Le idee vincenti spesso nascono nei momenti di difficoltà . Come se il nostro cervello lavorasse al meglio sotto stress. Qualche anno dopo il terribile terremoto che devastò le terre del Friuli nel 1976 un poeta ebbe l'idea di trasformare le case ristrutturate di un borgo o di un centro storico in un'unica struttura ricettiva. Nacque così il concetto di Albergo Diffuso, un insieme di alloggi disposti nel raggio di qualche centinaio di metri. Lungo le vie e le piazze di un ex paese disabitato ad esempio. Non degli alloggi qualunque ma la maggior parte delle volte delle sistemazioni che dispongono di tutte le comodità hi-tech e propongono attività culturali, vacanze attive e itinerari enogastronomici.
L'articolo che è uscito ieri su La Repubblica "Quando l'hotel è un paese intero, l'italia dei borghi a 5 stelle" di Caterina Pasolini spiega esattamente questa nuova idea di turismo che al momento conta 56 Alberghi Diffusi in tutta Italia: ben 8 nelle Marche ed in Umbria, 6 in Toscana e Sardegna, 5 in Molise e Puglia, 4 in Sicilia, 3 in Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, 2 in Abruzzo, Basilicata e Liguria, 1 in Piemonte e Campania.
Una novità che piace agli italiani ed agli stranieri (il 46% dei clienti, in prevalenza tedeschi e francesi, seguiti da russi e cinesi) che apprezzano le particolari locations, da quelle più eleganti come nel caso delle stanze medievali dei palazzi di marmo di Santo Stefano di Sessania in Abruzzo, a quelli più rustici delle grotte dei Sassi di Matera. E non disprezzano i prezzi: in media 71 € per persona per notte in pensione completa.
Un fenomeno in continua espansione che vede ogni anno crescere il numero di alberghi diffusi.
Lo scorso aprile, durante il blog tour #dreamingpiceno ho avuto modo di visitare quello che presto diventerà un albergo diffuso: il borgo abbandonato di Rocchetta, nel comune di Acquasanta Terme. Distante circa 15 km dal comune e 25 km da Ascoli Piceno. Nominato in alcuni documenti già del 1255 e divenuto un centro prospero ed importante tanto da far parte nel XV secolo del "Sindacato di Venamartello”, Rocchetta è sempre stato il punto di riferimento del territorio circostante e nel corso dell'ultimo secolo ha goduto di una fama particolare in quanto era abitato soprattutto da donne e quindi frequentato dagli uomini in cerca di moglie delle zone limitrofi...
Nel secondo dopoguerra la grande migrazione dai centri montani alla città colpì impietosamente anche questo piccolo agglomerato di case che divenne dal 1977 un borgo fantasma.
La strada sterrata, l'unica che lo mette in comunicazione con il mondo esterno (e che prosegue verso il paesino di Agore), si snoda sul crinale di una montagna, a 770 metri sul livello del mare. Da un lato un ambiente selvaggio costituito da boschi, e arbusti, dall'altro le casupole incastonate nella roccia. Un paesaggio davvero suggestivo che si può ammirare da fuori lo steccato recintato che protegge gli avventori da eventuali crolli.
Alcune costruzioni sono state edificate all'interno di cavità naturali, in altri punti invece le grotte si alternano alle case diroccate creando uno scenario da ghost town....
Potete vederlo così come ho cercato di descriverlo ancora per poco tempo, fintanto che non inizieranno i lavori per trasformare Rocchetta in un Albergo Diffuso secondo il progetto voluto e sostenuto da Simone e Marcello Mariani della ditta Sabelli.
Altre info le trovate sul sito di Terre del Piceno.
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