A proposito, avete letto → "Itinerario nella Valtiberina Toscana"?
Qui di seguito c'è l'elenco delle cose da vedere e i luoghi imperdibili di Sansepolcro visualizzati nella mappa della città. A tutti questi, per i quali non mi sono limitato a una breve descrizione, aggiungo la Porta Fiorentina, l'unica rimasta in piedi insieme a qualche tratto delle mura cinquecentesche, la chiesa di San Francesco, la Chiesa di San Rocco e la Fortezza medicea ricostruita sul progetto originale di Giuliano da Sangallo del secolo XVI° secolo.
IN VISITA A SANSEPOLCRO: COSA VEDERE (E FARE)
Qui di seguito c'è l'elenco delle cose da vedere e i luoghi imperdibili di Sansepolcro visualizzati nella mappa della città. A tutti questi, per i quali non mi sono limitato a una breve descrizione, aggiungo la Porta Fiorentina, l'unica rimasta in piedi insieme a qualche tratto delle mura cinquecentesche, la chiesa di San Francesco, la Chiesa di San Rocco e la Fortezza medicea ricostruita sul progetto originale di Giuliano da Sangallo del secolo XVI° secolo.
1. Il Museo Aboca
2. Il Museo Civico
3. Il Duomo
4. Il panorama dal campanile
5. L'Eremo di Montecasale
6. La Fattoria di Germagnano
7. CasermArcheologica
8. L'Arte in strada
9. Il Palio della Balestra
10. Società dei balestrieri
1. IL MUSEO ABOCA
In via Niccolò Aggiunti al numero 75, nel rinascimentale Palazzo Bourbon del Monte, si trova l'Aboca Museum, una tappa che assolutamente non dovreste perdervi a Sansepolcro anche se il mondo delle piante medicinali non vi appassiona quanto la mia compagna Sara! 😊
L'azienda Aboca - che non tutti sapranno prende il nome dalla piccola frazione biturgense (=di Sansepolcro) dove si coltivano piante officinali fin dal 1200! - non solo è una realtà arcinota a livello nazionale essendo presente in ben 28.500 farmacie, in 1.400 erboristerie e health food store e 2.000 parafarmacie, ma ha varcato i confini, con 7 filiali dirette in 5 Paesi europei e 2 extra-europei (Argentina e Stati Uniti) e 9 distributori internazionali tra Europa e Asia.
Nata nel 1978, si occupa da sempre di salute e i suoi prodotti al 100% naturali svariano dagli integratori alimentari ai prodotti erboristici e ai cosmetici, ovviamente ottenuti da piante medicinali attraverso la fusione tra tecniche tradizionali e innovative, basate su studi ed evidenze scientifiche.
Erbe e salute nei secoli
Il percorso "Erbe e salute nei secoli" si snoda attraverso le sale del primo piano iniziando con lo strumento insostituibile dello speziale, il mortaio! Nella Sala dei mortai sono esposti, spesso con il relativo pestello, mortai in pietra, in bronzo, in alabastro, in avorio e in legno, che formano una collezione unica che abbraccia gli albori di questa arte fino al XIX° secolo.
Nella seconda, la Saletta degli erbari, sono raccolti i libri di botanica farmaceutica, mentre nella successiva Saletta delle ceramiche ci sono le brocche, i boccali, gli albarelli e altre tipologie di recipienti da farmacia artisticamente decorati e realizzati da storiche manifatture toscane e romagnole.
La Saletta dei vetri (quarta sala) ospita differenti contenitori in vetro, dai più antichi egizi risalenti al 2° millennio a.C. a quelli medievali: fiale, rocche, bocce e vasi.
La quinta sala è quella che colpisce immediatamente i sensi grazie alle piante medicinali (fiori, radici, resine, foglie, germogli), ognuna identificata da un cartellino, che pendono dal soffitto o sono raccolte in piccoli recipienti. Dalla Stanza delle Erbe si passa all'Officina erboristica, una riproduzione accurata di un'antica spezieria del XVII° secolo! Era la sala in cui le erbe essiccate venivano lavorate e vi sono presenti il mortaio, i crogioli e un grande distillatore in rame.
In fondo al corridoio che conduce attraverso una piccola apertura alla farmacia, delimitata da un cancello chiuso a chiave, si trova la Cella dei veleni! Qui si trovano i medicinali potenzialmente più pericolosi e le droghe che solo il farmacista era in grado di utilizzare grazie a un'approfondita conoscenza ed a un uso meticoloso e a piccole dosi.
