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Il Museo della Grande Guerra, la storia d'Italia al castello di Rovereto

Alla scoperta di uno dei più importanti musei storici italiani, all'interno del castello medievale di Rovereto. Una visita imperdibile per tutti coloro che desiderano approfondire la storia del Novecento e in particolare la Prima Guerra Mondiale, che ebbe tragicamente il Trentino come teatro di numerose battaglie.

museo storico italiano guerra rovereto
Città della quercia e Città della Pace. In tutte le guide troverete queste due appellativi di Rovereto. Il primo deriva dal suo nome latino, "roboretum". Il secondo è dovuto alla Campana dei Caduti, una delle più grandi al mondo, forgiata nel 1924 con il bronzo dei cannoni delle nazioni che presero parte alla Grande Guerra e da allora messaggera di pace e fratellanza tra i popoli attraverso i suoi 100 rintocchi che ogni giorno alle 21:30 (20:30 quando è in vigore l'ora solare) risuonano dal colle di Miravalle in tutta la vallata.
Già da questa introduzione è evidente che il legame di Rovereto con la guerra del '15-'18 è fortissimo ed il recente centenario dell'inizio delle ostilità di uno dei conflitti più cruenti della Storia ha fornito l'impulso per riscoprire itinerari e ricreare interesse di fronte a questo triste capitolo del recente passato.

IL CASTELLO DI ROVERETO


La costruzione del castello di Rovereto si deve nel XIII secolo alla nobile famiglia dei Castelbarco, i signori della Vallagarina in quel periodo, ma circa un secolo dopo la roccaforte passò nelle mani della Repubblica della Serenissima (erano gli anni del suo massimo splendore) e l'impianto medievale originale venne modificato inserendo i torrioni e lo sperone. Da allora il suo aspetto massiccio, tipico esempio di fortificazione alpina tardo medievale, non subì più mutamenti, sebbene incendi e pesanti danneggiamenti lo fecero cadere in stato di abbandono. 

Durante la Prima Guerra Mondiale il castello divenne prima un ricovero, poi una caserma e una prigione ma terminato il conflitto ecco la svolta: farlo diventare la sede di un museo che fosse al contempo testimonianza e monito per le generazioni future.

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Nel 1921 aprì così il Museo Storico Italiano della Guerra per custodire i documenti d'epoca, le foto e le riviste, le armi e le uniformi dei soldati ma anche i loro diari e le lettere che avevano inviato ai familiari dal fronte. 

Nei decenni a seguire non solo i reperti della Grande Guerra ma anche quelli delle guerre coloniali a cui aveva partecipato l'Italia furono raccolti ed esposti nelle sale del castello, mentre le gallerie scavate durante la Seconda Guerra Mondiale, esattamente ai piedi della roccaforte, accolsero la più ampia esposizione tematica d'Italia di artiglierie italiane, tedesche, austro-ungariche e inglesi.

museo storico italiano guerra rovereto
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Il panorama di Rovereto dal castello

Anche Maria Dolens, la Campana dei Caduti di cui parlavo prima, fu inizialmente ospitata nel museo fino al 1962, poi dal 1964 venne spostata definitivamente in località Miravalle e nelle sale è rimasto solo il modello originale in gesso realizzato dallo scultore Stefano Zuech.

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LEZIONE DI STORIA AL MUSEO ITALIANO DELLA GUERRA


Il percorso di visita all'interno del castello si sviluppa intorno a due temi:
  • l'Ottocento e la Prima Guerra Mondiale
  • il castello e le armi di età moderna
Il secondo trova spazio nel Torrione Marino, che espone le armi di fanti e cavalieri, e nel Torrione Malipiero, che ospita armi e manufatti che coprono un arco temporale che va dalla preistoria all'alto Medioevo.

Il primo tema viene affrontato e analizzato sotto varie angolazioni in una decine di sale del castello in cui potete vedere da vicino le divise, le maschere antigas, le munizioni e l'equipaggiamento dei soldati nell'Ottocento e nella Grande Guerra, oppure leggere i giornali e i proclami di Vittorio Emanuele III che sprona il popolo italiano parlando della guerra come di uno scontro cavalleresco mentre al fronte migliaia di soldati muoiono in trincee di fango sotto i colpi dell'artiglieria nemica...

museo storico italiano guerra rovereto
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Sono esposti fucili con baionette e pinze per tagliare il filo spinato, gli elmetti e le scarpe in dotazione all'esercito; in sintesi, un ampio insieme di reperti e documenti (c'è anche una sezione didattica fatta molto bene) che visto da vicino non produce sicuramente lo stesso effetto che attraverso le pagine di un libro o lo schermo della TV. A colpire dritto al cuore sono però gli stessi protagonisti della guerra. 

