Il MUSEO DEL CONTRABBANDO DI LUNECCO
Non so, forse eravamo nelle migliori condizioni psico-fisiche prima della visita di questo luogo e forse il cielo ci aveva dato una mano richiamando un bel gruppetto di nuvole a stazionare sopra il campanile di Sant'Anna e rilasciando una leggera pioggerella che rendeva l'atmosfera ancor più cupa: siamo arrivati alla chiesetta sul dirupo nel primo pomeriggio dopo aver ascoltato le storie di un ex contrabbandiere di tabacco (ma anche caffè e zucchero) al museo del contrabbando di Lunecco e dopo aver pranzato divinamente alla trattoria "da Ornella e Vinicio" che si trova lì vicino.
In due parole la nostra fantasia stava ancora galoppando verso scenari avventurosi di un dopo guerra in zone di confine, quando giovani ragazzotti dal cervello sveglio e la gamba agile si muovevano nella notte con una sacca in spalla di appena 30 Kg per portare dalla Svizzera prodotti vietati dallo Stato italiano. Il nostro stomaco invece era pago e rilassato, deciso a sottrarre quel poco di lucidità che rimane nella fase digestiva.
Questo era il nostro status, con la mente assorta in ardue operazioni, quando abbiamo fatto la conoscenza dell'Orrido di Sant'Anna. Mi colpisce subito lo scenario medieval-fantasy, degno di un film come "Ladyhawke": una chiesa (intitolata a Sant'Anna, appunto) su uno sperone di roccia che fino al 1855 era collegato al resto della Valle Cannobina dal ponte dell'Avostana, costruito nel XII secolo.
LA STORIA DEL PONTE DELL'AVOSTANA
Un torrente che scorre sotto i due ponti, quello antico e quello più recente (per così dire, quasi 160 anni di vita) sul quale transita la strada che conduce al Lago Maggiore, più precisamente a Cannobio, distante tre chilometri.
Camminiamo intorno all'edificio, osserviamo il ponte a dorso d'asino, "una sfida per chi soffre di vertigini" penso, con lo sguardo rivolto a un immaginario parapetto, e dal ristorante semi-nascosto tra la radura facciamo qualche foto al corso d'acqua che scorre impetuoso più in basso.
La natura ha plasmato un territorio di roccia, acqua e foresta per trasformarlo nei secoli (che dico? Millenni!) in un'opera che a qualcuno potrà anche incutere terrore, ma ad altri ispira invece armonia e meraviglia. Sento lo scroscio delle cascatelle in lontananza e non fatico a pensare che questo luogo in estate sia meta di escursioni subacquee (la profondità del torrente cannobino arriva anche a 25 metri!) o semplicemente di una fuga refrigerante dalla calura.
Dall'ingresso della chiesa un sentiero ci porta al livello del torrente, qualche decina di metri sotto il livello della strada. Che spettacolo! Lo specchio limpido riflette i due costoloni di pietra uniti da quei due sottili archi, poi nient'altro che il verde dell'acqua e quello della vegetazione che ricopre i rilievi montuosi sullo sfondo.
Proprio da qui passa un percorso ciclo-pedonale che segue il fiume fino alla foce, passando dalla fonte dell'acqua Carlina nella Valle di San Carlo (nota dal 1867 per le sue proprietà terapeutiche e indicata soprattutto per problemi intestinali; fruibile gratuitamente) poco prima del centro abitato, dal Lido e dal lungolago per ricongiungersi e chiudere l'anello al parcheggio accanto alla chiesa di Sant'Anna.
L'alternativa a una passeggiata a piedi o in bicicletta su tutto l'itinerario è rappresentata in estate dal Summer City Bus (1 corsa = 1 euro), un servizio di shuttle con 17 fermate che costeggia buona parte del percorso ciclabile, dal piazzale Lido all'Orrido passando il Ponte Traffiume e la Valle Romantica prima e la piana Traffiume-Asilo e il Ponte sul Cannobino dopo.
Altre informazioni su:
www.becomingossola.com
www.cannobio4you.it
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