
Con l’arrivo della bella stagione cresce la voglia di partire e scoprire posti nuovi. Se state cercando idee per un viaggio o una vacanza in estate (oppure a fine primavera) siete capitati nel posto giusto! In questo articolo troverete 4 destinazioni, che abbiamo visitato negli ultimi anni, che sono perfette per un viaggio di 7/10 o anche 14 giorni! Ciascuna con itinerario, cose da fare e da vedere, consigli e dritte per far sì che ogni esperienza diventi piacevole e, perché no, indimenticabile.
Indice dei contenuti
1. Skopelos, l’isola verde delle Sporadi
Perché andare a Skopelos?
Skopelos fa parte di quella Grecia che noi adoriamo, dove la natura è ancora padrona, dove il profumo dei pini si mescola alla salsedine e dove i ritmi si fanno lenti, quasi a ricordarti che sei in vacanza. Nonostante sia diventata famosa grazie al film “Mamma Mia!”, Skopelos è riuscita a mantenere intatto il suo fascino: i turisti ci sono (non sto certo parlando di un’isola sconosciuta!), soprattutto nei mesi di luglio ed agosto, ma con discrezione, senza creare quell’overtourism di cui si parla fin troppo ultimamente.

L’isola ha le giuste dimensioni, né troppo grande, né troppo piccola, per elargire spazio a tutti e consentire a chi vuole di starsene in una spiaggia lontano dalla bolgia o immergersi nell’atmosfera mistica di un monastero.
La parola autenticità qui ha ancora senso. Appena si mette piede a Skopelos Town, non si può fare a meno di notare una certa armonia tra le case, il porto e la collina alle spalle. Tutto sembra perfettamente stare al proprio posto. Le vie in salita, strette e lastricate, portano a terrazze da cui si vede il mare senza doverlo cercare. Nessun palazzone, niente caos. Man mano che si sale si sente solo l’eco degli scooter, qualche radio accesa in sottofondo e il profumo del pane che esce dal forno più vicino.

Skopelos non ha l’aeroporto. Ci si arriva solo via mare, col traghetto o il catamarano. Già questo dice qualcosa su che genere di isola sia. Un tipo che non si presta alle vacanze mordi e fuggi, né a chi cerca locali affollati o insegne al neon. Qui il ritmo è dettato dalla luce del sole e dal vento che muove le fronde dei pini.
Sulle tracce di Mamma Mia!
Molti arrivano qui per una sola ragione che non ha niente a che vedere con il mare meraviglioso o le altre bellezze di Skopelos. Il film del 2008 con Meryl Streep (e Pierce Brosnan, Colin Firth ecc..) ha reso celebri alcune location, e citandone solo una, la chiesetta di Agios Ioannis Kastri, arroccata su una roccia a picco sul mare, è diventata una specie di pellegrinaggio laico.

La si raggiunge con una scalinata di circa 200 ripidi gradini, va un po’ conquistata, ma da lassù la fatica viene ampiamente ripagata con una vista superba.
Un mio amico mi ha chiesto se sia bella: “sì, lo è. E non serve aver visto il film per apprezzarla”.
Le spiagge di Skopelos, tra le più belle della Grecia
Skopelos ha molte spiagge, tutte diverse. Kastani è forse la più nota, anche per le riprese cinematografiche di Mamma Mia. Ha sabbia chiara, pini a ridosso dell’acqua e un mare da sogno. Chi non se ne innamorerebbe?
Più a nord, Hovolo richiede un breve tratto a piedi a ridosso dell’alta e bianca scogliera, ma regala degli scenari e soprattutto una sensazione di isolamento notevoli, grazie a una posizione che nasconde il vicino paese di Neo Klima.

Panormos, al contrario, è grande, sia in lunghezza che in larghezza, ed è ben attrezzata. Ci sono ombrelloni e sdraio che ricordando la Grecia com’era un tempo, si possono noleggiare al prezzo di una bibita o di un pranzo da consumare a pochi passi dal mare. Un altro suo pregio? Non è mai troppo affollata, basta fare qualche passo in più e troverete il vostro angolo di felicità.

