Il Nadaam è la festa nazionale più importante della Mongolia e si svolge da più di 3000 anni! Durante "I Giochi" vengono rievocate le gesta di Gengis Khan e ci sono gare di tiro con l'arco e di ippica. Se volete vedere da vicino le tradizioni e il folklore di questa nazione, così lontana e poco conosciuta dal mondo occidentale, questa è la migliore occasione! Intanto potete leggere il racconto di Roberta, che vi ha fatto tappa nel suo viaggio con Avventure nel Mondo.
Lunedì 11 luglio 2011, l'ultimo giorno del nostro viaggio in Mongolia, inizia sul treno, sulla mitica ferrovia Transmongolica che di questo Paese enorme ci ha mostrato un pezzettino incuneato a sud verso il confine cinese. Il treno notturno ci riporta alla capitale Ulan Bator (UB), avvicinandoci non vediamo quasi più le gher bianche dove abbiamo dormito durante tutto il tour. Il furgoncino con autista fornito dall'organizzazione ci porta dalla stazione dei treni all'hotel dove in un attimo molliamo i bagagli, facciamo colazione, ci cambiamo e via! Si va allo stadio per assistere alla cerimonia inaugurale del Nadaam Festival, la kermesse annuale che celebra gli sport nazionali mongoli e la forza fisica come esibizione del corpo, ma anche come istinto alla sopravvivenza, in una serie di competizioni seguitissime di tiro con l'arco, corsa a cavallo, lotta libera.
In tutto il Paese l'11 e 12 luglio si celebra la festa nazionale e, dallo stadio di UB ai villaggi più sperduti, si svolgono competizioni di questi tre sport per poi proclamarne i vincitori, acclamati come star da un pubblico vestito a festa.
Il traffico è allucinante, oltre alle auto vi sono centinaia di persone a piedi, a cavallo, in moto. Entriamo sgomitando tra la calca, per fortuna siamo seduti sulla tribuna numerata in posizione laterale.
In questa calda giornata di sole uomini e donne sfoggiano splendidi “del”, l'abito tradizionale mongolo, ma anche scarpe col tacco o stivali colorati in pelle. L'aria frizzante della cerimonia, dell'evento, è palpabile e le gare vere e proprie iniziano quasi in sordina. Dapprima c'è una straordinaria sfilata in costumi di varie epoche, poi il discorso del Presidente dalla tribuna d'onore, musica, danze, esibizioni che celebrano l'indipendenza della Mongolia.
Non possiamo accedere al parterre quindi vediamo la lotta libera solo da lontano, cogliendone il senso di sopraffazione d'un uomo su un altro uomo, che si conclude quando uno tocca terra con un gomito e il vincitore gli danza sopra la testa a braccia aperte, a simulare il volo di un'aquila sulla preda.
L'area attorno allo stadio è stata trasformata in un enorme campo dove oggi e domani si mangia, si beve e si fa festa, è il trionfo del merchandising nazionalistico.
Alle 14 lo attraversiamo per andare al piccolo campo dove si svolgono le gare di tiro con l'arco: una fila di uomini ha 20 tiri a disposizione per colpire il bersaglio posto a 50 metri di distanza, con punteggi controllati da una giuria che si esprime con gesti codificati.
Le donne gareggiano allo stesso modo, ma da soli 40 metri di distanza. Che bello spettacolo, sia i tiratori sia i giudici indossano “del” eleganti e portano cappelli o acconciature elaborati.
Domani le eliminatorie e le gare finali termineranno con la proclamazione dei vincitori delle due specialità ; anche la corsa coi cavalli che si svolge all'aperto, fuori città , avrà il suo campione.
Siamo in giro da tanto tempo ma la stanchezza non ha ancora il sopravvento, alle 15 usciamo e ripassiamo in centro per un ultimo shopping allo State Department Store.
