L'itinerario di scoperta della campagna romana continua: dopo Genazzano stavolta vi parlo di Olevano Romano, un piccolo borgo medievale con oltre 2000 anni di storia alle spalle a meno di 60 km dalla capitale!
La campagna romana al confine con la provincia di Frosinone è caratterizzata soprattutto da paesaggi collinari che strabordano di ulivi secolari e vigneti. Su uno di questi colli, il monte Celeste (che a discapito del nome quasi mitologico non raggiunge i 600 metri di altezza), vivono i circa 6700 abitanti di Olevano Romano, paese famoso a livello nazionale e non solo per l'uva autoctona che dà origine al vino "Cesanese" DOC.
Non è di enogastronomia che voglio parlarvi però (l'ho già fatto in "i piatti tipici della campagna romana", che vi consiglio di leggere se cercate un buon ristorante della zona), bensì del borgo medievale, un agglomerato di case in pietra collocate ordinatamente una sopra l'altra con al vertice la torre del castello fatto costruire dalla famiglia Colonna.
UN PO' DI STORIA
L'aspetto medievale non deve trarre in inganno: le origine di Olevano Romano risalgono presumibilmente al VI secolo avanti Cristo, un periodo in cui le popolazioni del Lazio di queste zone (gli Equi in special modo) costruivano grandi fortificazioni difensive per bloccare l'avanzata di Roma. La più grande testimonianza di questa che tuttora è l'ipotesi più accreditata è rappresentata dai resti della cinta muraria realizzata con grandi blocchi di pietra che potete trovare alle pendici del colle, prima di entrare in paese.
Dal III secolo a.C. Olevano Romano viene sottomessa a Roma e ancora oggi lo stemma municipale reca la sigla S.P.Q.R. insieme a tre colline stilizzate (ed un ulivo che svetta sopra quella centrale) ma è nel XIII secolo che assume una certa rilevanza, grazie a Oddone Colonna che acquista il castrum da Papa Gregoria IX e ne diventa il signore, facendo erigere un castello sul Picocco, l'apice dello sperone di roccia tufacea collocato nel punto più alto.
Dal III secolo a.C. Olevano Romano viene sottomessa a Roma e ancora oggi lo stemma municipale reca la sigla S.P.Q.R. insieme a tre colline stilizzate (ed un ulivo che svetta sopra quella centrale) ma è nel XIII secolo che assume una certa rilevanza, grazie a Oddone Colonna che acquista il castrum da Papa Gregoria IX e ne diventa il signore, facendo erigere un castello sul Picocco, l'apice dello sperone di roccia tufacea collocato nel punto più alto.
Dalla famiglia Colonna attraverso i secoli la signoria del borgo passò agli Orsini, ai Borgese e infine al principe Camillo, sposo della sorella di Napoleone, Paolina Bonaparte, senza che il fascino romantico del borgo medievale subisse contraccolpi. Nell'Ottocento in particolare i pittori e gli scrittori del nord Europa la inserirono tra le mete predilette del Grand Tour, attratti anche dalla natura selvaggia del bosco della Serpentara, fonte di ispirazione tra gli altri del più famoso illustratore della Divina Commedia, Gustave Dorè.
LA ROCCA
Sarà stata la giornata autunnale e la coltre di nebbia che nel primo pomeriggio ci avvolgeva e si allontanava a ritmo altalenante, sarà stato quel cielo grigio squarciato solo qua e là da una pennellata di celeste o forse semplicemente l'intero scenario, uscito dalle pagine di un libro medieval-fantasy, ma la torre del castello Colonna mi ha riportato alla mente il film Ladyhawke e alcune immagini di Rocca Calascia, in Abruzzo, che venne utilizzato come set per alcune riprese.
"Ricordavo le sue montagne leggere e sfumate, compìte come tanti riquadri di sublime, area garza contro un cielo dello stesso colore” (Pasolini).
Passeggiando per i vicoli lastricati di Olevano Romano quel che più ho apprezzato, oltre agli scorci sulla Valle del Sacco, è stato il silenzio. Un silenzio quasi irreale, contemplativo. Giunti alla base della torre non vi resta che un ultimo sforzo: la scalinata che conduce alla terrazza, che d'estate diventa teatro di alcune iniziative sotto le stelle.
Vale la pena arrivare fin lì anche fosse solamente per ammirare questo panorama a 360°.
IL PALAZZO COLONNA-MARCUCCI
A pochi metri dalla torre trovate il castello dei Colonna, tanto spoglio (si direbbe quasi diroccato) nell'aspetto esteriore, quanto ben conservato e direi sorprendente all'interno. I lavori per riportare le sale all'antico splendore sono costantemente in atto grazie alle risorse e a una lodevole e meticolosa azione della famiglia Marcucci e del Responsabile Conservatore del Palazzo, Lorenzo Leonetti, coadiuvato dal meritorio volontariato di varie associazioni culturali locali ma in attesa di scoprire altri angoli del palazzo, che si trova all'interno del castello, potete visitare la Sala degli Archi e la bellissima Sala degli Affreschi, con arredi originali che comprendono mobili, sedie, arazzi di matrice fiamminga.
Il Palazzo, inizialmente di proprietà dei frati benedettini e poi dei Colonna, passò nelle mani dei Borghese agli inizi del secolo scorso finché, dopo un lungo periodo di abbandono, venne rilevato dalla famiglia Marcucci.
Per un approfondimento sulla storia e i lavori di restauro vi consiglio di leggere la pagina dedicata al Palazzo Colonna-Marcucci sul sito delle Reti delle Dimore Storiche del Lazio.
Il Palazzo, inizialmente di proprietà dei frati benedettini e poi dei Colonna, passò nelle mani dei Borghese agli inizi del secolo scorso finché, dopo un lungo periodo di abbandono, venne rilevato dalla famiglia Marcucci.
Per un approfondimento sulla storia e i lavori di restauro vi consiglio di leggere la pagina dedicata al Palazzo Colonna-Marcucci sul sito delle Reti delle Dimore Storiche del Lazio.
Prima di salutare il borgo e aver riempito i polmoni di aria salubre, vi suggerisco una visita alla chiesa di Santa Margherita, anche questa precedente all'anno Mille, e alla chiesetta di Santa Maria di Corte (del periodo dei Colonna) nel nucleo del centro storico.
Adesso siete pronti per andare a visitare un altro borgo di #romecountryside 😊.
...to be continued
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