Eccoci all'ultima parte del racconto del blogtour in Molise. Oggi voglio ripercorrere con voi la giornata di domenica 14, ovvero la terza ed ultima di questo piccolo viaggio alla scoperta della “regione che non esiste”.
Iniziamo la mattina alle 9:30 visitando il Lago di Castel San Vincenzo. L'unica parola che mi viene in mente per descrivere questo posto è “Uau!”... Questo lago, contornato dalle montagne, è un posto incantato, con colori che spaziano dal blu intenso del cielo fino al verde acqua del lago stesso, passando per il verde delle montagne che circondano questo luogo.
Lago di Castel San Vincenzo |
Molto vicini al lago, quindi raggiungibili a piedi, si trovano gli scavi di San Vincenzo al Volturno: si tratta di scavi che hanno portato alla luce resti di quello che doveva essere un monastero e risalgono al IX secolo. Osservandoli e passeggiandovi in mezzo, è possibile vedere ancora la struttura originaria e, se si osservano bene i muri (o quel che ne rimane) è possibile vedere ancora alcuni affreschi.
scavi di San Vincenzo al Volturno |
Quindi ci spostiamo verso l'Abbazia di San Vincenzo al Volturno, (anche qui si potrebbe arrivare senza problemi a piedi!). Molto piccola, semplice, senza decorazioni lungo le pareti... E quest'ultimo è l'aspetto che ho apprezzato di più, oltre alla vista che circonda l'abbazia e la tiene nel silenzio e nella tranquillità (foto in alto).
Passando in una stanzina laterale si arriva ad una piccola mostra che racconta la storia proprio dell'abbazia: scoprire la storia di un luogo che si visita fa sempre piacere.. No?
Prima di proseguire col racconto volevo esprimere una piccola considerazione a margine, essenziale per capire l'aspetto “regione che non esiste”. Vi ho parlato di tre posti molti vicini tra loro e molto interessanti per chi vuole scoprire il Molise.. Ma c'è un “ma”: non ci sono cartelli o indicazioni per andare dall'uno all'altro! Sono tenuti nascosti e segreti, così che nessuno possa scoprirli?? Chissà, però intanto se non si è con un molisano questi posti non li trovi!
La tappa successiva è Casteldelgiudice, comune di 351 abitanti (!!) e piccola eccellenza del Molise Qui ci accoglie, tra gli altri, anche il sindaco. Perché ho parlato di “Eccellenza del Molise”? Perché questo piccolissimo paese, grazie al lavoro fianco a fianco di comune, autorità e privati, è stato ristrutturato e trasformato in un albergo diffuso.
interno di un albergo diffuso |
Il nostro viaggio si conclude con la visita della zona archeologica di Altilia a Sepino, circa 2 ore di macchina da Termoli. Altilia venne costruita lungo all'incrocio tra il tratturo Pescasseroli – Candela e la strada di collegamento tra il Matese e la costa.
blogger in ascolto della guida |
Per chi, come me fino a qualche settimana fa, non sapesse cos'è un tratturo, ve lo spiego subito: si tratta di sentieri usati per la transumanza, quindi per gli spostamenti di bestiame.
Altilia, prima roccaforte dei Sanniti (Saipins) e poi cittadina romana abilitata alla riscossione dei dazi imperiali (Saepinum), mostra ancora la sua forma originaria. Prima troviamo (come a Pietrabbondante) il complesso “teatro-tempio” e poi, passata la Porta Bojano possiamo ancora vedere la forma che i romani davano alle loro città.
Porta Bojano |
Abbiamo mangiato durante la visita, osservando anche gli scavi dalla sommità della porta.
Ormai è giunta l'ora di rimettersi in macchina: alcuni tornano a Termoli per rimettersi poi in moto verso Roma, altri a prendere il pullman che li riporta a casa ed altri vanno direttamente verso casa... Ma con la consapevolezza (e la speranza) che, ora, un po' di Molise esiste anche per chi prima non lo conosceva!
Testo e foto di Camilla Areddia.
Altre informazioni sul Molise li trovate su Molipuntose e laregionechenonesiste.com.
Il video che Camilla ha girato durante il blog tour #laregionechenonesiste potete vederlo sul blog di Simonetta Clucher.
Il video che Camilla ha girato durante il blog tour #laregionechenonesiste potete vederlo sul blog di Simonetta Clucher.
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