Pistoia è un po' la Cenerentola della Toscana. Possiede un patrimonio artistico uguale se non superiore a molte delle sue sorelle corregionali più famose, eppure sono in pochi a saperlo; anche chi, come me, abita alle porte di Firenze e dista appena 30 km dal suo centro storico. Un vero peccato perché la città dell'orso, che tutti conoscono per la grande tradizione floro-vivaistica, custodisce alcuni piccoli capolavori di tale unicità da essere degni di competere con i musei più prestigiosi di Firenze - un esempio su tutti il pulpito del Pisano nella chiesa di Sant'Andrea - e merita perlomeno più attenzione.
COSA VEDERE A PISTOIA
Piazza della Sala
Per un primo approccio ai suoi tesori nascosti non c'è posto migliore del cuore pulsante di Pistoia, la piazza della Sala. Non a caso da qui è iniziata la nostra visita guidata dello storico dell'arte Lorenzo Cipriani, pistoiese doc, alla quale ho avuto il piacere di partecipare qualche settimana fa in occasione dell'iniziativa #acenasulweb organizzata dal Consorzio turistico di Pistoia in collaborazione con Armando Alibrandi, factotum e direttore della Gazzetta di Pistoia.
Prima di compiere questo itinerario di scoperta è però doveroso un breve (lo prometto) excursus attraverso la millenaria storia della città : chi è stato a Pistoia avrà notato che si sviluppa in pianura, circondata dalle montagne dell'Appennino; il primo nucleo nacque nel 1° secolo a.C. per un motivo molto semplice, il passaggio di una delle arterie più note dell'antichità , la via Cassia.
Milizie armate e vettovaglie transitavano in direzione di Roma o di Aulla, nell'alta Toscana, e i villaggi che stazionavano a valle erano spesso preda dei Liguri, arroccati sui monti e pronti a scendere per le loro scorribande. Il potere centrale di Roma decise quindi di costruire un castrum, un primo accampamento, che ben presto divenne una città fortificata.
Il nome Pistoia deriva probabilmente dall'abbondanza di forni che cuocevano il pane per i soldati ("pistoria" al singolare).
via della Stracceria |
Con un volo pindarico atterriamo nel 1406 con i barbari che mettono case e strade a ferro e fuoco: dalle ceneri risorge la città , anticipando di quasi un secolo il Rinascimento, anche se sarà una nuova invasione, quella dei Longobardi, a dare l'impronta definitiva a Pistoia, spostando anche il centro da piazza del Duomo (dalla quale passava il decumano) alla Sala Dominae Regis, il luogo che venne scelto per la costruzione del palazzo in cui risiedeva il rappresentante del re.
Dell'antica piazza della Sala adesso non è rimasto più niente, solo alcune delle prime chiese nate a Pistoia: Santa Maria del Giglio ad esempio o l'Ospizio di Sant'Anastasio i cui locali oggi ospitano i clienti di un famoso ristorante.
A distanza di oltre mezzo millennio però alcuni suoi tratti distintivi si sono mantenuti inalterati: qui si tiene ancora oggi il mercato degli ortaggi e della frutta, e quello che un tempo era il posto in cui si adunava il popolo è sempre teatro di incontro per i pistoiesi e per tanti toscani provenienti dalle province di Lucca, Prato e Firenze... un aperitivo in piazza della Sala o un appuntamento tra amici è un'azione che ha una connotazione storica profondamente radicata attraverso i secoli. Altre città hanno snaturato il contesto di molti dei loro luoghi più significativi, Pistoia invece ha saputo conservarli.
Dal 1400 il suo simbolo è il pozzo del leoncino, che inizialmente veniva usato per lo smaltimento dei rifiuti e ora rappresenta forse uno dei soggetti più fotografati della città .
piazza della Sala in occasione dell'iniziativa "Un altro parco in città " in cui un prato d'erba venne disteso per tutta la sua superficie |
State ancora leggendo? Non vi siete appisolati o siete andati altrove depennando il blog dal vostro elenco di letture? Bravi 😃 (grazie), adesso inizia il tour artistico!