Si giunge così a un'altra perla del museo, un'autentica farmacia del XIX° secolo! Alle pareti ci sono gli stigli di pino ossia i mobili con scaffalature che custodivano i recipienti in ceramica, con tanto di etichette originali, i vasi in vetro e gli altri contenitori farmaceutici. Sopra attirano l'attenzione un carapace di tartaruga e un coccodrillo imbalsamato.
Aboca Experience
Al pianterreno un altro percorso interattivo si snoda in cinque sale per illustrare l'importanza della ricerca e dell'innovazione nel campo delle scienze. Attraverso pannelli tattili, postazioni multimediali e animazioni virtuali viene sottolineata la forte connessione tra l'uomo e il pianeta.
L'Osteria il Giardino di Piero
Se anche la vostra visita all'Aboca Museum si conclude come la nostra in perfetto orario per il pranzo, approfittatene per andare lì vicino all'Osteria il giardino di Piero, in via Aggiunti 98b.
La cucina utilizza materie prime biologiche per la preparazione di piatti della tradizione toscana come i crostini neri e con il lardo di suino nero di bosco, i bringoli al sugo di chianina o il carpaccio di chianina, solo per citare quel che abbiamo ordinato noi! Oppure tagliolini o agnellotti al sugo di chianina e suino nero di bosco, bistecca alla fiorentina di chianina bio, filetto di chianina al pepe verde e molto altro!
Ovviamente ve lo consiglio anche a cena 😊.
Ovviamente ve lo consiglio anche a cena 😊.
2. IL MUSEO CIVICO
Non si può dire di essere stati a Sansepolcro senza aver varcato la soglia del Museo Civico, dimora naturale di alcune delle principali opere di Piero della Francesca. All'interno del Palazzo della Residenza, a circa 200 metri dall'Aboca Museum, l'itinerario di visita si sviluppa su tre piani, con le due sale del primo che custodiscono le sinopie e gli affreschi staccati di alcune chiese di Sansepolcro, il piano seminterrato che oltre alle mostre temporanee ospita lapidi medievali e reperti archeologici, e il piano terreno, che raccoglie un'ampia collezione di opere di artisti biturgensi, tra cui:
→ nella sala del camino (risalente al 1630, la prima a cui si accede dalla biglietteria) un busto di Piero della Francesca del 1875 e i dipinti "Piero della Francesca detta le regole di geometria a Luca Pacioli" (quest'ultimo era un francescano matematico ed economista biturgense a cui si attribuisce la nascita della ragioneria) e "Ritratto di gruppo famigliare", opere di Angiolo Tricca, pittore di Sansepolcro del XIX secolo.
→ Nella seconda sala, il "Polittico della Madonna della Misericordia" (1445-63) di Piero della Francesca, composta da 27 tavole e commissionata dalla Confraternita della Misericordia di Sansepolcro, rappresentata sotto il manto di Maria.
→ Nella grande Sala dei Conservatori, la "Resurrezione" (1463-65) di Piero della Francesca, considerata da alcuni la più bella pittura del mondo! Un capolavoro del Rinascimento che venne realizzato all'ingresso del Palazzo Comunale e che salvò Sansepolcro dal bombardamento degli inglesi durante la ritirata dei tedeschi in quanto il capitano Tony Clarke (a cui oggi è dedicata una strada del comune), memore della presenza della "Resurrezione" nella città, si oppose all'ordine di fare fuoco.
→ Ancora nella Sala dei Conservatori si trovano due affreschi staccati di Piero della Francesca raffiguranti San Lodovico (anno 1460), originariamente collocato nel Palazzo Pretorio, e San Giuliano (anno 1455) dipinto nella chiesa di Sant'Agostino.
→ Nella sala successiva sono esposti il "Martirio di San Quintino" del Pontormo (realizzata tra la fine del 1500 e i primi decenni del secolo successivo), "Madonna col Bambino" in terracotta invetriata (1503) di Andrea della Robbia, la "Natività e Annunciazione" (1483), in terracotta invetriata, della Bottega di Andrea della Robbia e alcuni dipinti di altri artisti locali, Giovanni de Vecchi (fine del XVI° secolo), Santi di Tito, Remigio e Antonio Cantagallina.
