Verso i miei viaggi provo un amore simile a quello che lega un genitore ai figli. Ognuno nella sua unicità, con i suoi pregi e difetti, è bellissimo e gli voglio un gran bene. Ma per uno in particolare ho una predilezione: i quattro giorni che ho trascorso a Roma con babbo e mamma.
Contrariamente alla stra-grande maggior parte di quelli che sono divorati dalla passione del viaggio, non ho iniziato prestissimo ad andare in giro. I primi viaggetti li ho fatti insieme agli amici, poi ho tentato qualche piccola avventura in solitaria finchè non è arrivata Sara. Con lei ho scoperto un nuovo mondo, molto più emozionante e coinvolgente. La storia che sto per raccontarvi però non la riguarda.
Inizialmente dovevamo essere due coppie: io e lei ed i miei genitori. Poi Sara viene colpita un virus influenzale che rovina tutti i piani. Cosa fare? Decidiamo ugualmente di partire, in tre, per un weekend lungo a cavallo del ponte del 2 giugno.
Era dai tempi delle scuole medie che non andavo in vacanza con loro. Corro indietro negli anni per riaprire vecchi cassetti colmi di bei ricordi: estati al mare con i miei zii e le mie cugine più grandi, che non mancavo di stressare per giocarci insieme mentre loro erano impegnate a respingere gli assalti di una mandria di ragazzi allupati. Il periodo era sempre agosto. 10-15 giorni sulla Riviera Adriatica o sul Tirreno. Mio babbo riusciva probabilmente a placare la sua curiosità di conoscere altri posti leggendo e guardando documentari in TV. Mia mamma invece preferiva passare quelle due settimane di ferie in compagnia e soprattutto nel più completo relax. Dopo un anno di duro lavoro mi sembra che le loro richieste non fossero troppo pretenziose.
Nonostante una dedizione al lavoro e una propensione al sacrificio davvero esemplari, qualche piccolo viaggetto in Italia, nel corso degli anni, erano riusciti a ritaglierselo. Però... però un desiderio era rimasto, irrealizzato, allo scorrere del tempo: vedere Roma e Città del Vaticano.
Per svariati motivi non erano mai riusciti ad andarci. A visitare Santa Maria in Aracoeli, a passeggiare a piazza di Spagna, o a gustare il panorama scultoreo della fontana di Trevi. Decido quindi che è arrivato il momento e mi metto ad organizzare il viaggio. Quattro giorni, non di più, per non stancarli troppo.
61 anni di duro lavoro da falegname e tanti malanni (piccoli e grandi) hanno minato la salute di mio padre ed anche mia madre non potevo sottoporla ad uno dei tour-de-force a cui siamo abituati io e Sara...
Mi sale l'ansia. Per la prima volta, la programmazione di un viaggio mi preoccupa. Loro non mi forniscono il men che minimo motivo per giustificare tale stato d'animo, ma sento tutto il peso di questo momento aspettato da una vita...
Eppoi io non conosco per niente Roma! Ci sono stato solo un paio di volte, l'ultima da mattina alla sera per assistere al concerto del 1° maggio. Dove sarà meglio portarli? Quali scelte fare? Chiedo aiuto agli amici, ai blogger e ai lettori del blog. Mi preparo come fosse un esame universitario. E finalmente arriva il giorno della partenza.
La prima tappa è fuori la capitale: Castel Gandolfo. La giornata è meravigliosa e decidiamo di mangiare in una tipica fraschetta di Ariccia. Nel pomeriggio visitiamo Trinità dei Monti e grazie alla tanto vituperata metropolitana andiamo a piazza del Popolo ed entriamo nelle chiese gemelle. I mezzi pubblici non ci aiutano un gran che, ma scopro un'insospettabile energia nei miei genitori e proseguiamo fino a sera girando per la capitale. Ogni giorno il programma viene scombinato, non per togliere ma per aggiungere chiese, monumenti, vie o piazze di questa meravigliosa città.
Non ci facciamo mancare una giornata a Città del Vaticano, tra la Basilica di San Pietro ed gli indimenticabili Musei Vaticani Anche una sera ceniamo in Trastevere. Di quei giorni ricordo il nostro incedere lento sul Ponte Sant'Angelo, la vista sulla città dall'alto del Vittoriano. E come dimenticare piazza Navona, il Campidoglio o il Colosseo?
Ogni sera tornavamo esausti, ma felici. Quella contentezza l'ho vista nei loro occhi e non la scorderò mai.
Negli anni successivi le loro condizioni di salute avrebbero reso molto più difficoltosa una vacanza del genere, e ripensando a quei giorni non posso fare a meno di credere che qualcuno dal cielo ci abbia dato una mano.
Roma è meravigliosa. Per me Firenze rimane la città più bella del mondo e come disse Michelangelo davanti alla cupola del Brunnelleschi, chiamato dal Papa per affrescare la Cappella Sistina "vado a fare la tua sorella, sarà più grande ma non più bella". Ma Roma è Roma. Non si può non innamorarsi di lei. Ed ogni volta che ci tornerò la mia mente volera a quegli istanti trascorsi insieme a quelle due persone fantastiche il cui esempio cerco di seguire ogni giorno.
Nonostante una dedizione al lavoro e una propensione al sacrificio davvero esemplari, qualche piccolo viaggetto in Italia, nel corso degli anni, erano riusciti a ritaglierselo. Però... però un desiderio era rimasto, irrealizzato, allo scorrere del tempo: vedere Roma e Città del Vaticano.
61 anni di duro lavoro da falegname e tanti malanni (piccoli e grandi) hanno minato la salute di mio padre ed anche mia madre non potevo sottoporla ad uno dei tour-de-force a cui siamo abituati io e Sara...
Mi sale l'ansia. Per la prima volta, la programmazione di un viaggio mi preoccupa. Loro non mi forniscono il men che minimo motivo per giustificare tale stato d'animo, ma sento tutto il peso di questo momento aspettato da una vita...
Eppoi io non conosco per niente Roma! Ci sono stato solo un paio di volte, l'ultima da mattina alla sera per assistere al concerto del 1° maggio. Dove sarà meglio portarli? Quali scelte fare? Chiedo aiuto agli amici, ai blogger e ai lettori del blog. Mi preparo come fosse un esame universitario. E finalmente arriva il giorno della partenza.
Non ci facciamo mancare una giornata a Città del Vaticano, tra la Basilica di San Pietro ed gli indimenticabili Musei Vaticani Anche una sera ceniamo in Trastevere. Di quei giorni ricordo il nostro incedere lento sul Ponte Sant'Angelo, la vista sulla città dall'alto del Vittoriano. E come dimenticare piazza Navona, il Campidoglio o il Colosseo?
Ogni sera tornavamo esausti, ma felici. Quella contentezza l'ho vista nei loro occhi e non la scorderò mai.
Negli anni successivi le loro condizioni di salute avrebbero reso molto più difficoltosa una vacanza del genere, e ripensando a quei giorni non posso fare a meno di credere che qualcuno dal cielo ci abbia dato una mano.
POST SCRIPTUM
Probabilmente un racconto così personale non interesserà a nessuno, ma anche se le parole non sono riuscite a tradurre i sentimenti, sentivo la necessità di scriverle, queste poche semplici righe così dense di ricordi indimenticabili.
Probabilmente un racconto così personale non interesserà a nessuno, ma anche se le parole non sono riuscite a tradurre i sentimenti, sentivo la necessità di scriverle, queste poche semplici righe così dense di ricordi indimenticabili.
1 commento
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