30 giorni da quel terribile 18 marzo 2015 Sara è andata al museo del Bardo di Tunisi. Ecco il racconto della sua esperienza e le sue sensazioni sulla sicurezza di un Paese che vive anche grazie al turismo.
La visita al museo nazionale del Bardo di Tunisi, a un mese esatto dal tragico attentato in cui persero la vita 20 persone, era il cardine intorno al quale ruotava il nostro breve tour in terra tunisina. Era l'appuntamento più atteso, il più desiderato ma anche quello che mi creava un po' d'angoscia.
Ogni giorno, potrei quasi dire ogni minuto, veniamo bombardati da immagini di violenza, da notizie cruente provenienti da luoghi che percepiamo spesso come lontani ma che in realtà si trovano dietro l'uscio di casa. Stragi, atti terroristici, guerre combattute spesso nel nome di un Dio tirato in ballo a sproposito, per giustificare ciò che la ragione e il cuore non potranno mai avallare. Siamo così assuefatti da non farci quasi più caso.
In tanti abbiamo abbiano visto ad esempio i video amatoriali dei turisti durante l'attacco dell'Isis o le immagini delle teche e delle pareti perforate dai proiettili al museo del Bardo; vederli dal vivo, a 10 cm dal naso, è però tutt'altra cosa che attraverso lo schermo della TV o il dispay del tablet e confesso che un po' questa cosa mi turbava, quasi avessi dovuto toccare con mano quel sopruso.
Mentre il pullman ci stava portando al museo, nel quartiere del Bardo nella prima periferia di Tunisi, ripensavo a quei poveri malcapitati che ignari di quello che aveva riservato loro il destino si trovavano in quelle sale in cui la furia insensata e omicida aveva colpito; mi guardavo intorno e vedevo più poliziotti che turisti pronti a entrare per ammirare il più importante museo del Paese. "Ecco, il terrorismo l'ha avuta vinta" è il pensiero che si è materializzato per qualche secondo. Ma solo per qualche secondo, fino a quando non ho visto lapide in memoria dei turisti uccisi", prima di essere soppiantato da un'ondata di altri sentimenti: rivalsa, sdegno, rabbia, ribellione...
Sensazioni che avevo provato e vissuto anche il giorno prima passeggiando nella Medina di Tunisi. Anche lì il rumore assordante della poca presenza dei turisti sovrastava le voci e i suoni provenienti dai suq. Anche lì i tunisini, non solo i commercianti che riconoscono al volo gli italiani in vacanza, ci avevano ripetuto la frase che al museo e nei giorni successivi avrei sentito più e più volte:"La Tunisia ha bisogno di voi".
Mi hanno raccontato che la paura che aveva attanagliato i tunisini dopo l'attentato era svanita dopo i primi attimi di comprensibile panico. Questo Paese si vanta con orgoglio di aver acceso la miccia che ha dato inizio alla primavera araba, di aver dato vita a una rivoluzione popolare che ha condotto al rovesciamento del potere ed ha contagiato con il suo messaggio di democrazia il nord Africa e il Medio Oriente. "Contro il terrorismo ci sono leggi severe che dopo il drammatico episodio del Bardo sono state inasprite e rafforzate" perchè la Tunisia vive di turismo. In effetti è così... il 20% delle entrate è rappresentato dai turisti, in larghissima parte italiani e francesi.
Per anni il pericolo più grande che si correva a Tunisi era di essere vittime di un procacciatore di clienti che lavora per un venditore di tappeti... tutti sono sicuri che che di nuovo tornerà ad essere così se ognuno contribuirà a diffondere il messaggio che Tunisi e l'intera Tunisia sono sicuri.
Io, nel mio piccolo e per quel che può valere, non posso che confermarlo. Lungi da me fare discorsi politici o sulle misure di sicurezza. Quello che posso dire è solo ciò che mi hanno riferito e soprattutto quello che ho provato in prima persona. Io e i miei compagni di viaggio non abbiamo mai avvertito nessun pericolo; non solo al museo del Bardo che adesso e per qualche mese ancora vivrà sotto scorta... a Tunisi e Sidi Bou Said (un villaggio incantevole di cui vi parlerò presto) abbiamo camminato per le strade e i vicoli in completa tranquillità, visitato le moschee e i bazar, parlato con la gente del posto... e cosa ci hanno detto? Che loro non si faranno intimorire dai gruppi jihadisti legati all'AQMI (l'Al Qaeda di questa zona d'Africa) e dall'Isis! Ma che hanno bisogno del nostro sostegno. "Non abbandonateci".
Come accade spesso in queste situazioni la massa dei turisti ha seguito l'ondata emozionale post attentato e nelle prime settimane ci sono state migliaia di prenotazioni annullate e, cosa ancor più grave, la cancellazione dello scalo a Tunisi da parte di due grosse compagnie di crociera; però piano piano le cose stanno tornando alla normalità.
Non smettiamo di viaggiare! Non pieghiamoci alla strategia del terrore e dell'isolamento culturale dei terroristi. Andiamo a Tunisi e visitiamo quel capolavoro del museo del Bardo!
Solo lì troverete la più grande collezione di mosaici romani al mondo (appartenenti alle ville che i ricchi cittadini romani avevano fatto costruire nel nord Africa) e la più grande collezione di reperti provenienti dai siti tunisini, dall'età preistorica fino ai giorni d'oggi.