Affreschi urbani, Piero incontra un artista chiamato Banksy
Dal 20 giugno 2020 al 21 gennaio 2021 è quanto avrebbe dovuto durare la mostra temporanea dedicata all'artista contemporaneo Banksy al piano seminterrato del Museo Civico. Come ben sappiamo il Covid-19 ha sospeso le nostre vite e così anche questa selezione di serigrafie tra le più note del genio provocatore inglese ma speriamo che presto possa riaprire i battenti.
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Noi l'avevamo visitata a settembre, qui sotto potete vederne alcune.
Noi l'avevamo visitata a settembre, qui sotto potete vederne alcune.
L'omaggio di Banksy agli infermieri che quotidianamente combattono il Covid-19. Il titolo dell'opera è "Game Changer":
3. IL DUOMO
Sul luogo dove un secolo prima sorgeva il primo monastero benedettino venne eretta, nella prima metà dell'XI° secolo, la chiesa più antica di Sansepolcro: il Duomo! La tradizione vuole che ospitasse le reliquie del Santo Sepolcro (la tomba che accolse il corpo mortale di Gesù Cristo dopo la crocifissione) portate fin qui dalla Terra Santa dai pellegrini Egidio e Arcano e che la sua costruzione abbia sancito la nascita della città (ragion per cui Egidio e Arcano ne sono considerati i padri fondatori).
Tra i tanti tesori presenti al suo interno spicca il Volto Santo di Sansepolcro, un crocifisso in legno probabilmente dell'età di Carlo Magno che per lungo tempo è stato ritenuto acheropito, cioè di origine miracolosa... in altre parole non realizzato dall'uomo ma dalla mano di Dio.
La Cattedrale custodisce inoltre l'"Ascensione di Cristo" del Perugino, un tabernacolo in terracotta invetriata di Andrea della Robbia, un altare maggiore trecentesco, un fonte battesimale della seconda metà del XVI secolo, il Polittico della Resurrezione di Niccolò di Segna (opera del XIV secolo) e mi fermo qua!
Per sfogliare questa sorta di libro dell'arte vi consiglio di rivolgervi all'Ufficio Turistico della Valtiberina Toscana (a 30 metri dall'ingresso della Cattedrale, sulla stessa via al n°8) e chiedere una guida turistica che vi accompagni nella visita del borgo.
4. IL PANORAMA DAL CAMPANILE
Un'altra delle esperienze che non dovreste perdervi a Sansepolcro è salire sulla torre campanaria del Duomo! Io lo avevo già fatto in occasione del Palio della Balestra del 2018 osservando dall'alto l'inizio della parata che precede la contesa e già sperimentato dal vivo il suono potente delle sue gigantesche e secolari campane... 😃
L'ascesa è composta da diverse rampe e scale in legno, ma lo sforzo compiuto per arrivare alla cella campanaria, posta poco sotto i quaranta metri che misura la punta del campanile, viene ricompensato alla grande dall'eccezionale vista panoramica a 360° che si gode da lassù e consente di abbracciare tutto il borgo e dintorni.
Il campanile venne ricostruito dopo il crollo per terremoto avvenuto il giorno di Natale del 1352 e oggi è la sede dell'Associazione dei Campanari di Sansepolcro, che si occupano di "tenere in forma" le cinque giovincelle: il Campanone (la più grande, sfiora il metro di diametro e pesa circa 12 quintali), il Ventitré, la Mortina (che come si intuisce viene suonata per i funerali), l'Ave Maria suonata (la più antica, del 1302!) e il Cennino.
Grazie ai ragazzi dell'associazione il campanile, oltre che per il Palio della Balestra, si può visitare sia durante l'anno partecipando a delle visite guidate, sia nelle principali feste religiose.
5. L'EREMO DI MONTECASALE
Un weekend a Sansepolcro non dovrebbe prescindere da una visita all'Eremo di Montecasale, se non fosse che... la visita all'eremo apre un altro mondo! (Ragion per cui i giorni che vi consiglio di impiegare per scoprire questo angolo di Toscana sono almeno 2/3). Uno scenario di tutt'altro genere fatto di boschi appenninici e affascinanti sentieri da assaporare passo dopo passo, a cominciare dal Sentiero di Francesco che ripercorre le orme del santo dal Santuario de La Verna arrivando ad Assisi, passando da Sansepolcro e... dall'eremo, uno dei luoghi di Francesco, a cui fu donato dal vescovo di Città di Castello nel 1213!