Ne ho citate tre ma potrei continuare ancora a lungo e sarebbero tutte spiagge bagnate da un mare cristallino: Milia, Stafilos, Limnonari, Capo Amarantos (o Amarandos, si trova scritto in entrambi i modi)…
Cosa fare oltre al mare
Tra un bagno e l’altro, vale la pena addentrarsi nel cuore dell’isola. Skopelos è attraversata da una rete di sentieri che la rendono perfetta anche per gli amanti del trekking o per chi vuole semplicemente perdersi nella folta vegetazione mediterranea. Isolati e un po’ nascosti dai boschi ci sono antichi monasteri come Evangelistria, costruito in pietra, con un cortile silenzioso e un piccolo museo di icone. La strada per arrivarci attraversa colline e uliveti, spesso senza incrociare anima viva.
Nell’entroterra ci sono piccoli villaggi poco turistici, come Glossa, il classico posto “dove il tempo sembra essersi fermato”. Balconi in legno, gatti ovunque ti giri e le signore anziane sedute davanti alla porta d’ingresso che parlano con la vicina.
Avrei da parlarvi di molto altro ancora, a partire dalla cucina e dai locali tipici (leggi Taverna Anatoli, nel punto di più alto della Chora) dove si suona la tradizionale musica Rebetiko. O del museo Art Shipbuilding Bountalas dove vengono costruiti velieri in miniatura dettagliatissimi, senza dimenticare la tradizione ceramica che ha in Rodios Pottery uno dei maggiori esponenti
Ma mi fermerò qui, fiducioso che la bellezza silenziosa di Skopelos abbia incuriosito e conquistato anche voi.➞ Noi abbiamo dormito qui: Hotel Amalia (valutazione 8,9 su Booking), a 5 minuti a piedi dal porto di Skopelos Town, comodissimo e super consigliato!
2. Un itinerario nel sud della Provenza
Sono certo che assieme alle parole “estate” e “Provenza” non farete a meno di associarne una terza: lavanda.
E’ inevitabile pensare agli stupendi campi di lavanda quando pensiamo a questa storica regione della Francia, ma se non lo sapeste la Provenza è vastissima e i suoi 31.800 Km2 superano nettamente la superficie della Sicilia, che con 25.800 Km2 è la più grande d’Italia.
Un preambolo forse leggermente troppo lungo per sottolineare che da Digne-les-Bains alle Camargue la strada è lunga e di cose da vedere nel mezzo ce ne sono a iosa. La scorsa primavera noi abbiamo scelto di visitare un’area piuttosto circoscritta partendo dalla città di Marsiglia (il suo aeroporto dista appena mezzora dal centro) per poi spostarci in treno a Aix-en-Provence e infine ad Avignone.
Questo è il nostro itinerario, che vi consiglio di fare tra il mese di aprile e ottobre, facendo particolare cautela nei mesi di luglio e agosto.
Marsiglia, crocevia del Mediterraneo
Marsiglia mostra la sua anima più verace tra i vicoli disegnati dai murales del Panier e gli scorci (è il caso di definirli pittoreschi) del Porto Vecchio. Avevo letto che in passato era una città pericolosa, poco raccomandabile; che aveva poco da offrire a un viaggiatore curioso. Forse era così in passato. Oggi la trasformazione che ha avuto inizio nel 1995, con il progetto Euromediterranee, e si è consolidata grazie alla nomina a Capitale Europea della Cultura nel 2008, ci regala una città completamente differente, pronta ad abbracciare i visitatori che arrivano via mare e via terra.

I crocieristi hanno imparato a conoscere Marsiglia fugacemente, nelle poche ore a disposizione dello scalo. Molti passeggiano sull’infinita banchina del Vieux Port ignorando che quella stessa ansa accolse i primi coloni greci nel VII secolo a.C. per dare vita a Massalia. Attività assolutamente da consigliare, perché tra le botteghe turistiche di sapone (sì, il famoso “sapone di Marsiglia“, nato in seguito alle Crociate circa 600 anni fa) se ne trovano alcune che mostrano il processo che si utilizzava una volta con gli antichi macchinari; sotto la tettoia riflettente dell’architetto Foster trovate il mercato dei fiori ogni martedì e giovedì, mentre, a pochi passi da lì, si consuma il quotidiano rito della vendita del pesce pescato alle prime ore del mattino dai pescatori.
Altri (sto parlando ancora dei croceristi) riescono persino a fare una rapida escursione alle isole dell’arcipelago di Frioul, a mezzora di barca dal porto di Marsiglia. Un vero peccato rimanerci solo qualche ora…
Cosa non perdere a Marsiglia
Per chi ha almeno due, meglio tre, consigliati 4/5 giorni in modo da dedicare anche del tempo alle spettacolari Calanques nel parco nazionale omonimo (a mezzora di macchina), consiglio in sintesi queste mete, da assaporare lentamente:
- la Joliette, che fa parte del menzionato progetto di riqualificazione urbanistica noto come Euromediterranee, dove si trovano:
1) la Villa Mediterranee che ospita il Cosquer Méditerranée, un’incredibile e perfetta ricostruzione delle grotte scoperte dal sub francese Henri Cosquer nel 1985 (a pochi chilometri dalla città), che recano graffiti preistorici risalenti fino a circa 27.000 anni fa!
2) Il MuCEM, Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo.
3) L’imponente Cathédrale Sainte-Marie-Majeure chiamata La Major. - Il labirintico quartiere di Le Panier, ricco di localini oltre che di graffiti.
- La Basilique Notre-Dame-de-la-Garde, protettrici dei marinai, che dall’alto di 162 metri offre un panoramica unico sulla città che spazia fino alle isolette di fronte.
- L‘arcipelago di Frioul e in particolare: il castello d’If (dove venne imprigionato il Conte di Montecristo nel romanzo di Alexandre Dumas) e la spiaggia di Saint-Estève, sull’isola di Ratonneau.

