Alla scoperta di Ravenna: la città vista con gli occhi di Roberta Zennaro.
Non sono mai stata a Ravenna e questa prima visita mi incuriosisce:
per i suoi otto siti UNESCO,
per la sua storia ricca e articolata, per i gloriosi anni in cui fu capitale
dell'Impero Romano d'Occidente, con il declino di Roma capitale e con la
minaccia delle invasioni barbariche. Sarà la prima tappa di Adristorical lands, il tour che
per una settimana metterà di fronte la sottoscritta e i bloggamici a una fitta
sequenza di visite e a tanti spostamenti “sulle due sponde del mare Adriatico”
tra Romagna, Marche e Bosnia.
La curiosità è la prima molla che spinge un viaggiatore a mettersi in cammino:
partiamo!
Ravenna suscita
emozioni diverse, dirò qualcosa di scontato ma è la verità: è una città
bellissima e vivibilissima; con la preziosa guida di Elena DeBenedictis la scoperta è ancor più piacevole.
Arrivando in auto, trafelata come il mio solito, il parcheggio di Viale Serra è
comodissimo, permette di lasciare l'auto fuori dal centro e arrivarci in pochi
minuti a piedi. Le mura antiche e le porte che chiudono la città medievale
aprono lo sguardo a un centro storico raccolto, sobrio, colorato, dove si può
girare tranquillamente a piedi (è tutto vicino) o in bicicletta (è tutto in
piano).
COSA VEDERE A RAVENNA
Il tessuto economico poggia su un buon equilibrio tra le attività
produttive tradizionali, soprattutto agricole, e una rete di servizi con cui la
città è cresciuta negli ultimi anni. Elena ci spiega che è normale muoversi in
bicicletta in città.
Quando molti anni fa la giunta comunale chiuse il centro
alle auto ci fu la prevedibile alzata di scudi dei commercianti, poi smentita
dai fatti: gli affari non diminuirono e semplicemente ci si abituò ad
utilizzare questi mezzi, sani ed ecologici, anche per fare shopping. Con buona
pace dei maniaci delle auto.
Elena ci introduce anche all'ottimo sistema, caso
forse unico nell'Italia delle divisioni e dell'individualismo, della cooperativa di guide che da 30 anni gestisce i
gruppi turistici in città. Un esempio virtuoso di come fare rete e lavorare
insieme porti vantaggi sia agli operatori del settore, sia agli utenti di un
prezioso servizio, invece di portarsi via a vicenda il lavoro.
IL GIARDINO DELLA ROCCA BRANCALEONE
Ravenna è
anche a misura di famiglia,
con molti spazi verdi ideali per portare fuori i bambini e i
nostri amici animali: il Giardino
della Rocca Brancaleone per
esempio. Non manca l'acqua
pubblica, questo per me diventa lo stimolo per bere tutta la settimana
l'acqua delle fontanelle. Cercare una fontana è un gioco virtuoso che dovremmo
fare tutti, invece di comprare acqua confezionata in bottiglie di plastica. E
poi Ravenna ha tanti angoli carini, chiesette
nascoste tra alti palazzi e piazze che si aprono tra le vie del centro.
Vi sono
persino degli edifici di epoca fascista, non dimentichiamo che Predappio, paese
natale di Mussolini, si trova
a poche decine di chilometri da qui. Piazza
del Popolo, con le sue due colonne veneziane al centro, è circondata dal
palazzo comunale e da palazzi antichi con portici. Qui, nel fulcro della vita
civile in città, un formicaio di persone si stanno preparando per gli
spettacoli serali che la affolleranno, a cui assisteremo assieme a tanti
ravennati. Ma Ravenna è una città d'arte, nota per i suoi
tesori che attirano studiosi e turisti da tutto il mondo, scoprirla significa
andare a passeggio nella storia.
Il centro storico mostra un
susseguirsi di pieni e vuoti, antichità e modernità caratteristici d una
cittadina molto “vitale”. La Biblioteca
classense è ospitata in un
edificio antico con un bellissimo chiostro, che sembra fatto apposta per
leggere all'ombra di alberi e portici, almeno d'estate. Al secondo piano, dove
c'è anche l'aula magna, un susseguirsi di testi antichi e mappamondi ci mostra
cos'era la biblioteca al tempo della sua costruzione, a partire dal 1512,
quand'era un'abbazia camaldolese.
IL MUSEO TAMO
Il vicino TAMO è sede di un museo interessantissimo e
forse unico, dedicato alla storia e alle moderne applicazioni dell'arte musiva,
fiore all'occhiello di Ravenna.
Uno, due, tre, quattro... in greco la parola quattro, tessera, indica i quattro
lati di ogni unità del mosaico. L'acronimo
TAMO significa Tutta
l'Avventura del Mosaico, è davvero un'avventura perché il mosaico utilizza
una sequenza di materiali stratificati tutto sommato semplici, non sempre
preziosi, sui quali vengono depositate le tessere che producono un effetto
straordinario.