Nonostante quello trentino fosse un fronte secondario e lo Stato italiano concentrasse lo sforzo maggiore sull'Isonzo, sul Carso e sulle Alpi Giulie, non dobbiamo dimenticarci che il fronte trentino si sviluppava lungo quasi 400 km ed era presidiato da due Armate con un ruolo principalmente difensivo e di consolidamento. I soldati trascorrevano le loro giornate "nascosti nelle trincee, protetti da sacchi di terra e scudi di metallo, sotto la costante minaccia dei cecchini nemici o del tiro dell'artiglieria, tra turni di guardia, azioni di pattuglia. Ad ogni ora del giorno e della notte, con qualunque tempo, esposti a logoramento nervoso, a malattie e infezioni."

"I soldati armati di fucile, baionetta e bombe a mano, aspettavano nella trincea l'ordine di scattare oltre il parapetto e attraversare la terra di nessuno sotto il tiro delle artiglierie e delle mitragliatrici."

museo storico italiano guerra rovereto
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museo storico italiano guerra rovereto

Quel che fuoriesce dalla visita è un ritratto vero, drammatico cruento.

"Le palle cadono come la pioggia e non abbiamo nessuna difesa. La morte mi gira attorno." (Fioravante Gottardi)

IL VALORE DELLE TESTIMONIANZE


A volte una fotografia vale più di 100 fotografie. A volte una frase vale più di 1000 parole.
"Il rombo dei cannoni, i colpi delle mitragliatrici e dei fucili, tolgono ogni pensiero. Più non si pensa solo si ode." (Francesco Guadagni).

"Le palle venivano come la tempesta. Fischiavano attorno alle orecchie. Si correva avanti, i miei compagni della compagnia, uno ferito da una parte, uno dall'altra, cadevano a terra, gridavano, piangevano, sospiravano, domandavano soccorso e non si poteva aiutarli. Facevano spezzare il cuore di compassione vederli penare così e non poterli aiutare... Le palle fischiavano da tutte le parti, i morti e i feriti erano uno vicino all'altro, chi senza gamba, chi senza braccio, chi spaccata la testa, chi nel centre che perdevano perfino le budelle, era una roba che non si può nemmeno descrivere" (Angelo Paoli)

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La visita del museo dura circa un'ora, un'ora e trenta minuti, ed è un tempo assolutamente speso bene. Si esce dal castello con una serie di riflessioni e di domande che difficilmente un film o un documentario avrebbero stimolato. 

ROVERETO, UNA CITTA' DA SCOPRIRE


Con i suoi 30.000 abitanti Rovereto è la seconda città del Trentino per grandezza e offre tantissimi spunti per un visita ed è la base ideale per perlustrare la Vallagarina e le montagne che la circondano. Noi c'eravamo già stati una volta in occasione dell'iniziativa Albe in malga che si ripete ad ogni estate e rimanemmo piacevolmente stupiti dal suo centro storico, piccolo ma molto carino; in questo secondo giro oltre al Museo Storico Italiano della Guerra abbiamo visitato i Mercatini di Natale ma ci sono altri motivi per cui vale la pena andarci:
  • il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (Mart).
  • La Casa d'Arte Futurista Depero.
  • Il Sacrario Militare di castel Dante (l'Ossario che custodisce oltre 20.000 resti di soldati della Prima Guerra Mondiale).
  • Il sito delle Orme dei Dinosauri, un sito unico in Europa in località Lavini di Marco con centinaia di impronte fossili risalenti a periodi compresi tra 200 e 140 milioni di anni fa. 
  • La Campana dei Caduti.
  • Il sentiero della Pace, un percorso disseminato di trincee, postazioni militari e cimiteri.

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INFORMAZIONI UTILI


  • Come arrivarci? Da piazza Podestà si raggiunge il castello percorrendo a piedi via della Terra e poi via Castelbarco.
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  • Orario di apertura: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18.

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