Nella prima metà del XIII secolo, sulle rotte commerciali che attraversavano l'Anatolia, i Selgiuchidi fecero costruire un gran numero di han (magazzini dove proteggere le mercanzie che in epoca ottomano si ampliarono dotandosi di laboratori e uffici) e di caravanserragli. Questi ultimi altro non erano che dei grandi edifici che disponevano di una locanda, di locali per custodire le carovane, di alloggi e talvolta anche di una piccola moschea, che accoglievano, ristoravano e proteggevano dai malintenzionati i viandanti ed i mercanti. Uno dei meglio conservati di quel periodo - ed il più grande - è il caravanserraglio di Sultanhani.
Un tempo la sua posizione, sulla strada che univa Konya (da cui la separavano 110 km) e Aksaray (circa 40 km), invitava ad una sosta tutti coloro che percorrevano la Via della Seta. Oggi quella stessa ubicazione l'ha resa una tappa obbligatoria di ogni itinerario turistico in pullman che si diriga dalla Cappadocia alla regione occidentale dell'Anatolia, per visitare prima Konya ed i suoi dervisci rotanti e poi la regione turca che si affaccia sul mar Egeo.
Un tempo la sua posizione, sulla strada che univa Konya (da cui la separavano 110 km) e Aksaray (circa 40 km), invitava ad una sosta tutti coloro che percorrevano la Via della Seta. Oggi quella stessa ubicazione l'ha resa una tappa obbligatoria di ogni itinerario turistico in pullman che si diriga dalla Cappadocia alla regione occidentale dell'Anatolia, per visitare prima Konya ed i suoi dervisci rotanti e poi la regione turca che si affaccia sul mar Egeo.
A differenza di molti altri che sono stati trasformati in ristoranti, hotel, negozi o altri tipi di strutture ricettive, il Sultanhani è aperto al pubblico - il prezzo del biglietto è di poche lire turche - esclusivamente a scopo turistico e consente di farsi un'idea precisa di quale fosse l'architettura tipica di un caravanserraglio.
Da fuori le mura possenti, interrotte solo da qualche torretta massiccia, sembrano proteggere la struttura quasi si trattasse di una roccaforte. Sulla facciata principale è presente un unico portone riccamente scolpito attraverso cui si accede al cortile interno, un ampio spazio circondato da porticati e stanze in cui erano ricavate la sala da pranzo, la cucina, i bagni e gli alloggi. Al centro, una piccola moschea dalla forma di un parallelepipedo... un arco per lato sorregge il luogo di preghiera sovrastante a cui si arriva grazie ad una ripida scalinata. Se non volete rischiare di rompervi l'osso del collo potete anche evitare di salire sopra: non ci troverete niente di sconvolgente.
Anche sotto i porticati della prima zona non c'è molto da ammirare, se non qualche calesse o utensile. Come sono le stanze? Piccole e buie. Nonostante tutto questo, se avete la fortuna di non incrociare molti tour organizzati, la visita al Sultanhani è sicuramente consigliabile. Grazie soprattutto alla seconda sezione, il magazzino. Un secondo portone permette di entrare in questo seconda sezione, quella "invernale", costituita da un vasto edificio chiuso a cinque navate, in cui la luce filtra solo attraverso delle piccole feritoie e da un "faro" ottagonale collocato a metà del soffitto con volte a botte.
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3 commenti
In questi giorni la Turchia mi "ritorna in mente" di continuo.
Quindi non potevo non commentare questa volta: grazie per averla portata un pochino qui!:)
Fra
Ci sono stata. Molto bello. Un caro saluto, Ale!
grazie a te Francesca per aver lasciato un commento!
@Erika ma te sei stata dappertutto!!! ;P
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