"Ah vai in Irlanda? Bella, coi suoi misteriosi castelli, paesaggi rigogliosi." "A dire la verità .. ho detto Islanda, non Irlanda!".
Questa è la classica risposta che ricevo quando racconto la mia meta di viaggio preferita. Non credo si tratti di scarsa conoscenza geografica, ma della difficile accettazione che qualcuno possa voler andare così a Nord.
Questa è la classica risposta che ricevo quando racconto la mia meta di viaggio preferita. Non credo si tratti di scarsa conoscenza geografica, ma della difficile accettazione che qualcuno possa voler andare così a Nord.
Lo stereotipo comune vuole che sia una distesa di ghiaccio e neve perenni e sia attaccata al Polo Nord, ma non è assolutamente così.
L'Islanda è un'isola del Nord Europa che si estende tra il 43° e il 65° parallelo Nord, il che la colloca ben più in basso rispetto al Nordland e Finnmark norvegesi, senza dimenticare le Svalbard.
Queste sì che sono l'ultimo baluardo europeo prima delle terre dell'Artico. Ad ogni modo, le coste islandesi sono lambite dalla Corrente del Golfo, motivo per cui l'isola è abitabile. Anche le temperature invernali non sono mai così rigide, come solitamente si crede.
Tra Natale e Capodanno non ho mai trovato temperature di molto sotto lo zero. Insomma, temperature in linea con le nostra della Pianura Padana, ma senza la fastidiosa umidità . L'unica nota negativa è il vento artico.
Passiamo alla questione fondamentale: perché il Nord e l'Islanda? Partiamo dalle origini. Galeotto è stato il mio primo viaggio in Norvegia, alle magnifiche Isole Lofoten. Con il successivo mi sono spinta invece a Tromsø, sempre in terra norvegese, ma a 350 km a Nord del Circolo Polare Artico. Dopo essere stata qui a caccia dell'aurora boreale, sono fuggita ben due volte in Islanda.
La Norvegia è una terra bellissima, che mi ha catapultata nello spirito nordico. Alte pareti rocciose a picco sul mare, stretti fiordi in cui a malapena riesce a infilarsi una nave, piccoli borghi di pescatori in cui l'odore predominante è quello di baccalà essicato al sole.
Spiaggia tropicale a Ramberg nelle Isole Lofoten (Norvegia) |
La Norvegia è una terra bellissima, che mi ha catapultata nello spirito nordico. Alte pareti rocciose a picco sul mare, stretti fiordi in cui a malapena riesce a infilarsi una nave, piccoli borghi di pescatori in cui l'odore predominante è quello di baccalà essicato al sole.
Una natura estrema, che costringe queste terre a vivere un lungo tramonto nelle giornate invernali e giorni senza buio nel periodo estivo. Come ricompensa per le poche o assenti ore di luce (solo a nord del circolo polare) madre natura offre il meraviglioso spettacolo dell'aurora boreale.
Non ci sono parole per descriverla: un'esplosione di emozioni che ti tiene col naso all'insù facendoti dimenticare il vento che ti taglia la faccia, i piedi e le mani diventate pietre insensibili. L'unico tuo desiderio è quello di ammirare nel cielo quella danza magica, la cui luce si irradia per tutto l'ambiente circostante. Il buio all'improvviso lascia spazio a lei, all'aurora, che diventa la padrona incontrastata di quelle terre. Danza, volteggia sulle cime delle montagne innevate quasi fosse un essere animato.
Aurora boreale a Tromsø (Norvegia) |
E dopo la selvaggia Norvegia selvaggia, passiamo a lei, la Terra del ghiaccio e del Fuoco: l'Islanda. Nel giro di poche ore, ti può far vivere tutte e 4 le stagioni. Alcuni proverbi nordici legati all'imprevedibilità atmosferica ricordano che "Se non ti piace il tempo, aspetta 5 minuti e vedrai che peggiorerà " oppure "Non esiste il cattivo tempo, esistono solo cattivi vestiti". Direi che si adattano perfettamente a questa terra.
Allo stesso modo, anche i paesaggi sono imprevedibili. Partendo dalla capitale Reykjavik, provo a darvi un'idea delle zone principali di quest'isola. La capitale conta 350.000 abitanti (più o meno gli abitanti di Firenze), ovvero 2/3 di tutta la popolazione islandese che si dividono una superficie pari a quella di Londra.
