Montone, la prima tappa del nostro itinerario in Alta Umbria, è il classico borgo medievale di cui innamorarsi. Non a caso è uno dei 100 più belli d'Italia!
La riscoperta dell'Italia è un'operazione (termine che non adoro) doverosa, in un periodo storico come questo in cui i nostri soldi sarebbe opportuno che rimanessero entro i confini per aiutare le nostre aziende, soprattutto quelle piccole e familiari, e tutto l'indotto collegato al mondo del turismo. Doverosa e intelligente. Perché banalmente l'Italia è uno scrigno di perle dal quale emergono solo le più grosse e sfolgoranti ma andando sotto il primo strato se ne trovano moltissime altre, di dimensioni minori ma di una brillantezza inattesa. Montone è uno di quei tesori che per essere trovati bisogna scavare un po'... Oscurata da altre mete più note come Assisi (a 50 km di distanza), Perugia o il lago Trasimeno (entrambe a 40 km), Montone mi ha sorpreso per le sue scalinate in pietra, i vicoli perfettamente curati, l'ospitalità e la buona cucina.
Con enfasi e una terminologia (quasi) d'altri tempi potrei definire Montone un paesino fieramente arroccato su un colle che si erge maestosamente sull'alta Valle del Tevere. Meno solennemente posso dire che è un borgo incantevole e ricco di storia, che si visita tranquillamente a piedi. Un posticino per cui vale la pena programmare un weekend.
A Montone, come nel resto dell'Umbria, non è agevole spostarsi con i mezzi pubblici, occorre l'auto o la moto. Dalla nostra base a Città di Castello per coprire 20 km impieghiamo mezzora e successivamente in appena 10 minuti raggiungiamo la vicina Umbertide (8 km).
PIAZZA FORTEBRACCIO
Parcheggiata la macchina di fronte alle mura (il paese è interdetto al traffico) e varcata Porta Borgo Vecchio ci troviamo al centro di Montone, piazza Braccio Fortebraccio, un nome che ricorre spesso in queste zone e qui in particolare... e allora la prima domanda è: chi era costui?
Andrea Fortebraccio, detto Braccio, era un capitano di ventura, fine e abile stratega, che nel XV secolo tentò l'impresa di creare uno stato nell'Italia centrale. Ci riuscì in parte, riuscendo a strappare il territorio che corrisponde all'odierna Umbria allo Stato Pontificio e alle storiche dispute tra Perugia e Città di Castello, ma alla sua morte (nel 1424) tutto torno come prima e Papa Leone X consegnò il paese alla famiglia Vitelli di Città di Castello che la governò fino alla metà del XVII secolo.
Anche se il massimo splendore lo raggiunse in età medievale in virtù della sua importante posizione strategica sul territorio, la storia del borgo inizia molto prima, come testimoniano vari reperti del periodo romano: fu però nell'IX secolo che in seguito alla sconfitta dei Longobardi ad opera dei Franchi le popolazioni della valle iniziarono a occupare in modo continuativo la sommità del colle e a costruite case e fortificazioni.
Dalla piazza principale, punto di incontro dei tre rioni del borgo (Porta del Borgo Vecchio, Porta del Monte e Porta del Verziere) inizia il nostro giro fatto di saliscendi, scorci deliziosi e panorami da fotografare.
IL PANORAMA SULLA VALTIBERINA UMBRA
Una lunga gradinata porta a un bel punto panoramico ma proseguendo si raggiunge una grande piazza dove la visuale sul borgo e sulla valle sottostante è ancora migliore e potete vedere la Rocca d'Aries, i resti della Rocca di Braccio e la romanica Pieve di San Gregorio Magno.
LA CHIESA DI SAN FRANCESCO
Poco distante, ecco la chiesa di San Francesco, edificata nel 1300 sul colle dove si trovava proprio la casa dei Fortebracci: fu proprio grazie a loro che l'edificio religioso (diventata la chiesa di famiglia) venne arricchito commissionando affreschi sul Giudizio Universale e sulla vita di San Francesco. Oggi, insieme alla Pinacoteca e al museo etnografico dedicato all'Africa "Il tamburo parlante", fa parte del complesso museale di San Francesco che custodisce il gruppo ligneo della Deposizione (fine XIII secolo) usato nelle rappresentazioni sacre della Passione del Cristo e il Gonfalone della Misericordia dipinto da Andrea Caporali nel 1482.
Continuiamo a piedi blandamente, godendoci ogni angolo di Montone. Tutto è perfettamente ristrutturato e curato fin nei minimi dettagli. Non c'è da chiedersi come mai dal 2003 Montone sia inserito tra i 100 borghi più belli d'Italia.
L'interno della Collegiata |
I fiori che abbelliscono terrazze e davanzali danno un po' di colore a una giornata ahimè grigia ma la passeggiata è ugualmente molto piacevole. Le tappe successive sono la Torre dell'orologio dall'originale pianta pentagonale (la leggenda racconta che fosse frequentata dal diavolo!), l'arco della Porta del Verziere (così chiamata perché in origine i suoi abitanti coltivavano le verdure) e infine la Collegiata di Santa Maria Assunta (seconda metà del XVII secolo), la chiesa parrocchiale.
Il giro termina al punto di partenza, piazza Fortebraccio. Accanto a un singolare ufficio postale, posto all'interno della chiesa sconsacrata di Santa Croce che sembra risalire al XII secolo, c'è un ristorante. Già, è l'ora di pranzo...
SOSTA ALL'ANTICA OSTERIA
E' stato qui che ho scoperto che io e la cucina della Valtiberina umbra andiamo molto d'accordo 😋. In questo bel ristorante il menù presenta le specialità della zona, a partire dai formaggi e dai salumi locali da gustare con la ciaccia, la versione della Valtiberina umbra della torta al testo (la variante tifernate utilizza anche l'uovo). Dopo un abbondante tagliere abbiamo assaggiato degli ottimi gnocchetti di patate con sugo di faraona e tartufo.
Ah, la cantina è fornitissima!
DA NON PERDERE: LA FESTA DELLA DONAZIONE DELLA SANTA SPINA
E' la festa paesana più sentita, che raccoglie visitatori da tutta l'Alta Umbria. Si svolge ogni anno, con il patrocinio dell'Unesco, per una settimana che culmina nella penultima domenica di agosto con il Gran Corteo storico in cui il popolo di Montone rende omaggio al ritorno di Carlo Fortebracci (figlio di Braccio) con la sacra reliquia, una spina della corona cinta da Gesù Cristo prima della condanna a morte, ricevuta in dono dalla Repubblica di Venezia per i servigi resi in Terra Santa.
Una curiosità: sapete dove si trova la corona, rimasta senza spine? Nella chiesa di Notre Dame di Parigi.
Il nostro weekend nella Valtiberina umbra è stato reso possibile da Visit Alta Umbria che ha organizzato un blog tour in collaborazione con le realtà locali.
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