Ah, per chi arriva via terra, come scrivevo poco sopra, in particolare col treno, a darvi il benvenuto c’è la stazione Saint-Charles con la sua sfarzosa scalinata.
Aix-en-Provence, la città di Cezanne
Non c’è nessuno che non lasci un pezzetto di cuore ad Aix-en-Provence. Siamo nel cuore della Provenza, laddove le pareti delle case si tingono di color giallo ocra e ci sono percorsi turistici a tema, dedicati alla varietà delle porte o delle 1000 fontaines che si dice spuntino ad ogni angolo (il numero non lo so, ma che siano tantissime non è una leggenda!)…

Aix-en-Provence, dove i giochi d’acqua delle fontane nascondono storie di nobiltà e bohème artistica, si svela tra boulevard alberati e carrugi medievali. Ci hanno sorpreso le ville liberty del quartiere Mazarin, dove cortili segreti custodiscono rovine romane, ma i luoghi dove stupirsi non mancano di certo ad Aix, come i sentieri dell’Atelier de Cézanne, immersi nel profumo di pini marittimi o il mercato di Place Richelme, con i suoi formaggi di capra e lavanda essiccata.
Nel 2025 la città omaggia il suo figlio più illustre con una mostra dedicata a Paul Cézanne ospitata al Museo Granet.➞ Leggi anche:
Avignone, la città dei Papi
Avignone è l’anima gotica della Provenza.
Mentre vi sto scrivendo non è ancora iniziato il conclave per l’elezione del successore del compianto Papa Francesco. Tutti pensano che il Vaticano sia sempre stata la casa del Cattolicesimo ma c’è stato un periodo in cui la sede papale si trasferì ad Avignone!
Nella cosiddetta “cattività avignonese”, dal 1309 al 1377, furono 7 i Papi che risiedettero nel monumentale Palais des Papes.
In una visita, di non meno di tre giorni, non dovreste fare a meno di:
- visitare il Palais des Papes, con le sue sale affrescate e il giardino segreto di Petrarca. Patrimonio UNESCO.

- Camminare sul Pont Saint Benezet, per tutti il Pont d’Avignon, quel che resta del mastodontico attraversamento del fiume Rodano.
- Girare in bicicletta l’Île de la Barthelasse, l’isola fluviale più grande d’Europa (la vista di Avignone da qui è impagabile).
- Raggiungere (sempre in bici) la Torre di Filippo il Bello, sull’altra sponda dell’immenso Rodano.
- Girovagare per la città per sbirciare i punti più caratteristici come Rue des Teinturiers.
- Circondarsi di prodotti tipici provenzali al mercato di Les Halles (qui un pranzo alla Cuisine Centr’Halles è d’obbligo!)
Quando andarci: in generale tutto l’anno, in particolare da aprile ad ottobre facendo attenzione a non incrociare il festival internazionale d’Avignone che si tiene a luglio! A meno che non decidiate di andarci, ovviamente :). La 79^ edizione ci sarà dal 5 al 29 luglio 2025 e se avete intenzione di partecipare a questo che probabilmente è il più grande evento d’Europa dedicato alle arti dello spettacolo dal vivo contemporaneo, pensate direttamente all’edizione successiva perché gli hotel sono al completo con mesi e mesi di anticipo.
3. Da Malta a Gozo lungo un itinerario naturalistico
Siamo stati più volte a Malta, in diverse stagioni. La Valletta è una meta ideale per staccare dal nostro inverno e in 2/3 giorni ci si può fare un’idea della capitale, assaggiare i pastizzi e godersi un po’ di solicino. Il nostro viaggio più lungo lo abbiamo fatto qualche estate fa, in pieno agosto, spostandoci in auto alla ricerca delle bellezze naturalistiche dell’arcipelago.
Malta: la sorpresa geologica del Mediterraneo
Malta riesce a coniugare con facilità storia e natura non limitandosi a offrire un mare bello e un sole generoso, ma custodendo angoli dove la geologia diventa arte, e il paesaggio si rivela senza compromessi.
Uno dei luoghi più affascinanti da visitare è Wied il-Għasri, una stretta gola scavata dal tempo e dall’acqua, che serpeggia tra alte pareti calcaree per poi aprirsi su una minuscola insenatura. Un piccolo canyon marino che potete ammirare dall’alto, nuotarci o fare entrambe le cose.