Un'attrazione da non perdere non solo per quel che custodisce ma anche per la bellezza dell'edificio, risalente alla seconda metà del XIX secolo, inizialmente adibito a dimora governativa e trasformato in museo nel 1888 dopo varie ristrutturazioni: le sue sale sono riccamente ornate da motivi geometrici e decorazioni di influenza moresca, turca, persiana ed anche italiana e sono suddivise in due parti, il Grande Palazzo e il Piccolo Palazzo.
Quest'ultimo ospita alcune bellissime sale, a partire dalla sala di Sousse, dove si svolgevano le feste, che presenta un soffitto in legno colorato a fondo oro e un pavimento a mosaico di 140 mq di una villa appartenente a un allevatore di cavalli di Sousse, o la sala Oudna che in origine era la sala da pranzo del palazzo.
Il museo dispone di circa quaranta sale suddivise in sei dipartimenti (preistorico, cartaginese, romano, cristiano, islamico più quello che ospita il tesoro di Mahdia, con marmi e bronzi greci) su tre piani, ma non vi annoierò con una descrizione didascalica delle varie sezioni. La bellezza risiede nel quadro d'insieme più che nelle singolarità, anche se ci sono alcuni mosaici che colpiscono più di altri: oltre al pavimento della sala di Sousse nominato in precedenza, meritano una sosta prolungata i mosaici di Dougga in cui viene raffigurato il trionfo di Nettuno, il mosaico di Althiburos con 25 diversi tipi di imbarcazioni raffigurate e il mosaico del Signor Julius, che mostra la villa e i possedimenti del ricco romano e scene di vita contadina dai campi.
Non andare al Bardo significherebbe perdersi tutto questo, lasciarsi avvinghiare dalla paura, darla vinta ai terroristi. Per questo tutti noi dobbiamo dire "no" con forza e rispondere all'invito che ci stanno mandando dall'altra sponda del Mediterraneo con #TunisiaIoCiVado! Io e Alessandro ci stiamo organizzando per tornarci presto.
Mi hanno raccontato che la paura che aveva attanagliato i tunisini dopo l'attentato era svanita dopo i primi attimi di comprensibile panico. Questo Paese si vanta con orgoglio di aver acceso la miccia che ha dato inizio alla primavera araba, di aver dato vita a una rivoluzione popolare che ha condotto al rovesciamento del potere ed ha contagiato con il suo messaggio di democrazia il nord Africa e il Medio Oriente. "Contro il terrorismo ci sono leggi severe che dopo il drammatico episodio del Bardo sono state inasprite e rafforzate" perchè la Tunisia vive di turismo. In effetti è così... il 20% delle entrate è rappresentato dai turisti, in larghissima parte italiani e francesi.
Per anni il pericolo più grande che si correva a Tunisi era di essere vittime di un procacciatore di clienti che lavora per un venditore di tappeti... tutti sono sicuri che che di nuovo tornerà ad essere così se ognuno contribuirà a diffondere il messaggio che Tunisi e l'intera Tunisia sono sicuri.
Come accade spesso in queste situazioni la massa dei turisti ha seguito l'ondata emozionale post attentato e nelle prime settimane ci sono state migliaia di prenotazioni annullate e, cosa ancor più grave, la cancellazione dello scalo a Tunisi da parte di due grosse compagnie di crociera; però piano piano le cose stanno tornando alla normalità.
NON SMETTIAMO DI VIAGGIARE!
Solo lì troverete la più grande collezione di mosaici romani al mondo (appartenenti alle ville che i ricchi cittadini romani avevano fatto costruire nel nord Africa) e la più grande collezione di reperti provenienti dai siti tunisini, dall'età preistorica fino ai giorni d'oggi.
COSA VEDERE AL MUSEO DEL BARDO
Un'attrazione da non perdere non solo per quel che custodisce ma anche per la bellezza dell'edificio, risalente alla seconda metà del XIX secolo, inizialmente adibito a dimora governativa e trasformato in museo nel 1888 dopo varie ristrutturazioni: le sue sale sono riccamente ornate da motivi geometrici e decorazioni di influenza moresca, turca, persiana ed anche italiana e sono suddivise in due parti, il Grande Palazzo e il Piccolo Palazzo.
Il museo dispone di circa quaranta sale suddivise in sei dipartimenti (preistorico, cartaginese, romano, cristiano, islamico più quello che ospita il tesoro di Mahdia, con marmi e bronzi greci) su tre piani, ma non vi annoierò con una descrizione didascalica delle varie sezioni. La bellezza risiede nel quadro d'insieme più che nelle singolarità, anche se ci sono alcuni mosaici che colpiscono più di altri: oltre al pavimento della sala di Sousse nominato in precedenza, meritano una sosta prolungata i mosaici di Dougga in cui viene raffigurato il trionfo di Nettuno, il mosaico di Althiburos con 25 diversi tipi di imbarcazioni raffigurate e il mosaico del Signor Julius, che mostra la villa e i possedimenti del ricco romano e scene di vita contadina dai campi.
INFORMAZIONI UTILI
Il museo del Bardo si trova a 4 km a ovest del centro di Tunisi e si raggiunge facilmente in autobus, tram o taxi o tramite la linea 4 della metropolitana leggera.
Foto di Sara, testo di Alessandro & Sara.
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