Siamo fortunati, è festa ma ci hanno lasciato aperto il quinto piano per i souvenir dei turisti, con i minuti contati prendiamo le ultime cose e torniamo in hotel, dopo una doccia veloce usciamo per l'ultima serata. Ora il cielo si è fatto grigio e si scatena un forte temporale, ma noi stiamo comodamente seduti in un piccolo teatro dove, per oltre 1h, assistiamo allo stupendo spettacolo che riunisce la musica tradizionale, il canto di gola, il ballo, il contorsionismo.
All'uscita troviamo, per la seconda volta in questo viaggio, un arcobaleno. Andiamo a cena al ristorante, un locale elegante dove ci tuffiamo su un ricco buffet, poi passeggiamo per Sukhbataar Square, la piazza centrale della capitale mongola, modernissima, dominata dall'enorme statua di Gengis Khan. Sta iniziando un concerto rock, decisamente per giovani. Ascoltiamo distrattamente qualche brano poi rientriamo a mezzanotte.
Tranne per qualche passeggiata in centro intorno alla piazza e per il Gandan Monastery (grande e ben conservato, ma non entusiasmante in confronto a tanti altri templi visti in giro per l'Asia) non ho visto quasi nulla della capitale. Ora, a fine viaggio, non c'è tempo, all'andata ho perso la coincidenza a Mosca e sono arrivata a destinazione un giorno dopo i miei compagni di viaggio. UB non è certo ricca di attrattive ma sarà un'ottima occasione per tornarci presto. I principali luoghi d'interesse oltre a quelli citati sono il Palazzo d'Inverno, il monastero Choijin Lama, il Museo Nazionale, il Museo di Storia Naturale e, a 50 km di distanza, un altro monastero: Manzushir Khiid.
L'indomani dopo sole 4h di sonno ci alziamo e andiamo in aeroporto, il check-in tutto sommato è veloce, il controllo bagagli meno, io da sempre dispenso consigli agli altri ma dimentico alcune regole; in questo caso non metto il coltellino nello zaino così devo lasciarlo qui, dopo vari tentativi di farlo passare nei bagagli. Mi spiace tanto! Aeroflot ha ancora un servizio un po' così, come all'andata. A Mosca, all'aeroporto Sheremetevo saluto i tre compagni di viaggio che hanno subito la coincidenza per Milano, sono triste ma spero di rivederli presto. Rimango con gli altri due travelmate per ben 8h trascorse tra telefonate e scrittura, ma che fatica!
mappa tratta dal sito di Avventure del Mondo
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Alle 17 anche loro due partono per Roma, rimango da sola, mi sposto al gate per Venezia, attendo l'imbarco, e dopo altre 3h atterro. Tutto è bene quel che finisce bene, lo zaino arriva subito, il viaggio è davvero finito. Spero che se tornerò a Mosca sarà in treno per coronare un grande sogno: la Transiberiana.
Bayartai, arrivederci Mongolia, ti porteremo nel cuore e se possibile ritorneremo.
Bairlalaa, grazie ai miei meravigliosi compagni di viaggio che spero di incontrare ancora, per le strade del mondo.
Le altre puntate del viaggio in Mongolia le trovi a questo link:
Lost in Mongolia: come perdersi e ritrovarsi nel nulla che ammalia
L'itinerario e le caratteristiche del viaggio di Roberta le trovate sulla pagina di Avventure del Mondo (nel paese dei mongoli, il deserto del Gobi, la terra di Gengis Khan) Mongolia Solo.
Bairlalaa, grazie ai miei meravigliosi compagni di viaggio che spero di incontrare ancora, per le strade del mondo.
Testo e foto di Roberta Zennaro.
Le altre puntate del viaggio in Mongolia le trovi a questo link:
Lost in Mongolia: come perdersi e ritrovarsi nel nulla che ammalia
L'itinerario e le caratteristiche del viaggio di Roberta le trovate sulla pagina di Avventure del Mondo (nel paese dei mongoli, il deserto del Gobi, la terra di Gengis Khan) Mongolia Solo.
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