A prima vista Abbadia San Salvatore potrebbe sembrare uno dei tanti bei borghi della Toscana. Invece questo paese di appena 6500 abitanti del sud della provincia di Siena possiede delle caratteristiche che lo rendono unico.
Il secondo giorno del blog tour #TermeinTerrediSiena abbiamo visitato il suo museo più importante, all'interno della Torre dell'Orologio e siamo scesi nella galleria della miniera di cinabro (minerale da cui si estrae il mercurio) in attività fino agli anni '70. Ma di questo parlerò in un post a parte. Adesso vorrei concentrare l'attenzione sull'abbazia che dà il nome al paese!
L'ABBAZIA E LA CRIPTA
La troviamo affacciata ad un'enorme piazza, quasi a proteggere gli edifici medievali del centro a cui si accede attraverso un piccolo arco posto di fianco al torrione più basso, quello mozzato.
Un po' di storia: in origine il monastero venne costruito dai Longobardi a metà dell'VIII secolo lungo la via Francigena e gestito dai monaci benedettini, successivamente fu al centro di scontri con la famiglia Aldobrandeschi e con la Repubblica di Siena, e papa Gregorio IX decise di riassegnarla ai monaci cistercensi. I primi secoli del primo millennio videro l'apice delle fortune dell'abbazia, poi inizio il lento declino.
L'interno è costituito da una navata unica dalle pareti in pietra ed il soffitto a capriate, con una gradinata che porta ad un punto rialzato dove è collocato l'altare. Dietro, un crocifisso in legno del XII secolo.
Ma la
parte più suggestiva si trova nella parte sottostante, la cripta!
Forse un tempo la chiesa era tutta qui, tra le 35 colonne che sorreggono il soffitto a volte in pietra. Sarà la debole penombra, sarà il mistero che avvolge il luogo o la particolarità dei capitelli, ognuno diverso dall'altro, a dare un che di mistico, ma scendere nella cripta assomiglia ad un piccolo viaggio indietro nel medioevo.
IL CODICE AMIATINO
Riemergiamo in superficie e passando di fianco al chiostro saliamo le scale che ci conducono al secondo piccolo tesoro dell'abbazia, un museo che a breve si trasferirà in una sala aperta al pubblico e che per il momento è visitabile solo su appuntamento da concordare con il parroco.
Al suo interno ci sono dei reperti unici molto interessanti: il reliquiario di Papa San Marco (di particolare pregio la scultura della testa, in rame dorato, risalente al 1381) e soprattutto la copia anastatica del Codex Amintus!
Molti si chiederanno cosa sia una copia anastatica. E' la riproduzione identica all'originale di un'opera rara. In questo caso di un manoscritto veramente prezioso, il Codice Amiatino, la più la più antica copia manoscritta della Bibbia in versione latina, quella considerata più fedele!
L'originale, realizzata nel 632 da San Girolamo, è stata spostata alla Biblioteca Laurenziana di Firenze ma qui potete ammirare la copia, con oltre 1000 pagine della dimensione di 50x35 cm (peso complessivo oltre 34 Kg), finemente illustrate!
Quando all'inizio del post dicevo che Abbadia San Salvatore è unica, non avevo ragione? 😊
L'originale, realizzata nel 632 da San Girolamo, è stata spostata alla Biblioteca Laurenziana di Firenze ma qui potete ammirare la copia, con oltre 1000 pagine della dimensione di 50x35 cm (peso complessivo oltre 34 Kg), finemente illustrate!
Quando all'inizio del post dicevo che Abbadia San Salvatore è unica, non avevo ragione? 😊
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