
Creta mi ha conquistata un pochino per volta, in quattro giorni e mezzo. Non sapevo molto dell’isola, a parte quello che avevo studiato ad archeologia e le varie versioni più o meno fantasiose sulla distruzione della civiltà Micenea (devo tutto a Roberto Giacobbo).
Non sono particolarmente interessata al turismo balneare, e l’unica cosa che mi ha entusiasmato fin da subito, il trekking alle gole di Samaria, è saltata a causa di un forte temporale che nei giorni prima ha reso il percorso inagibile.
E allora cosa mi è rimasto di questo viaggio a Creta? Molto, e non soltanto il palazzo di Cnosso che ovviamente mi sarebbe piaciuto.
Cosa troverete in questo articolo
Il mare di Creta
Sono state soprattutto tante piccole cose inaspettate che hanno saputo sorprendermi.
A partire proprio dal mare. L’aspetto (quello meno segreto di quest’isola) che meno mi interessava di Creta: le spiagge, e di conseguenza la vita di spiaggia. Ne abbiamo fatta pochissima per la verità, ma quel poco è bastato per ricordarmi che invece il mare mi piace, eccome, e anche se la nostalgia viene sopita dalla bellezza di Firenze e da altri viaggi, quando poi mi trovo coi piedi in acqua mi ricordo tutto ad un tratto quanto mi manca il mare.
Di fronte alla spiaggia rosa e al mare azzurro e cristallino di Elafonisi come si fa a desiderare di essere da qualsiasi altra parte? A metà maggio ho fatto il mio primo bagno dell’anno senza pensarci due volte, in una spiaggia paradisiaca ancora semi-deserta e non presa d’assalto dai turisti, sarei potuta rimanere lì tutto il giorno.
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La cucina di Creta
E poi la cucina greca. Non la conoscevo molto, ed erroneamente pensavo che fosse più o meno simile a quella italiana. Certo, non c’è una differenza abissale tra le due cucine, ma sono proprio le sottili sfumature e le piccole differenze che rendono il gioco interessante.
Sarà banale, ma il sapore delle olive greche è unico e inimitabile, e ho avuto una specie di epifania proustiana riscoprendo quanto sono buoni i cetrioli.
Ho mangiato la moussaka, la capra al forno, gli involtini di foglie di vite (li ho fatti io!), l’insalata greca e una valanga di mezedes, gli antipasti greci che vengono serviti a ruota libera e che costituiscono l’intero pasto, e ancora ci ripenso con nostalgia.
➞ Cosa mangiare a Creta? Tutte le cose buone che ho mangiato.

I villaggi di Creta
E infine i villaggi dell’entroterra. Uno in particolare, Avdou (o Abdou), mi ha colpita tanto.
Perché mi sono sempre sentita più a mio agio nelle grandi città, temo la noia dei piccoli luoghi isolati (non necessariamente da un punto di vista geografico).
E invece a Creta mi sono ritrovata a passeggiare per le stradine di un villaggio quasi abbandonato, dove ormai rimangono solo pochi anziani, e a desiderare una settimana di isolamento e tranquillità qui, senza campo per il cellulare, senza negozi di alimentari e senza niente di eccitante da fare.


Dove ho dormito a Creta
Per una volta sono stata viziata e coccolata. Io che sono abituata ad ostelli e Couchsurfing mi sono beatamente goduta i due resort di Creta in cui abbiamo soggiornato: il Santa Marina Beach Resort di Agia Marina ed il Candia Park Village di Agios Nikolaos.
Entrambi direttamente sul mare con spiaggia privata, servizio all inclusive e molto accoglienti.
Il Candia Park è bellissimo, sembra un tradizionale villaggio greco fatto di casette immerse nel verde e distribuite sul fianco di una collina che scende fino al mare, e per la sorpresa di trovare un intero appartamento col balcone anziché una stanza.

Il Santa Marina Beach invece me lo ricorderò per le mie super colazioni a base di uova e bacon (e molto altro) proprio di fronte alla spiaggia.

Testo e foto di Claudia Vannucci.
Un ringraziamento speciale a Volagratis che ha organizzato il blog tour in collaborazione con l’Ente Nazionale Ellenico del Turismo e Aegean Airlines!