Chissà quante volte avrò camminato per via San Gallo e il mio sguardo si sarà imbattuto in quel portone. A Firenze lo straordinario diventa quasi ordinario e in ogni angolo di strada la "densità di bellezza" raggiunge livelli altissimi tanto che non di rado succede che si vedano palazzi, edifici storici o monumenti che hanno un aspetto familiare ma di cui non si sa praticamente niente... In un soleggiato pomeriggio di fine settembre uno di quegli incontri distratti ha finalmente trovato una risposta grazie a un'interessante visita guidata con Guido Tour Sharing al Palazzo Pandolfini!
Quel portone, al n° 74 di via San Gallo, è l'accesso alla dimora privata del conte Pandolfini, che gentilmente, in alcune sporadiche occasioni durante l'anno (ad esempio per la Settimana della cultura e la Giornata nazionale dell'ADSI, l'associazione delle dimore storiche italiane) apre i battenti e acconsente di visitare alcune sale del prestigioso palazzo ed il suo splendido giardino.
La nostra visita è stata una specie di anteprima di un tour che presto potrete prenotare sul sito www.iloveguido.it.
COS'E' GUIDO TOUR SHARING?
E' un progetto di turismo collaborativo che si basa su alcuni semplici principi: partecipare a un tour studiato da un guida professionista appassionata, vivere un'esperienza in compagnia, abbattere i costi!
L'idea si ispira a una strategia di acquisto che nacque in Cina (se siete curiosi leggete →qui!) di nome tuanguu che si può riassumere banalmente nel concetto "più partecipanti meno spesa".
In sintesi la possiamo schematizzare così:
- scelta del tour tra quelli offerti sul sito di Guido Tour Sharing. E' possibile aggiungersi a un gruppo già formato oppure crearne uno nuovo.
- Partecipazione insieme ad altre persone. Ogni tour parte quando verranno raggiunti almeno 5 partecipanti e il prezzo sarà tanto più basso quanto è più grande il gruppo!!
- Condivisione della propria scelta in modo che gli amici sappiano del tour e possano aggiungersi al gruppo.
- Visita guidata! L'esperienza si conclude con un "momento taverna", in altre parole un'appendice conviviale in cui scambiarsi le opinioni sul tour o semplicemente farsi una chiacchierata davanti a un caffè o un bicchiere di vino! I Love Guido oltre a farvi scoprire storie e angoli meno conosciuti di una città rappresenta anche un'occasione di socialità 😊.
Tutto chiaro?
Ma torniamo alla visita e iniziamo con alcuni cenni storici sulla famiglia Pandolfini e sul palazzo…
PALAZZO PANDOLFINI: CENNI STORICI
Facciamo un balzo temporale alla Firenze di fine XV secolo. Via San Gallo già esisteva da un paio di secoli, era la continuazione del cardo romano che intersecava il decumano in piazza della Repubblica ed era collocata in un'area periferica della città seppur all'interno della seconda cerchia comunale, detta anche Mura di Arnolfo.
E' difficile da credere ma laddove oggi sorge il Palazzo Pandolfini un tempo il terreno era in prevalenza agricolo oppure occupato da istituti religiosi, chiese, ospizi e ospedali come lo spedale di Bonifazio (attualmente una delle sedi della Questura) che accoglieva poveri e invalidi.
Su uno di quei terreni, di proprietà del convento dei frati di Montesenario, si trovavano una casa e un orto che il fiorentino Giannozzo Pandolfini, vescovo di Troia, prese in affitto nel 1494: 20 anni dopo, grazie all'amicizia con papa Leone X, anch'egli fiorentino della famiglia dei Medici, il vescovo ottenne l'affrancamento del bene e fece iniziare i lavori di costruzione del palazzo.
L'UNICA ARCHITETTURA PROGETTATA DA RAFFAELLO A FIRENZE
L'autore del progetto fu un amico di Giannozzo, nientemeno che Raffaello Sanzio!
Sebbene i lavori vennero portati avanti dal suo assistente, l'architetto Gian Francesco da Sangallo, la mano dell'artista urbinate è evidente così come l'intenzione di dare un'impronta in stile romano, che si manifesta ad esempio nelle finestre di tipo guelfo (o crociato) e dalla presenza di iscrizioni latine; un tentativo che però non ebbe un seguito a causa del ben noto orgoglio fiorentino e della sua congenita ritrosia ad accettare qualsiasi ingerenza esterna su... tutto!
