Ogni volta che sto per intraprendere un viaggio mi trasformo, nella fase di preparazione, in un ricercatore certosino di informazioni. Prima di partire per Cracovia non mi era sfuggito che il Museo della Fabbrica di Schindler fosse una delle "cose da vedere" e in virtù della vicinanza al nostro alloggio, avevo programmato di andare a visitarlo l'ultimo giorno o di incastrarlo tra un'attività e l'altra. Non avevo capito niente. Lo avevo snobbato, inconsapevolmente, o colpevolmente se preferite, a causa di quel pugno di nozioni in base alle quali mi ero superficialmente costruito un'idea che nella realtà si è poi dimostrata totalmente errata.
La Schindlera Fabryka non è solo il luogo di maggior interesse del quartiere di Podgorze, è il museo che più di tutti merita di essere visto a Cracovia.
Insieme alla guida che l'ufficio turistico di Cracovia ci aveva messo a disposizione per l'intera mattinata - e ci aveva convinto a scombussolare i nostri piani - abbiamo preso un taxi e ci siamo diretti a Plac Bohaterow Getta, la Piazza degli Eroi del Ghetto.
In alternativa avremmo potuto andarci a piedi camminando per tre chilometri, prendere uno dei taxi elettrici che circolano nella Città Vecchia o salire sopra un tram lungo ulica Starowislna e scendere alla prima fermata dopo il fiume. In ogni caso Piazza degli Eroi del Ghetto è una tappa obbligata venendo dal centro di Cracovia e da lì seguendo le indicazioni dei cartelli si raggiunge facilmente in 5 minuti la Fabbrica di Schindler in via Lipowa n°4.
Prima di proseguire credo che sia opportuna una premessa. Anzi, tre:
- come ho già scritto, l'ausilio di una guida turistica è caldamente consigliato per questo museo! Le sezioni sono molte e ben fatte ma a meno che non decidiate di leggere le centinaia di didascalie collocate sotto ogni fotografia, cimelio o postazione multimediale, alla fine del percorso avrete compreso solo una minima parte del significato dell'intero percorso museale.
- Il museo non è un memoriale dedicato a Oskar Schindler! All'interno dei locali dell'ex Fabbrica D.E.F. (Deutsche Emaillewaren-Fabrik) che durante la seconda guerra mondiale produceva oggetti smaltati, oltre all'ufficio e qualche fotografia non troverete nient'altro sull'imprenditore tedesco. Il museo illustra in modo dettagliato e con grande cura di particolari la storia di Cracovia durante l'occupazione nazista, dal settembre del 1939 fino alla liberazione avvenuta grazie all'esercito sovietico nel 1945.
- Oskar Schindler... chi era costui? Coloro che come me hanno visto il celebre film di Steven Spielberg del 1993 (Schindler's List, vincitore tra l'altro di ben 7 premi Oscar) sanno già la risposta: dette lavoro agli ebrei nel periodo in cui a Cracovia venne istituito il Ghetto e da Plac Bohaterow Getta partivano furgoni stracarichi di deportati diretti ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Schindler riuscì a salvare circa 1200 ebrei da morte sicura trasferendo i suoi Schindlerjuden (gli "ebrei di Schindler") in Cecoslovacchia.
E ora finalmente andiamo alle risposte che pone il titolo del post:
PERCHE' VISITARE IL MUSEO DELL'EX FABBRICA DI SCHINDLER?
Piuttosto c'è da chiedersi perché un turista in visita a Cracovia non dovrebbe essere interessato alla sua recente storia, alla tragedia della Shoah che vide colpite più di tutte le comunità ebraiche della Polonia e quella di Kazimierz in particolare.
La visita al museo inizia nella sala che prima dello scoppio della guerra era lo studio di un fotografo e subito colpiscono i ritratti sorridenti delle persone, trapela una spensieratezza che presto striderà al contrasto con la grossa nube che oscurerà Cracovia.
La prima sala del museo |
Siamo nel settembre del 1939, il timbro dei passaporti non reca più il simbolo della città ma quello dei nazisti. L'atmosfera è completamente cambiata: spuntano i primi divieti per gli ebrei, inizia la graduale campagna di annientamento della condizione di essere umano.
