500 anni fa, il 31 ottobre del 1512, venne inaugurata la Cappella Sistina, probabilmente il più grande capolavoro artistico di tutti i tempi. Quattro anni prima il Papa guerriero, Giulio II, aveva convinto Michelangelo (o costretto, secondo alcuni) a dipingere la volta della cappella di Sisto IV con il Giudizio Universale: oltre 1000 mq di pure meraviglia.
I più grandi pittori della seconda metà del Quattrocento - Botticelli, il Perugino, il Ghirlandaio e Pinturicchio, solo per citarne alcuni - avevano dipinto le restanti pareti.
Oggi, alle 18, Papa Benedetto XVI celebrerà la liturgia dei Vespri alla Vigilia di Onnissanti, come fece il suo lontano predecessore Giulio II mezzo millennio fa.
Quando poco più di 2 anni fa ho visitato per la prima volta (e finora unica) i Musei Vaticani, gran parte della mia curiosità era attirata dalle Stanze di Raffaello e dalla Cappella Sistina.
Di quel giorno ricordo la vivacità dei colori provenire dalle pareti affrescate come se una luce illuminasse diffusamente tutta la sala invece dei raggi che penetravano attraverso le finestre. Ricordo di aver cercato con gli occhi la "Creazione di Adamo" e "Peccato originale e cacciata dal Paradiso terrestre", sempre opere del Buonarroti, e di aver passato la maggior parte del tempo con lo sguardo all'insù.
E poi... ricordo anche il pigia-pigia, quella orribile sensazione che si prova quando ti sbattono di qua e di là , stipati uno accanto all'altro.
La folla di visitatori accalcati per poco più di 10 minuti all'interno della Cappella Sistina e le fotocamere alzate sopra la testa per fotografare gli affreschi spezzano un po' quell'alone magico che circonda quest'opera immensa.
"I turisti portano polveri, vi lasciano anidride carbonica, sudore e umidità , e innalzano la temperatura" dice Antonio Paolucci direttore dei Musei Vaticani all'Osservatore Romano.
E tutto ciò non contribuisce alla salute della cappella. Ed allora mi chiedo perché non limitare diversamente l'accesso? Ogni anno 5 milioni di visitatori, con picchi di 20.000 al giorno, entrano nella cappella, ammassati come bestie al macello. E spingono, urlano.
Che almeno si ponessero con più rispetto verso uno dei capolavori più grandi dell'umanità .
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