Il progetto venne eseguito fedelmente anche dopo la morte di Raffaello e il risultato viene considerato uno dei migliori esempi di architettura tardo rinascimentale e la più importante da lui partorita.
Il Palazzo - la prima residenza signorile costruita in quella parte di città - fu portato a termine da Ferdinando Pandolfini, nipote di Giannozzo, che fece apportare un lungo fregio sul cornicione in cui si ringraziavano, oltre allo zio, i due Papa fiorentini dei Medici, Papa Leone X e papa Clemente VII, amici personali di Giannozzo.
IL GIARDINO DI PALAZZO PANDOLFINI
Il giardino venne abbellito con fiori, piante ornamentali, alberi d'arancio e con delle statue e una fontana con giochi d’acqua, dono di Leone X, tanto per cambiare 😉.
All'inizio dell'Ottocento aveva ancora il tipico stile del giardino all'italiana e presumibilmente fu Eleonora Pandolfini, proprietaria dal 1806, a trasformarlo in un parco "romantico" all'inglese - come andava di moda nel periodo - famoso nella metà di quel secolo per la presenza di alcune piante rare come ad esempio alcune specie di cinerarie.
ELEONORA PANDOLFINI E GUIDO TOUR SHARING
Già, Eleonora... il Manzoni avrebbe detto:"chi era costei?".
A onor del vero Alessandro Manzoni conosceva benissimo Eleonora Nencini Pandolfini, figlia di Agnolo e salvatrice della casata grazie all'adozione del nipote Alessio alla fine del '700. Il Manzoni, così come Giacomo Leopardi e Ugo Foscolo, era uno dei frequentatori del circolo letterario che la nobildonna aveva creato e che divenne un lustro e un punto di riferimento per i letterati e artisti dell'epoca.
Eleonora non era esattamente il prototipo della donna della sua era... la sua vivacità, non solo intellettuale, dette scandalo nella bigotta società dell'Ottocento dove le donne dovevano occuparsi esclusivamente dei figli e potevano prendere la parola solo per assecondare il marito ma mai e poi mai per poter esprimere una propria opinione!
Fu una donna in avanti coi tempi, una donna moderna e non priva di fascino, tanto che si innamorò di lei, non ricambiato, anche Ugo Foscolo che fu da lei ispirato per dare forma a una delle tre divinità del poemetto "Le Grazie", opera purtroppo rimasta incompiuta ma che ugualmente ha consegnato Eleonora alla storia letteraria insieme al romanzo "Ultime lettere di Jacopo Ortis", in cui le vengono indirizzate alcune missive.
LA VISITA AL PALAZZO PANDOLFINI E AL GIARDINO
Per queste motivazioni la visita ideata da Guido Tour Sharing è stata dedicata alla sua figura e intitolata:"Eleonora, la Grazia di Palazzo Pandolfini di Firenze".
Noi, accompagnati dalla guida Mariagrazie Brancone, abbiamo ascoltato con interesse aneddoti e storie di questa donna straordinaria, che molti ricordano solamente per la costruzione del giardino d'inverno sul lato del muro di cinta di via Salvestrina.
La nostra visita si è svolta solo in alcune sale del Palazzo accessibili dall'atrio al piano terra ed esternamente nel giardino e sulla terrazza esterna al primo piano che si affaccia su via San Gallo, ma in altre occasioni è possibile vedere anche il salone rosso e la sala Stibbert.
Il salone rosso
ALCUNI DETTAGLI DELLA VISITA
Un ritratto di papa Leone X dipinto da Raffaello che sostituì la presenza del pontefice in un banchetto di nozze al quale non potè partecipare
Siete curiosi di scoprire quali sono le visite che ha in programma Guido Tour Sharing a Firenze?
Eccone alcune:
→ Qui le trovate tutte!!!
Eccone alcune:
- alla scoperta della spirito burlone fiorentino.
- Firenze medievale.
- Natalia Goncharova, donna d'avanguardia a Firenze.
- Alla scoperta dell'Oltrarno.
- Sani e salvi, storie di bambini.
- Firenze da paura.
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