Provate a immaginare tutto lo spazio che hanno a disposizione. Non ci sono grattacieli, ma palazzi, un lungomare per passeggiate e jogging e una spiaggia da cui ammirare il faro e il tramonto. E il traffico? Si formano le code solo nel week end, durante i runtur notturni (giovani che "sfilano" in auto per le vie della città ). Questo è l'unico tipo di traffico che gli islandesi conoscono. Scendendo verso sud, si raggiunge la penisola di Reykjanes.
fiordi dell'Est (Islanda) |
Sede dell'aeroporto internazionale di Keflavik, è un mix di paesaggi lavici, alte scogliere su cui si infrangono a tutta forza le onde, pozze di acque ribollenti e la famosa, ma troppo turistica, Blue Lagoon e le sue acque termali all'aperto. Tutta la zona costiera meridionale è un susseguirsi di campi lavici, cascate adornate da bellissimi arcobaleni, spiagge nere e ghiacciai.
Una delle principali attrazioni turistiche è Jökulsárlón o laguna glaciale, in cui è possibile ammirare iceberg bianchi e blu, che si staccano dal vicino ghiacciaio e scendono sino al mare. Nelle stagioni più fresche si arenano sulla spiaggia nera, da cui l'oceano rabbioso che cerca di trascinarli nelle sue acque tumultuose. La regione orientale e i suoi fiordi, è il primo assaggio di ambiente selvaggio in cui montagne innevate si riflettono negli placidi specchi d'acqua che si formano nelle varie insenature della costa. Solo a momenti questi spazi immensi e disabitati sono interrotti da graziosi borghi di pescatori.
Jökulsárlón Laguna Glaciale (Islanda) |
Lo stesso paesaggio prosegue verso nord, dove Akureyri si conquista la definizione di "Capitale del Nord". Tra le piccole meraviglie di questa zona, cascate e laghi termali, mi piace citare la penisola di Vatnsnes, un circuito di 80 km su strada sterrata, lungo cui è possibile ammirare anche una colonia di foche nel loro habitat naturale.
All'estremo margine occidentale dell'isola, si estendono i Fiordi dell'ovest, quel lembo di terra che mi ricorda la forma di una mano. E' una zona selvaggia, percorsa da strade sterrate che accompagnano il viaggiatore lungo queste insenature che sembrano non finire mai. In quest'area, rientra Hornstrandir, una penisola disabitata e percorribile solo a piedi seguendo i numerosi trekking.
Prima di passare alle terre centrali, incontriamo un altro gioiellino: la penisola vulcanica di Snæfellsnes. A volte snobbata dal turismo di massa, e mi permetto di dire per fortuna, è un piccolo gioiellino in cui si respira un'aria magica.
Strada n.54 lungo la Penisola Snæfellsnes (Islanda) |
Il rilievo principale della penisola è il ghiacciaio e vulcano Snaefell, protagonista del libro "Viaggio al centro della Terra" di Jules Verne. Infine, restano le aree centrali disabitate, le Highlands. In queste zone dominate da altipiani inospitali, nessuna forma di vita può sopravvivere.
Ghiaccio e neve durante la stagione invernale bloccano ogni passaggio e forti inondazioni caratterizzano al contrario il periodo estivo. Le poche strade che li attraversano sono malmesse e definite piste F, percorribili solo da mezzi 4WD e da guidatori esperti. Ho appositamente lasciato all'ultimo posto, il Circolo d'Oro, la più famosa attrattiva turistica d'Islanda con Geysir, la cascata di Gullfoss e il Parco di Þingvellir, dove si può ammirare la spaccatura creare dalla tra le placche euroasiatica e americana.
Geysir (Islanda) |
Siete ancora convinti che il Nord sia così irraggiungibile? Il rischio ora è quello di farvi contagiare dalla "febbre del Nord"..
Foto e testo di Debora Dosi.
Foto e testo di Debora Dosi.
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2 commenti
che bellissimo articolo, molto molto ispirante!
e la febbre di Debora non accenna a calare... tra poco partirà per l'Alaska!
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