Alcune preziose rappresentazioni sono i mosaici conservati nei
maggiori siti di Roma antica, come Piazza Armerina e Pompei solo per citarne un
paio in Italia. Quando viaggio verso mete più lontane mi sorprendo ogni volta
che posso ammirare questa specialissima forma d'arte che è il mosaico. Il
bacino mediterraneo è ricco di testimonianze della civiltà romana, in tutti
questi Paesi i reperti archeologici in generale, e i mosaici in particolare,
sono esibiti con orgoglio.
Dopo un ricco pranzo a buffet nel chiostro, nel primo pomeriggio la visita prosegue con il meglio della storia e dell'arte ravennati. Non avendo il tempo di spingerci fino al Mausoleo di Teodorico e Sant'Apollinare in Classe, che stanno fuori dal centro, ci concentriamo sul centro storico.
VISITANDO IL CENTRO STORICO
Elena ci fa notare che Classe era la località dove sorgeva il porto, mentre ora il mare è a quasi 10 chilometri di distanza. Inoltre in anni recenti si sono scoperti ingenti giacimenti di gas metano in tutta la zona della pianura padana compresa tra il basso Veneto e la Romagna, la cui estrazione ha provocato in passato l'abbassamento del livello del terreno, fenomeno noto come subsidenza, con conseguenze a volte drammatiche sulla conformazione del suolo e sulla tenuta degli edifici. Ravenna capitale dell'Impero ha tre protagonisti: Odoacre, Teodorico e Giustiniano, le opere che ci hanno lasciato sono preziose testimonianze della loro storia.
IL BATTISTERO DEGLI ORTODOSSI
Il Battistero degli Ortodossi (o Battistero neoniano), e il Battistero degli Ariani sono due antiche costruzioni di forma
ottagonale, tutto sommato piccole, che hanno però una grande ricchezza di
mosaici al loro interno. Oggi sono consacrate al rito ortodosso grazie al
supporto della comunità rumena ravennate.
La tomba di Dante Alighieri |
LA TOMBA DI DANTE
Venendo solo un po' verso i nostri
giorni, un monumento particolare è la tomba
di Dante, che trascorse a Ravenna gli ultimi anni di vita, ospite della
nobile famiglia ravennate dei Da Polenta, e vi morì di malaria, il 13 settembre
1321. I fiorentini, dalla sua città natale, tornano qui ogni anno a metà
settembre per chiedere la restituzione del sarcofago in cui il poeta riposa,
finora non hanno avuto successo. Vedremo cosa succederà nel 2021, settimo
centenario della sua morte. La fiaccola accesa nel mausoleo è alimentata con
olio toscano.
Il teatro della città è dedicato
proprio a Dante Alighieri, vi si tengono il Ravenna Festival e importanti
rassegne di prosa e musica (la moglie del maestro Riccardo Muti è proprio di
Ravenna).
LA BASILICA DI SAN VITALE
I luoghi più emozionanti sono
tuttavia i capolavori dell'arte bizantina, costruiti a partire dal quinto
secolo: il complesso di San
Vitale, il mausoleo di Galla Placidia, Sant'Apollinare Nuovo, somme
testimonianze degli anni d'oro di Ravenna capitale, del diverso modo di credere,
e di vivere la Cristianità, che da qui si è diffuso.
A San Vitale la basilica
paleocristiana è un enorme complesso con un interno (pavimento e pareti) fatto
di mosaici ricchissimi e marmi preziosi che brillano di una luce straordinaria.
Per prevenire i danni alla pavimentazione causati dai frequenti allagamenti, fu
costruito nel 1300 un ingegnoso sistema di chiuse che garantiva il deflusso
dell'acqua dall'interno della chiesa. Sono rappresentate diverse fasi della
vita di Gesù, a partire dai suoi 20 anni, il periodo delle predicazioni, sino alla
vecchiaia e alla morte.
A Sant'Apollinare Nuovo mi
colpiscono la semplice facciata in mattoni e il campanile cilindrico, che non
lasciano trasparire l'interno, con un pregiatissimo soffitto a cassettoni,
colonne con capitelli riccamente decorati e ben tre zone mosaicate, che
raccontano la vita di Gesù.
SANT'APOLLINARE NUOVO |
Il mausoleo dedicato a Galla
Placidia fu costruito sul modello della chiesa di Santa Sofia a Istanbul. Anzi,
secondo il disegno di Giustiniano da Costantinopoli doveva proprio
rappresentare la ricostruzione di Santa Sofia a Ravenna. Per nostra fortuna, il
mausoleo è arrivato sino a noi quasi intatto, senza subire saccheggi né da
parte dei barbari né dei musulmani.
In cima al mausoleo, ma anche
sopra la tomba di Dante, una pigna mostra la rigenerazione, come il
sarcofago contiene delle spoglie e rappresenta la vita che continua e ritorna
dopo la morte. Ecco perché visitare Ravenna significa andare a passeggio nella
storia: nonostante il suo ricco passato, le testimonianze paleocristiane,
bizantine, veneziane, oggi questa città e la sua gente (che è il suo migliore
rappresentante e ambasciatore) trasmettono grande vitalità, bellezza e cura. E
la fanno amare anche ai visitatori!
Testo e foto di Roberta Zennaro.
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