Palermo ha delle chiese barocche bellissime e alcuni edifici storici che sarebbe un delitto non vedere (uno su tutti? Il Palazzo dei Normanni) ma girare all'aria aperta tra un quartiere e l'altro è senz'altro la prima cosa che consiglierei a chi la visita per la prima volta. Avete poco tempo a disposizione? Un motivo in più per usare la bicicletta!
Come ho scritto nel post "Visitare Palermo in bicicletta con Sicilying" io e Sara ci siamo divertiti molto a scoprire la città sulle due ruote, specialmente quando abbiamo attraversato, o per meglio dire tentato di attraversare, i mercati del Capo e Ballarò, e dalla Cala abbiamo raggiunto in 5 minuti il centro del capoluogo siciliano, i Quattro Canti, mentre la sera precedente ci avevamo impiegato oltre un'ora a piedi...
La prima parte del racconto del nostro itinerario si era fermata al mercato di U Capu e da qui lo riprendo:
TRADIZIONI SICILIANE DA SALVAGUARDARE
Direzione Cattedrale! In pochi minuti siamo alla tappa successiva. La strada si fa leggermente in salita e imbocchiamo una viuzza solitaria. La nostra guida di Sicilying ci ha fatto un'altra sorpresa (la prima, la chiesa dell'Immacolata Concezione, ci aveva lasciato a bocca aperta): in Salita Artale si trova una delle ultime botteghe artigianali di carretti siciliani! Il costruttore e decoratore, anzi, l'artista, si chiama Francesco Bertolino e con i suoi figli cerca di portare avanti questa antica e nobile tradizione siciliana. Ci si arriva facilmente dalla piazzetta dietro la Cattedrale.
IL MERCATO DI BALLARO'
Quattro pedalate e giungiamo al mercato di Ballarò, forse il più conosciuto (grazie al programma TV che per anni gli ha preso in prestito il nome?). Il mattino è il momento migliore per vederlo perché le cassette di primizie per cui è famoso al pomeriggio lasciano il posto alla merce di altri venditori e un po' si perde l'atmosfera del mercato più antico di Palermo.
Sopra i tendoni si innalza la sagoma della cupola rivestita di maioliche della chiesa del Carmine Maggiore, sotto ci sono arance, cipolle, pesce fresco, frutta di martorana (un dolce tipico palermitano), pannocchie bollite, e siamo storditi dai colori e dai profumi. Soprattutto da questi ultimi in quanto che... è ora di pranzo!
La tentazione di addentare uno sfincione (una specie di pizza alta e soffice a base di pomodoro, aglio e cipolla) o un pan'e panelle e tanta, però resistiamo perché il nostro obiettivo è un altro. A Ballarò si trovano arancine gustose ma la nostra guida ci suggerisce di provare quelle che vengono ritenute le più buone di Palermo.
ARANCINE E... SFINCI!
Dicono che se chiedete a un palermitano quali siano i posti dove sfornano le migliori arancine (mi raccomando! Al femminile! Se siete a Catania invece vengono declinate al maschile) tra i primi tre vi risponderanno sicuramente "il Bar Touring".
In via Lincoln 15, di fronte all'Orto Botanico, c'è questo bar pasticceria-gastronomia che serve dolci e salati di qualsiasi tipo. Le arancine sono chiamate "bombe" e lo si capisce facilmente prendendone una in mano: 400 grammi (di bontà)! Per il pranzo una basta e avanza così ne incartiamo due che ci godremo un morso alla volta 15 minuti dopo, in piazza Bellini con la vista della chiesa di San Cataldo. Però... però quelle paste enormi con la ricotta erano troppo invitanti. E dato che "so resistere a tutto tranne che alle tentazioni" non ho potuto fare a meno di acquistare anche una sfince, un altra prelibatezza della pasticceria siciliana. Non so come ho fatto a non assaggiarla prima del pomeriggio ma l'attesa è stata ripagata.
DALLA CALA ALLA MARINA
Con un paio di chili in più da trainare in bicicletta ci spostiamo alla Cala, l'insenatura a forma di U che separa il Foro Italico dal Porto. La Terrazza a Mare in autunno è un po' desolata; la immagino piena di vita già a primavera, quando i palermitani iniziano assiduamente a fare i primi bagni (nelle stagioni più miti qualcuno li anticipa addirittura a capodanno) e le gelaterie hanno la coda davanti all'ingresso.
Passiamo in piazza della Kalsa - lì vicino ci sono un paio di ristoranti di pesce a buon mercato - e raggiungiamo la barocca Porta Felice, dal nome di Donna Felice, moglie del vicerè spagnolo (anno 1582).
Qualche centinaio di metri e siamo a Piazza Marina. Prima però ci soffermiamo davanti alla chiesa di Santa Maria della Catena, dell'inizio del XVI secolo, che un tempo si affacciava sul mare.
Piazza Marina è una delle piazze più grandi di Palermo ed era il teatro delle esecuzioni che il Tribunale del Sant'Uffizio, che aveva sede nel Palazzo Steri-Chiaramonte, decretava. Oggi l'edificio in questione è la sede del rettorato dell'Università e del Polo Museale.
Al centro della piazza il giardino Garibaldi ospita l'albero più grande della città, un gigantesco ficus di 25 metri piantato nel 1863. In una piazza adiacente si trova invece il Museo Internazionale delle Marionette, altro pilastro della tradizione sicula.
AI QUATTRO CANTI
Il nostro giro è al termine; imbocchiamo corso Vittorio Emanuele e in pochi minuti siamo ai Quattro Canti, lo snodo principale all'incrocio con via Maqueda che è l'altra arteria che taglia da ovest a est Palermo e dalla stazione centrale porta al teatro Massimo.
Siamo nel cuore della città, un centro sui generis essendo una piazza circolare che si trova alla confluenza delle due trafficate strade che dividono Palermo in quattro settori, i cosidetti "Mandamenti": Capo, Loggia, Alberghiera e Kalsa.
In ognuno dei quattro lati a forma di semicerchio si innalza un palazzo che dal basso verso l'alto presenta 5 fasce di stili architettonici (le quinte) e le tre statue delle sante protettrici del Mandamento ispirate a una diversa stagione.
Nel corso della giornata i raggi solari illuminano a turno una delle quinte architettoniche ed è per questo che la piazza viene anche chiamata il Teatro del Sole.
La visita in bicicletta con Sicilying è finita, adesso non ci resta che gustarci le nostre arancine .
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