L'ingresso al parco è vietato agli ebrei |
Sulle pareti vediamo le fotografie della propaganda nazista, filmati in bianco e nero raccontano la cacciata dei professori giudei dall'università e qui anche la nostra guida, ricordando che il padre del marito fu uno di quelli che subì questo primo sopruso nazista, si commuove. E noi con lei... non si può rimanere indifferenti davanti a racconti di violenza psicologica più ancora che fisica. Margherita ci parla della costruzione del Ghetto nel 1943: di quelle mura arcuate che riproducevano l'architettura dei cimiteri ebraici... "voi da qui non ne uscirete vivi" era il monito non troppo implicito che i nazisti rivolgevano alla comunità di Kazimierz.
Brevi documentari, filmati, diapositive e foto d'epoca sbiadite dal tempo ci raccontano del disprezzo e delle atrocità compiute dall'esercito nazista. La ricostruzione storica di una Cracovia che di giorno in giorno viene sempre più maltrattata e umiliata è un crescendo di angoscia, terrore, orrore.
Ingresso al tram vietato agli ebrei |
Ufficiali nazisti che si mettono in posa davanti a uomini impiccati |
Ed eccoci all'ufficio di Schindler. In mezzo a questo grande spaccato di storia, la sua presenza passa quasi inosservata... Mi sono chiesto come mai delle gesta eroiche del "giusto tra gli uomini", titolo attribuitogli dallo stato di Israele, non ci sia quasi traccia. Ho provato a domandarlo anche alla nostra guida, ma purtroppo senza successo... ci dice che Schindler era molto lontano dalla figura descritta nel film di Spielberg ma quando proviamo a indagare sul significato di questa affermazione, non otteniamo risposte.
Il discorso diventa ancora più spinoso se proviamo ad accennare al film. Sembra che ci sia un sentimento di riconoscenza misto a risentimento nei confronti del regista americano. E' merito suo se il museo è sorto e se tutto il mondo conosce la storia di Schindler e delle migliaia di vite da lui salvate, ma... allo stesso tempo c'è un fastidio dovuto all'inevitabile taglio hollywoodiano che è stato dato alla storia.
La sensazione è che non sia andata giù, ad esempio, l'importanza marginale che hanno avuto nel film alcuni personaggi a partire dal dott.Tadeus Pankiewicz, il farmacista che lottò clandestinamente contro i nazisti e contribuì a salvare anch'egli centinaia di ebrei polacchi. Purtroppo mi resta il dubbio se Schindler venga considerato o meno, perdonate il termine, un "furbone" che ha agito nel suo interesse e che ha ottenuto come effetto collaterale la salvezza di 1200 persone...
Oskar Schindler |
Ovviamente gli ebrei sopravvissuti, che hanno provveduto al sostentamento di Schindler tornato squattrinato dall'America tanti anni dopo la fine della guerra, hanno un atteggiamento completamente diverso nel confronti del loro benefattore. Ma che in un certo senso Schindler sia visto come il "buon ladrone" della Bibbia è un'idea che mi è penetrata in testa e non se ne vuole andare.
L'ufficio di Schindler e l'installazione moderna formata dalle pentole |
Nell'ufficio di Schindler il ruolo di protagonista è assunto dalla sua scrivania, con la macchina da scrivere in bella vista (foto in alto).
Nella stanza adiacente un'installazione moderna dalla forma di un cubo di vetro contenente pentole e tegami reca sulle pareti al suo interno i nomi degli ebrei presenti sulla lista di Schindler. Un forte significato simbolico permea tutto il museo e passando da una sala all'altra, dalla riproduzione di un appartamento ebraico a quella di un campo di lavori forzati, si giunge alla fine del percorso: due schermi mostrano il libro dei buoni e quello... dei cattivi.
La ricostruzione di un appartamento ebraico |
Non poteva mancare un accenno a Karol Woytila |
La sezione dedicata ai campi di lavoro forzati |
Sì, proprio così! In uno sono elencati i "giusti". Vado alla lettera "E" e leggo: Ebro Prokesh Zofia, Echberger-Cukrowicz Wictoria, Eckhardt Maria, ecc.. ci sono nomi e cognomi di quelli che si sono battuti per la giustizia.
Accanto, nell'altra postazione multimediale, ci sono gli avidi, gli informatori, i gelosi, i ricattatori; con tanto di descrizione degli atti compiuti. Tutti quelli che durante la guerra hanno scelto di schierarsi con gli occupanti e hanno avuto un comportamento tutt'altro che retto.
Ebbene, è questo il messaggio che si vuole dare al visitatore. Un grido di speranza, nei confronti dell'uomo, nei confronti della vita. I nomi dei giusti sono molti di più di quelli dei cattivi.
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