Siete mai stati a Artigianato e Palazzo, nel giardino di Villa Corsini a Firenze a qualche centinaia di metri dalla stazione di Santa Maria Novella? La prossima edizione si svolgerà dal 18 al 21 maggio 2017 e vi consiglio vivamente di prendervi almeno una giornata di tempo per godervela sotto ogni suo aspetto. Perché? Leggete il mio racconto, provo a spiegarvelo.
"Avevo appena 11 anni. Iniziai scaldando la colla e sbrigando quelle piccole mansioni destinate a un principiante, poi, a 14 anni, frequentai un corso di disegno. A 20 anni avevo già un mestiere in mano che mi avrebbe accompagnato per tutta la vita."
Queste parole sono di mio padre, Roberto, il mi'babbo, come si dice a Firenze. Un falegname che ha dedicato quasi 60 anni alla sua professione, o forse sarebbe meglio dire alla sua smisurata passione. Nei suoi occhi e nelle sue mani rivedo le giornate interminabili che trascorreva nella sua bottega artigianale. Alle 8 del mattino era già lì e spesso alle 20 di sera, mi capitava, quando ero piccolo, di andarlo a chiamare per avvisarlo che la cena era quasi pronta. Abitavamo accanto al laboratorio, uscio e bottega, e capitava anche a me di dargli una mano; soprattutto d'estate durante le vacanze. Quando ero ragazzino non riuscivo a comprendere quanto fosse bello il suo lavoro. Era faticoso, quello era evidente! E richiedeva una grande applicazione, come tutti i lavori in cui la manualità e l'ingegno devono andare di pari passo per ottenere una resa soddisfacente. Ricordo che il tempo in cui ero impegnato a scartavetrare i piani di un mobile, o a passarci la lana d'acciaio per renderli più levigati al tocco, mi pareva infinito... in testa avevo altre cose, il calcio, i cartoni animati giapponesi, la matematica, e anche negli anni successivi non valutai mai seriamente l'ipotesi che quello avrebbe potuto essere il mio lavoro. Che peccato. L'amore verso quel mestiere sbocciò solo negli anni dell'università , quando aiutavo mio babbo nelle consegne e nei piccoli lavoretti. Ma ormai era troppo tardi, avevo già intrapreso un'altra strada.... così (erroneamente) pensavo.
Queste parole sono di mio padre, Roberto, il mi'babbo, come si dice a Firenze. Un falegname che ha dedicato quasi 60 anni alla sua professione, o forse sarebbe meglio dire alla sua smisurata passione. Nei suoi occhi e nelle sue mani rivedo le giornate interminabili che trascorreva nella sua bottega artigianale. Alle 8 del mattino era già lì e spesso alle 20 di sera, mi capitava, quando ero piccolo, di andarlo a chiamare per avvisarlo che la cena era quasi pronta. Abitavamo accanto al laboratorio, uscio e bottega, e capitava anche a me di dargli una mano; soprattutto d'estate durante le vacanze. Quando ero ragazzino non riuscivo a comprendere quanto fosse bello il suo lavoro. Era faticoso, quello era evidente! E richiedeva una grande applicazione, come tutti i lavori in cui la manualità e l'ingegno devono andare di pari passo per ottenere una resa soddisfacente. Ricordo che il tempo in cui ero impegnato a scartavetrare i piani di un mobile, o a passarci la lana d'acciaio per renderli più levigati al tocco, mi pareva infinito... in testa avevo altre cose, il calcio, i cartoni animati giapponesi, la matematica, e anche negli anni successivi non valutai mai seriamente l'ipotesi che quello avrebbe potuto essere il mio lavoro. Che peccato. L'amore verso quel mestiere sbocciò solo negli anni dell'università , quando aiutavo mio babbo nelle consegne e nei piccoli lavoretti. Ma ormai era troppo tardi, avevo già intrapreso un'altra strada.... così (erroneamente) pensavo.
Vedere gli artigiani al lavoro alla XXI edizione di Artigianato e Palazzo mi ha fatto tornare alla mente un sacco di episodi. Scusate la lunga premessa... chi legge i miei post su Girovagate sa che raramente tengo così aperta la porta del mio animo per prelevare pensieri e racconti così personali; ma stavolta è diverso. Parlare con i giovani artigiani che hanno fatto parte della sezione Blogs & Crafts, vederli all'opera, mi ha suscitato un turbinio di emozioni; mi ha trasmesso inevitabilmente un pizzico di malinconia ma sopratutto mi ha infuso una grossa dose di entusiasmo e di ottimismo per il futuro del nostro bistrattato Paese. "Chi padroneggia un mestiere e lo pratica con passione ha l'oro tra le mani" dice mio babbo e così penso anch'io. Adesso così come avveniva un tempo. Cambiano i tempi ed i modi ma la sostanza e i valori rimangono gli stessi.
