, l’unica alla quale sia consentito l’accesso ai non musulmani se opportunamente abbigliati.
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