Il convento è raggiungibile dopo appena 7 chilometri di strada attraversando i boschi che spuntano poco dopo aver lasciato il centro abitato di Sansepolcro ed è proprio il verde a caratterizzare il magnifico paesaggio che lo contorna.
Luogo di meditazione, preghiera e silenzio, l'eremo è ancora oggi gestito da un minuto gruppo di frati francescani ed emana spiritualità da ogni pertugio con le testimonianza della presenza e del passaggio di Francesco di cui è possibile visitare il loculo con la pietra dove si coricava e riposava e le celle e gli abiti dei santi Antonio e Bonaventura che sostarono a Montecasale in quegli stessi anni.
Al mattino dalle 9:30 alle 12 e nel pomeriggio dalle 15:30 alle 18 troverete ad accogliervi i frati che potranno farvi da guida nell'eremo e vi potranno raccontare dei miracoli compiuti da San Francesco come quello dei ladroni i cui resti si trovano nel reliquiario all'interno della cappella del Crocifisso (del XV° secolo).
6. LA FATTORIA DI GERMAGNANO
Appena 9 km e 15' d'auto separano Sansepolcro dalla fattoria di Germagnano, nella piccola frazione di Montagna. Siamo nella riserva naturale dell'Alpe della Luna, un nome che evoca paesaggi selvaggi dal fascino misterioso, e quel che troviamo al nostro arrivo è un'azienda biologica che trasuda passione da tutti i pori!
Filippo, Virginia e Renato hanno dato vita a un complesso che comprende l'agriturismo "La Villa" con quattro appartamenti (di cui uno accessibile ai diversamente abili) che possono ospitare fino a 20 persone, il ristorante "l'Aringa appesa" (aperto la domenica a pranzo e ogni altro giorno della settimana su prenotazione sia a pranzo che a cena) e una tenuta dove vengono allevate caprette, pecore e soprattutto asini, più di una quarantina!
Arrivati in tarda mattinata decidiamo di andare a trovare gli asinelli, che finché il clima lo consente pascolano in alpeggio in autonomia, oltre i 900 metri di altezza in cui si trova la fattoria. Osservarli circolare liberamente suscita un'emozione diversa rispetto a vederli confinati in un recinto!
Ci avviciniamo e li accarezziamo, mentre Filippo ci spiega che il latte d'asina possiede un valore nutrizionale notevole, ha pochi grassi ed è perfetto per chi è intollerante al latte vaccino e per i bimbi che non possono essere allattati al seno o non possono assumere il latte artificiale. Viene inoltre impiegato anche in cosmesi per la produzione di detergenti e creme idratanti! Pregi che erano noti anche nella Grecia antica, con lo stesso Ippocrate che ne esaltava le doti curative.
A Germagnano si utilizzano prodotti freschissimi e a chilometro zero e il latte d'asina è uno di questi. Insieme ai formaggi biologici di montagna vengono prodotti formaggi di capra e di pecora che vengono serviti con salumi d'asino.
Grazie alla loro indole estremamente docile gli asini sono anche i protagonisti della "fattoria didattica e sociale", un'esperienza formativa nella quale i più piccoli vengono educati al rispetto degli animali e della natura.
Per approfondimenti vi rimando al loro sito: La Fattoria di Germagnano - Riserva Naturale dell'Alpe della luna – Sansepolcro (AR).
7. LA CASERMARCHEOLOGICA
In quanto a originalità ed entusiasmo non teme confronti! L'Associazione CasermArcheologica è delle realtà più attive di Sansepolcro e la sua sede al n° 55 di via Aggiunti, all'interno del cinquecentesco Palazzo Muglioni (una nota famiglia nobiliare biturgense), è spesso teatro di mostre e laboratori artistici.
Le ampie stanze consumate dal tempo e decorate con stucchi e qualche crepa dell'intonaco, che ospitarono per un periodo la Caserma dei Carabinieri, vengono magnificamente riqualificate dalla passione e dalle idee di un gruppo di giovani volontari aiutati dall'esuberanza di alcuni studenti delle scuole superiori nella realizzazione di progetti sperimentali di arte contemporanea.
E così quel salotto letterario e artistico di cui fu promotrice Minerva Muglioni, moglie di Silvio Buitoni (della famiglia che ha fondato a Sansepolcro la nota azienda alimentare nel 1827) e che ospitò tanti talentuosi artisti, oggi è tornato protagonista in altre iniziative, sempre legate all'arte, come ad esempio il laboratorio artistico di Olivier Grossetête "Monumental Constructions" che abbiamo visto lo scorso settembre (per approfondimenti vi rimando al loro sito web: www.casermarcheologica.it).
