Visitare Istanbul per chi ha pochi giorni a disposizione non è faticoso. Buona parte delle bellezze artistiche ed architettoniche si trovano infatti nel raggio di un chilometro quadrato all’interno del quartiere di Sultanhamet e in particolare nella piazza omonima (Sultanhamet Meydani) dove svettano la Moschea Blu e la dirimpettaia Haghia Sophia (la chiesa di Santa Sofia). A poche decine di metri da quest’ultima c’è l’ingresso della Cisterna Basilica mentre di fianco alla Moschea Blu un giardino ospita quel che rimane dell’immenso Ippodromo che un tempo costituiva il cuore dell’antica Bisanzio.
- il Museo dei mosaici
- il Museo dei tappeti di Vakiflar
- la tomba del sultano Ahmet I
- il Bazar della cavalleria
- i Bagni di Roxelana detta “la spietata” (la prima moglie del sultano Solimano il Magnifico) che dicono essere i più bei bagni turchi di Istanbul (purtroppo non più in funzione… se volete concedervi un hammam dovete indirizzarvi da altre parti).
Le pregiate piastrelle smaltate e dipinte a mano di Iznik (*) presentano in prevalenza motivi floreali in cui sono presenti il blu, il celeste ed il bianco ma anche verde e in misura minore il rosso.
Altri motivi floreali (la religione musulmana vieta la riproduzione di figure umane) sono presenti sui tappeti rossi e stanno ad indicare la posizione del fedele durante la preghiera.
Nel periodo di maggior afflusso (in genere da maggio a settembre) l’accesso ai turisti è consentito dalla porta settentrionale che si trova dalla parte opposta rispetto all’ingresso principale (dalla quale si esce). Per entrare bisogna attraversare il vasto cortile circondato da porticati e di forma quadrata: ai suoi vertici sono si innalzano 4 dei 6 minareti che contribuiscono a dare la caratteristica sagoma alla Moschea Blu.
La sensazione che si ha appena si mette piede dentro la moschea è di uno spazio più grande di quello effettivo. Sarà la luce riflessa dalle piastrelle e dalle numerose vetrate policrome, o forse saranno i classici lampadari che pendono dal soffitto fino ad un’altezza di poco più di 2 metri, non lo so, ma le volte delle cupole sembravano lontane lontane… e le dimensioni delle colonne “a zampa di elefante”, gigantesche.
All’uscita, sulla sinistra, si trova il lavacro dei piedi, il luogo dove i musulmani fanno le abluzioni prima di entrare nella Moschea.
(*) uno dei massimi centri di produzione di ceramica del periodo ottomano tra il XV e XVII secolo.
Appena tornata da Istanbul non posso che confermare la bellezza della Moschea Blu, se devo trovarle una pecca – non so se sarai d'accordo con me – è l'alta concentrazione di turisti che l'affollano e che purtroppo tolgono al luogo un po' della sua atmosfera mistica
completamente d'accordo con te Valentina!
Senza la folla di gente sarebbe stata un'altra cosa, purtroppo è una costante di tutti i posti molto belli e molto turistici :-/
Anche nelle altre moschee, nella cisterna e a Santa Sofia avevemo intorno decine e decine di persone,
per non parlare del palazzo di Topkapi!