“What are you waiting for? Just pick up your shoes and go”. (cit.Amiina)
Prendo spunto da da questa bellissima canzone delle islandesi Amiina, per iniziare a scrivere della terra che tanto amo, l'Islanda. Ormai tra me e questa terra dalle mille sfaccettature, è amore profondo. Nell'articolo “La febbre del Nord” avevo solo accennato alla “Terra del fuoco e del ghiaccio”, mentre ora vi racconterò della mitica strada F35 o Kjölur.
Come la sorella Sprengisandur (F26), è una lunga strada deserta che percorre le Highlands, una delle zone più impervie e remote dell’isola. Come buona parte delle vie di comunicazione islandesi, si snoda su un percorso sterrato, connettendo le regioni meridionali a quelle di nord-ovest, dalla famosa cascata Gullfoss (Cascata d’oro) all'abitato Varmahlíð.
In generale, secondo lo stradario islandese, le strade contrassegnate da un numero preceduto da F sono considerate “piste”, transitabili esclusivamente da macchine con 4 ruote motrici o, nei casi peggiori, solo da jeep. Infatti, queste strade, oltre a poter essere così malmesse da creare danni meccanici ai veicoli, possono nascondere ulteriori pericoli. I guadi rientrano tra questi e devono essere affrontati solo da esperti, che sanno valutarne correttamente la fattibilità o meno.
Nonostante la denominazione F35, la Kjölur è l’eccezione che conferma la regola. E’ infatti ufficialmente considerata transitabile da tutti i mezzi a motore, incluse le auto a due ruote motrici. A dirla tutta, io non sarei perfettamente d’accordo, perché il manto stradale, in certi tratti, è davvero in pessimo stato, con molte buche, anche profonde. Comunque il problema non si pone, perché l’assicurazione delle auto a noleggio non copre eventuali danni subiti percorrendo le strade F.
Poi ovviamente “Homus faber fortunae suae”..
Se non volete rischiare però potete valutare di prendere un pullman della compagnia Sterna, l’unica che compie questa tratta.
E ora è lecito chiedere, “Perché dovremmo affrontare tutte queste difficoltà?” Vi dico solo che la prima impressione è quella di essere su un altro pianeta, sperduti nel nulla più assoluto, in un deserto di rocce laviche che sembra non avere fine. Il desiderio di rimanere ad ascoltare il silenzio ha la meglio sul rigore nel mantenere la tabella di marcia. Gli unici elementi di contrasto sono le calotte glaciali dei maestosi ghiacciai che ci accompagnano, Langjökull alla nostra sinistra e l’Hofsjökull a destra (salendo da Sud).
Una lingua del Langjökull si affaccia sulla strada |
Lungo questi 200 km, gli unici segni di vita umana sono isolati rifugi di montagna che offrono ristoro e un caldo tetto sopra la testa. Gli insediamenti più grandi, da Sud verso Nord, sono Kerlingarfjöll e Hveravellir.
Kerlingarfjöll è un gruppo montuoso di origine vulcanica che occupa un’area ricca di hot springs. Un tempo stazione sciistica estiva, ora è uno dei pochi punti di appoggio per dormire. Si raggiunge prendendo una deviazione di 10 km, ma attenzione perché la strada richiede l’attraversamento di guadi.
Dopo una decina di minuti di guida arriviamo a Hveravellir, 650 m., una delle più famose aree geotermiche d’Islanda. Sono ormai quasi 3 ore che guidiamo tra sassi e buche quando finalmente arriviamo a destinazione, provati. La sistemazione è molto spartana e minuscola, ma poco importa quando sei in paradiso. Non appena apriamo la portiera siamo avvolti dall’amato odore di zolfo proveniente dalle vicine pozze ribollenti e geysir.
Avvicinandosi all’area geotermica, il vapore e il calore sul viso diventano quasi insopportabili, ma vale la pena restare ad ammirare questo spettacolo della natura, fatto di odori, gorgoglii e colori sgargianti. Poco lontano si trova invece una pozza d’acqua calda, sempre all’aperto, in cui è possibile fare il bagno. Per renderla utilizzabile a 37°C circa, l’acqua che sgorga a 100°C è mescolata a quella fredda. Bisogna essere scaltri e azzeccare l’orario perché questo bagnetto panoramico e rilassante è gettonatissimo. Sicuramente la sera è uno dei momenti migliori, anche per le colorazioni che il cielo assume e che si riflettono sui ghiacciai.
E se volete sognare a ogni aperti, lontani dal mondo.. sappiate che l'Islanda è il posto per voi!
Testo e foto di Debora Dosi.
Kerlingarfjöll è un gruppo montuoso di origine vulcanica che occupa un’area ricca di hot springs. Un tempo stazione sciistica estiva, ora è uno dei pochi punti di appoggio per dormire. Si raggiunge prendendo una deviazione di 10 km, ma attenzione perché la strada richiede l’attraversamento di guadi.
Dopo una decina di minuti di guida arriviamo a Hveravellir, 650 m., una delle più famose aree geotermiche d’Islanda. Sono ormai quasi 3 ore che guidiamo tra sassi e buche quando finalmente arriviamo a destinazione, provati. La sistemazione è molto spartana e minuscola, ma poco importa quando sei in paradiso. Non appena apriamo la portiera siamo avvolti dall’amato odore di zolfo proveniente dalle vicine pozze ribollenti e geysir.
L'area geotermica di Hveravellir con le sue pozze gorgoglianti |
I fiumi bollenti di Hveravellir e la pozza naturale dove immergersi per un bagno rilassante |
Se avete intenzione di seguire il mio consiglio, tenete presente che la strada è aperta solo nel periodo estivo, da metà giugno a settembre/ottobre, a seconda delle condizioni meteo. E’ sempre meglio consultare il sito ufficiale delle strade islandesi, Vegagerdin, aggiornato in tempo reale.
Cala la sera e l'Hofsjökull si tinge di rosa |
Testo e foto di Debora Dosi.
Altri articoli sull'Islanda:
- Guida pratica a un viaggio in Islanda: parte 1 (volo aereo e auto) | parte 2 (cosa vedere e fare a Rejkjavick) | parte 3 (Laguna Blu e Jökusarlon).
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