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viaggio a Zanzibar: escursione a Prison Island e alle tartarughe giganti

Zanzibar Prison Island tartarughe
Gli abitanti di Zanzibar la chiamano Changuu, che in lingua swahili significa letteralmente "isola delle tartarughe", ma per gli stranieri è Prison Island, l'isola della prigione. In alcune guide turistiche viene chiamata l'isola della Quarantena mentre in altri siti sul web si legge che il nome Changuu deriva da una specie di pesci che nuotano nelle sue acque. In qualunque modo la vogliate chiamare, si tratta di un'isoletta di appena 800x200 metri che si trova a circa 5 km dal porto di Stone Town ed è la meta di una delle escursioni che vengono proposte ai turisti che si trovano a Zanzibar.

Una buona idea, se decidete di andarci, è di abbinare Prison Island (1h e 30'/2 h compresa andata e ritorno in dhow) ad un'altra escursione, ad esempio la visita di Stone Town oppure il Tour delle spezie, anche se sinceramente tra tutte le escursioni che abbiamo fatto è stata quella che mi è piaciuta di meno... L'unico motivo per cui vale la pena andarci - e per qualcuno, senza fare nomi, la mia compagna Sara, è un motivo validissimo! - è la nutrita colonia di tartarughe giganti delle Seychelles che popola il parco.

Zanzibar Prison Island tartarughe

Ma andiamo avanti un passo alla volta. L'escursione, da sola o in abbinamento ad un'altra, viene fatta al mattino o al pomeriggio e noi propendiamo per quest'ultima opzione: arrivati al porto di Stone Town saliamo a bordo di un'imbarcazione battezzata "Andiamo" - tanto per non sottolineare che i turisti italiani a Zanzibar sono di casa - che somiglia ad un motoscafo coperto dalla tenda di una carovana ed in 15' minuti mettiamo piede sulla soffice sabbia bianca dell'isoletta. 

Zanzibar Prison Island
Zanzibar Prison Island

Ali, la guida ingaggiata dai Beach Boys, ci racconta che fino a non molti anni fa Prison Island era quasi presa d'assalto dai turisti facoltosi che alloggiavano nell'unico hotel che sorge al centro. Adesso invece i clienti scarseggiano e chi arriva qua lo fa per vedere da vicino le tartarughe o mangiare al ristorante ricavato all'interno dell'ex prigione.

Zanzibar Prison Island
Zanzibar Prison Island

Che siano arrivate prima le tartarughe nella riserva o gli schiavi è un punto ancora controverso. Per quanto riguarda le prime sembra che dopo la seconda metà del 1800 (prima l'isola era disabitata) il sultano di Zanzibar Majid bin Said volle costruire una reggia in stile arabo e fece portare da Aldabra (isole Seychelles) alcune tartarughe per farne dono alla prima moglie.

Il centinaio di esemplari che si muovono (mooooolto lentamente) nel parco dell'isola sono i discendenti di queste prime tartarughe ed hanno più di un secolo! Ce ne sono di ogni dimensione e peso (alcune arrivano a superare i 2 quintali!), molte di esse le abbiamo trovate una accanto all'altra quasi a proteggere la più vecchia che ha ben 189 anni! Una scritta celeste sul guscio indica la loro età e comunque la più longeva è riconoscibilissima dal guscio che presenta una grossa crepa provocata da un albero cadutole addosso... poveretta! Questo incidente non le ha certo impedito di vivere così a lungo però forse ha influito sulla sua crescita perchè ci sono molte altre tartarughe più "giovani" (di 140-150 anni) che sono più grosse.

Zanzibar Prison Island tartarughe
Zanzibar Prison Island tartarughe

Quando siamo andati eravamo gli unici ospiti e senza nessuna comitiva in giro abbiamo potuto fare tutte le fotografie che volevamo, dare alle tartarughe un po' di verdura (occhio alle mani, specialmente se state guardando chi vi scatta una foto!) e solleticarle sotto il collo... un gesto che apprezzano moltissimo e che le fa tirare in avanti la testa mostrando un collo insospettabilmente lungo.
Insomma, se amate questo genere di animali, la visita a Changuu merita assolutamente. Potete fotografarle ed accarezzarle ma non montateci sopra e non approfittate della loro placida indole.

tartarughe Seychelles Prison Island Zanzibar
Zanzibar Prison Island tartarughe

Sulla prigione ci sono dati più certi: in un primo momento il sultano cedette l'isola ad un mercante arabo di schiavi che ne fece un luogo di detenzione per gli schiavi più esagitati, successivamente, nel 1893 il primo ministro britannico di Zanzibar divenne il proprietario e vi fece costruire un carcere, tra l'altro mai utilizzato... l'edificio venne utilizzato come stazione di quarantena e adesso è un ristorante con un menù del giorno molto poco tipico: spaghetti bolognese 14 $, fettuccine pescatore 16 $, più altri due primi piatti di pastasciutta e 5 piatti di pesce alla griglia o fritto... senza contare la scritta "pizza available"!

Zanzibar Prison Island
Zanzibar Prison Island

La sua forma è quella originaria, con un grande spazio interno dove i prigionieri venivano raggruppati quando non stavano nelle celle. Le varie stanze che si affacciano al cortile sono adesso occupate da tavoli o sono chiuse... solo nel bagno femminile si vede ancora l'anello di ferro a cui erano fissate le catene che tenevano gli schiavi. Tutto qui? Ebbene sì... se avete tempo potete fare un tuffo nelle acque cristalline che circondano l'isola: oltre a diverse stelle marine che si vedono anche dalla spiaggia, allontanandosi dalla riva si trova anche una piccola barriera corallina.
Non è questo però il motivo per cui merita andare a Prison Island. E nemmeno la prigione...

Zanzibar Prison Island
Zanzibar Prison Island
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