8. L'ARTE IN STRADA
Lo spirito giovane di Sansepolcro insieme alla forte volontà di risaltare il passato senza chiudersi alle nuove forme di espressione dell'arte - che abbiamo visto prendere forma nella mostra su Banksy al Museo Civico e nelle iniziative della CasermArcheologica - viene confermato anche dal progetto "L’Arte in-strada Cultura della Pace", realizzato dall'amministrazione comunale insieme all'associazione "Cultura della Pace".
Passeggiando nel centro storico troverete alcuni cartelli come quello qui sopra che raffigurano una mappa che indica i punti esatti dove sono ubicate 18 opere di Street Art realizzate artisti di strada, locali e non, come Ache77 (suo l'"Ercole" in via Pacioli che ricorda l'opera di Piero della Francesca), Cento e Deno (in via Giordano Bruno con un'opera sull'umanizzazione dei robot e delle macchine), Exit Enter (con un originale opera sulle pareti e la volta di via dell'Arco) e altre 15 stampe concesse dagli autori, tra cui il fiorentino Blub (noto per la rappresentazione subacquea di personaggi noti con tanto di maschera da immersione), il francese Clet Abraham e Zed.
Una bella idea che valorizza gli angoli più nascosti della città e allo stesso tempo previene l'incuria!
Vi segnalo questa visita guidata, organizzata dall'Ufficio Turistico della Valtiberina Toscana, che si svolge ogni sabato passando dal Museo Civico, dal Campanile e dalla sede della società dei Balestrieri.
9. IL PALIO DELLA BALESTRA
Sansepolcro è famosa per essere la città di Piero della Francesca ma prima ancora è la città della balestra! Tanto che lo stesso pittore fu un balestriere, cioè il fiero possessore di una delle 160 balestre del Comune impiegate per la difesa in caso di battaglia. Nel Medioevo i tornei con la balestra si svolgevano in tutto il territorio italiano e avevano anche lo scopo di tenere allenati i tiratori, poi con l'avvento delle armi da fuoco andarono man mano scomparendo quasi ovunque. Ma non qui!
A Sansepolcro la tradizione del Palio della Balestra continua tutt'oggi: la storica disputa con i rivali di Gubbio si rinnova ogni anno dal XV° secolo e ininterrottamente dal 1594, andando in scena dapprima in terra umbra nell'ultima domenica di maggio e successivamente in terra toscana nella seconda domenica di Settembre.
Il giorno del Palio si apre con la lettura del bando di sfida a cui segue nel pomeriggio la sfilata di circa quattrocento figuranti tra maestri d'arme, musici, madonne e nobili in costumi rinascimentali (i biturgensi) e medievali (gli eugubini) per le strade del centro storico. Poi è l'ora della gara! In piazza Torre di Berta una quarantina di balestrieri per ogni fazione si sfidano al tiro con la balestra: il bersaglio, detto corniolo, è collocato a 36 metri e ben presto si forma un groviglio di verrette (=le frecce).
Nella serata che precede il Palio si tengono le esibizioni del Gruppo Sbandieratori di Sansepolcro accompagnati dai suoni dei tamburini e delle chiarine.
Noi abbiamo avuto il privilegio di assistere al Palio dell'edizione 2018 e vi assicuro che è un autentico spettacolo! Il 2020 purtroppo ha costretto la competizione a svolgersi senza pubblico ed è per questo che quella del 2021 si annuncia già come un evento assolutamente imperdibile!! Non mancate 😊.
10. LA SOCIETA' DEI BALESTRIERI
Per provare a comprendere un po' lo spirito del luogo una visita alla sede della Società dei Balestrieri di Sansepolcro è d'obbligo! Troverete ad accogliervi uno dei loro membri che sarà orgoglioso di narrarvi la storia del Palio e del suo protagonista, la balestra.
Potrete osservarla da vicino, capire il funzionamento di quest'arma micidiale e conoscerne i dettagli, vedere i filmati delle passate edizioni del Palio, le bandiere e i costumi d'epoca e... scoprire qualche curiosità: all'interno di una teca in vetro si trova la piccola balestra che l'astronauta Roberto Vittori ha portato con sè nell'ultima sua missione nello spazio, in omaggio alla città in cui vive.
Qui sotto trovate altri post sulla Toscana:
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