La chiesa di San Giovanni Forcivitas
Prima tappa dopo piazza della Sala è la chiesa di San Giovanni Forcivitas, così chiamata perché quando venne eretta dai Longobardi si trovava al di fuori della prima cerchia di mura. La sua particolarità , anzi, la sua unicità , sta nella disposizione: non esistono altre chiese in Italia che abbiano il portale collocato su un lato (quello sinistro) piuttosto che sulla facciata.
Per realizzarlo venne commissionato uno degli artisti più famosi dell'epoca, il maestro Gruamonte, che con il fratello diede vita intorno agli anni '70 del XII secolo ad altri due capolavori, l'arco della chiesa di Sant'Andrea e il portale della chiesa di San Bartolomeo.
L'idea di un Medioevo in bianco e nero qui viene spazzata via da quel che resta dei colori (la nostra guida li definisce "quasi pacchiani") che compaiono sui bassorilievi marmorei e in particolare sulle vestigia degli apostoli raffigurati nell'Ultima Cena.
Facciamo qualche passo e ci spostiamo in piazza del Duomo (foto in alto). Qui esplode tutta l'anima tipicamente toscanaccia, l'innato senso civico o se preferite il perenne contrasto tra il potere temporale e quello spirituale che sfocia in discussioni, atti e "rivoluzioni".
Nel piazzale si trovano la Basilica di San Zeno (il Duomo), il Palazzo dei Vescovi, il Palazzo Comunale e il Palazzo Pretorio, una concentrazione inusuale se non addirittura unica... Tutto nasce dalla volontà di utilizzare gli spazi cittadini anche per altre attività , in aperta "ribellione" contro il vescovo. Fu così che nel 1167 (altre fonti parlano del 1117, una data che porterebbe Pistoia a essere la prima in Europa) venne scritto lo statuto comunale: vi si stabiliva, tra le altre cose, che la torre campanaria dovesse essere non solo strumento di Dio ma anche strumento civile per adunare i cittadini.
Proprio per contrastare la vena laica dei pistoiesi il vescovo di Pistoia (un vero manager calato nella realtà medievale) intorno al 1140 decise di rafforzare il suo potere con un'idea geniale, portare a Pistoia una reliquia di San Giacomo! I prodi Baldo e Mediovillano, due grandi viaggiatori, furono inviati al vescovo di Santiago de Compostela (originario di Vallombrosa, come il "collega" pistoiese) per ricevere in dono due frammenti del corpo del santo; al loro ritorno venne costruito un reliquiario che ospitasse i sacri frammenti delle ossa del cranio di San Giacomo e da quel momento in poi i pellegrini che attraverso le varie diramazioni della via Francigena si recavano verso Roma o la Spagna del nord-ovest elessero Pistoia come tappa lungo il loro cammino salvifico, con immaginabili benefici economici e di scambio culturale.
L'incontro tra culture diverse portò anche alla nascita di nuovi stili architettonici fra cui quello romanico pisano, che si manifesta sulla facciata del Duomo, del Battistero, della chiesa di San Giovanni Fuorcivitas e della chiesa di Sant'Andrea mediante l'utilizzo della bicromia, il contrasto tra il marmo bianco e il "serpentino" (verde scuro).
Se siete a Pistoia non lasciatevi incantare solo dalla bellezza esterna della Cattedrale di San Zeno, fate una visita al suo interno e in particolare all'altare argenteo di San Jacopo, nella cappella del Crocifisso o del Giudizio! Opera degli orafi più rinomati del periodo, venne realizzato nell'arco di quasi 170 anni a partire dal 1287, in lamina d'argento, e rappresenta storie dell'Antico e del Nuovo Testamento, degli evangelisti, degli apostoli, del Cristo e della vita di San Jacopo.