PERCHE' ANDARE AD ARTIGIANATO E PALAZZO
Al giardino di Villa Corsini, un parco verde nel cuore di Firenze così splendido che quasi mi vergogno di non averlo mai visitato prima d'ora (sebbene sia una proprietà privata e aperta al pubblico solo in poche occasioni durante l'anno), per quattro giorni c'è stata la mostra del talento e della fantasia italiana. 80 artigiani affermati e 10 brillanti under 35 hanno esibito i propri lavori, spiegato e fatto vedere come dall'idea si passa alla realizzazione pratica.
Gli occhi curiosi e le facce ammirate delle migliaia di visitatori che sono accorse a questo appuntamento fisso della primavera fiorentina si sono alternate da uno stand all'altro, da un vialetto ornato da rose, statue e piante da frutto ai locali delle limonaie. I protagonisti erano loro, gli artigiani di lungo corso che hanno ereditato l'attività da un genitore, quelli che si sono letteralmente inventati un mestiere e i talentuosi ragazzi che si sono avvicinati al mondo dell'artigianato seguendo gli itinerari più disparati, alcuni tortuosi altri più lineari, ma percorrendo sempre la via segnata dal cuore. Con la consapevolezza che ci saranno ostacoli da superare in una società come la nostra in cui "il saper fare" non è sempre apprezzato come dovrebbe, ma tutto l'impegno e le energie impiegate verranno ricompensate con piccole e grandi soddisfazioni personali. "La difficoltà dà pregio alle cose", scriveva Montaigne.
L'ARTIGIANATO TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE
Incontri, quelli fatti ad Artigianato e Palazzo, che danno un senso alla giornata e ti donano serenità . Come quello con la textile ecodesigner senese Giulia Ciuoli, che dopo il diploma all'Istituto d'Arte Duccio Buoninsegna si avvicina al mondo della tessitura ed inizia a studiare intreccio tessile ed ecosostenibilità , laureandosi e incamerando di pari passo master e riconoscimenti internazionali che la portano a creare nel 2010 il marchio Pamphile e a dare vita a numerosi progetti; tra questi quello presentato a #blogsandcrafts "Traccia": cravatte e taccuini di viaggio tessuti a mano che nel loro disegno riproducono gli effetti grafici di un paesaggio o di un monumento (se siete interessati ai suoi lavori potete andare a trovarla al suo studio a Foligno, in via dei mille 40, oppure sul suo sito web www.pamphile.it).
Storie, tante storie che meriterebbero di essere raccontate una per una, a partire da quella che sta dietro al brand Formaliz3d di Matteo, Simone e Dario (a Milano in via Console Marcello 8), che realizza oggetti d'arredo, accessori e persino simpatici e coloratissimi papillon con la stampa 3D, abbinando artigianato e tecnologia, o alle t-shirt Dezen Dezen ideate da Marco e Michele (li trovate a Trieste in via Montasio 34) che stampano disegni sulle magliette utilizzando la tecnica del dezen, con gli stessi telai "vecchi" di tre generazioni ereditati dalla famiglia di Marco e impiegati per la produzione di foulard.
ARTIGIANATO E PALAZZO E'...
E' il sorriso che deriva dal fare quello che si è sempre desiderato, è la cura del dettaglio, è l'anima che trascende l'anima. E' tutto questo e molto altro ancora.
ARTIGIANATO E...
Artigianato e Palazzo ha riservato anche altre sorprese, dalle visite guidate al giardino Corsini con il capo giardiniere Paolo Chellini all'iniziativa Ricette di Famiglia, in collaborazione con Richard Ginori, che ha parlato di cucina e live cooking insieme a personaggi del calibro di Beppe Bigazzi (che ha presentato il libro "Bugie e verità in cucina" nel suo classico stile graffiante), Costantino della Gherardesca e Allan Bay (cercherò di tenere a mente una frase di "Cuochi si diventa. Le mille ricette": meglio un successo sicuro che un fallimento dichiarato... tra un piatto classico che sapete fare e un esperimento con alte probabilità di insuccesso, scegliete sempre il primo quando avete amici a cena).
Per questa esperienza ringrazio Neri Torrigiani e Giorgiana Corsini, che da oltre venti anni credono e investono sull'artigianato, vanto del nostro Paese, i blogger che insieme a me hanno fatto parte della squadra di #blogsandcrafts e tutti gli artigiani che hanno avuto il buon cuore di rispondere alle mie domande... un in bocca al lupo particolare ai 10 under 35, sperando che il loro esempio sia seguito da tanti altri giovani.
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