Poche altre vie di Roma ricordano i fasti dei tempi della Dolce Vita come via Margutta. Negli anni '50-'60 la sua fama raggiunse l'apice grazie al film "Vacanze romane" in cui il giornalista Joe alias Gregory Peck porta la principessa Audrey Hephburn (*) in giro per la città in sella ad una vespa e la ospita nella sua casa al n°51. Negli anni seguenti in quel vicolo frequentato dagli artisti andarono ad abitare anche Federico Fellini e Giulietta Masina, l'attrice Anna Magnani, lo scrittore Gianni Rodari e tantissimi pittori come Giorgio De Chirico e Renato Guttuso.
Una targa con le figure stilizzate del grande regista e della sua attrice preferita (oltre che sua compagna) recita "Via Margutta, quante strade rare e belle / sò l'orgojo de 'sto monno / che t'incanti ner vedelle.../ io però sai che risponno? / "Via Margutta ormai è lampante / che le batte tutte quante/perchè è unica e speciale / e ner monno nun c'è uguale!"
Sfondo di tanti altri film famosi come "Un americano a Roma" con Alberto Sordi e protagonista di canzoni, su tutte via Margutta di Luca Barbarossa "Amore vedessi com'è bello il cielo a via Margutta questa sera / a guardarlo adesso non sembra vero che sia lo stesso cielo / dei bombardamenti, dei pittori, dei giovani poeti e dei loro amori / consumati di nascosto in un caffè" via Margutta me la immaginavo gagliarda come nelle foto che vedevo su internet.
In una spendida giornata di sole dello scorso febbraio l'ho trovata invece un po' decadente e malinconica. Probabilmente in primavera, al fiorire delle piante rampicanti che coprono le pareti che si affacciano sulla via, il suo aspetto torna ad essere quello che resiste ancora nell'immaginario di chi ha sentito parlarne ma non ha ancora avuto il piacere di fare la sua conoscenza.
Percorrere lentamente questa stradina al pomeriggio ha comunque un suo strano fascino. Con i ristoranti chiusi e la presenza discreta delle insegne delle gallerie d'arte, regna il silenzio mentre a poche centinaia di metri da qui piazza di Spagna pullula di turisti ed ai tavolini dei caffè di piazza del Popolo non si trova una sedia libera. La tranquillità a pochi passi dal rumore della folla.
Il momento più piacevole della nostra passeggiata è stato l'incontro con una bottega artigianale in cui si lavorano ancora i marmi utilizzati per le lapidi, le targhe e le fontane. Solo un n° civico, 53. Nessuna insegna. La vetrina aveva quasi ipnotizzato i nostri sguardi curiosi quando ci fanno cenno di entrare per dare un'occhiata all'interno: nella piccola stanza intorno al bel camino ci sono centinaia, anzi, migliaia di targhette che sono appoggiate sui tavoli, appese alle mura, o scendono dal soffitto. Su ognuna di queste è incisa una frase.
In quel preciso momento ho capito di essere a Roma.
Via Margutta è un vicolo parallelo di via del Babuino, la strada che collega piazza di Spagna a piazza del Popolo.
(*) la sua interpretazione le valse l'oscar come miglior attrice protagonista. Era il 1954
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"Sun, who tarries on high, contemplating Rome:
Greater never you've nor shall you in future see greater
Than Rome, O sun, as your priest, Horace, enraptured foretold..."
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