Piazza del Duomo
Nel piazzale si trovano la Basilica di San Zeno (il Duomo), il Palazzo dei Vescovi, il Palazzo Comunale e il Palazzo Pretorio, una concentrazione inusuale se non addirittura unica... Tutto nasce dalla volontà di utilizzare gli spazi cittadini anche per altre attività , in aperta "ribellione" contro il vescovo. Fu così che nel 1167 (altre fonti parlano del 1117, una data che porterebbe Pistoia a essere la prima in Europa) venne scritto lo statuto comunale: vi si stabiliva, tra le altre cose, che la torre campanaria dovesse essere non solo strumento di Dio ma anche strumento civile per adunare i cittadini.
la mappa dei luoghi attraversati dal tour
Proprio per contrastare la vena laica dei pistoiesi il vescovo di Pistoia (un vero manager calato nella realtà medievale) intorno al 1140 decise di rafforzare il suo potere con un'idea geniale, portare a Pistoia una reliquia di San Giacomo! I prodi Baldo e Mediovillano, due grandi viaggiatori, furono inviati al vescovo di Santiago de Compostela (originario di Vallombrosa, come il "collega" pistoiese) per ricevere in dono due frammenti del corpo del santo; al loro ritorno venne costruito un reliquiario che ospitasse i sacri frammenti delle ossa del cranio di San Giacomo e da quel momento in poi i pellegrini che attraverso le varie diramazioni della via Francigena si recavano verso Roma o la Spagna del nord-ovest elessero Pistoia come tappa lungo il loro cammino salvifico, con immaginabili benefici economici e di scambio culturale.
L'incontro tra culture diverse portò anche alla nascita di nuovi stili architettonici fra cui quello romanico pisano, che si manifesta sulla facciata del Duomo, del Battistero, della chiesa di San Giovanni Fuorcivitas e della chiesa di Sant'Andrea mediante l'utilizzo della bicromia, il contrasto tra il marmo bianco e il "serpentino" (verde scuro).
L'altare argenteo di San Jacopo
lo storico dell'arte Lorenzo Cipriani |
Il Battistero di San Giovanni a Corte
Proprio di fronte al Duomo si trova il Battistero di San Giovanni in Corte, la cui facciata al momento è in fase di restauro e coperta da ponteggi. Al suo interno potete fare il biglietto per la visita all'altare di San Jacopo e visitare il Fonte Battesimale risalente al 1226 (con tanto di firma, una delle prime di un artista su una scultura, a rivendicare la paternità dell'opera e la propria bravura), il più antico dopo quello di Firenze che però venne distrutto e ricostruito dal Buontalenti nel 1576.
Come avveniva il battesimo in era medievale? In due modi, per immersione, come Gesù nelle acque del Giordano, o per aspersione. I bambini ad esempio venivano battezzati in una delle quattro cavità presenti intorno alla vasca centrale del fonte battesimale.
La Chiesa di Sant'Andrea
Ultima meta del nostro breve giro, la chiesa di Sant'Andrea. In tutti i libri di Storia dell'Arte viene menzionata il pulpito di Giovanni Pisano che si trova al suo interno, un capolavoro del 1298 in cui cinque storie della vita di Gesù sono scolpite nel marmo, quasi sovrapponendosi l'una sull'altra. Il reggilibro a forma di aquila e il leggio sono delle copie perché gli originali furono portati via durante la seconda guerra mondiale e adesso fanno bella mostra di sé rispettivamente al museo Metropolitan di New York e ai Musei Statali di Berlino-Dahlem, ma tutto il resto è lì, sul fianco sinistro della navata centrale, pronto a essere ammirato in ogni suo dettaglio.
Il mini-tour finisce qui, ma tornerò presto a parlare di Pistoia, della vista dall'alto della Torre Campanaria e di alcuni suoi ristoranti (a proposito, avete letto il post sui 10 piatti tipici della cucina pistoiese?), della Pistoia Green e di quella Underground.
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