All’estremo nord, Il-Majjistral Nature and History Park offre una passeggiata diversa: un paesaggio ondulato, segnato da muretti a secco e fioriture spontanee, dove il profumo del mare si mescola a quello del timo selvatico.
Nel sud-ovest la roccia calcarea scende ripida fino al mare e il vento si insinua tra le fenditure della costa, creando un arco naturale che protegge il Blue Grotto. Il nome, ereditato da una tradizione turistica che tende a etichettare con semplicità ciò che è complesso, non gli rende giustizia a mio parere, ma questo è una dettaglio insignificante (anche se a essere precisi le sfumature dell’acqua cambiano in base alla luce durante il giorno, passando dal cobalto al celeste puro! 😅)

E a spiagge come siamo messi? Vi consiglio la Baia di Għajn Tuffieħa, meno battuta rispetto alla più nota Golden Bay (comunque da inserire nell’itinerario), incastonata tra due colline ricoperte di macchia mediterranea. Per raggiungerla bisogna scendere una lunga scalinata: fatica ben ripagata, soprattutto al tramonto, quando il sole tinge la sabbia dorata di sfumature ramate e il mare acquieta.
Della serie “Malta sotterranea”, vi segnalo la grotta di Għar Dalam, dove si trovano resti fossili di animali preistorici e si può ammirare il volto remoto dell’isola, scolpito molto prima dell’arrivo dell’uomo.
La Laguna Blu, paradiso perduto?
E’ una meraviglia, senza alcun dubbio. Ma in alta stagione può anche essere un delirio… barconi che arrivano e scaricano turisti, asciugamani che coprono ogni minimo angolo di terreno asciutto.

Noi ci siamo andati presto al mattino, con la prima escursione disponibile, e per un paio d’ore siamo stati in un vero paradiso.
Dopo le 10:30, beh… le cose cambiano. Noi ci siamo spostati all’altra baia, meno frequentata, la Crystal Lagoon, e vi consiglio di fare lo stesso.
La natura primordiale di Gozo
Da Malta a Gozo, via Comino, si effettua una sorta di passaggio in una dimensione parallela. La sorella minore dell’arcipelago di Malta è un concentrato di natura arcaica e silenzi profondi, ideale per chi desidera esplorare luoghi selvaggi e meno battuti dalle rotte del turismo.
Il simbolo della potenza naturale di Gozo è il Wied il-Mielaħ, un arco di roccia calcarea che emerge dalle acque della costa nord-occidentale. Definita “la nuova finestra azzurra” dopo il crollo nel 2017 della sua cugina più famosa. Ci si arriva seguendo un bel sentiero che attraversa terrazze agricole e scogliere frastagliate.
Non molto distante c’è il mio posto preferito di Gozo, il Blue Hole! Una spettacolare formazione naturale dall’aspetto di una piscina rocciosa, collegata al mare aperto. Amatissima da tutti ma in particolar modo da sub e snorkelisti per le sue acque cristalline, le grotte sottomarine e la straordinaria biodiversità marina.

Non si può parlare di Gozo senza citare Ramla Bay, la spiaggia dalla sabbia rosso ocra, circondata da dune e vegetazione spontanea. Alle sue spalle, la Grotta di Calipso guarda il mare dall’alto, avvolta in un’aura di mito e leggenda. È il luogo perfetto per una sosta contemplativa, dove cielo e mare sembrano fondersi all’orizzonte.
Per gli amanti del trekking, la zona di Ta’ Ċenċ Cliffs offre percorsi panoramici che fanno pensare ad altre latitudini, tra praterie selvagge e scogliere a strapiombo. Qui nidificano rari uccelli marini ed il mare è spesso increspato dal vento.
4. Dalmazia in lungo e in largo
Tanto vicina eppure così lontana per chi vuol affrontare un viaggio itinerante con la propria auto partendo dall’Italia. A seconda della vostra regione italiana di partenza le possibilità sono essenzialmente 3:
- attraversare il confine con la Slovenia e scendere verso sud.
- Prendere il traghetto da Ancona, Cesenatico, Pesaro, Bari o Venezia per Zadar, Spalato o Dubrovnik.
- Volare su Dubrovnik e noleggiare un auto.
Volendo si può anche fare un mix della soluzione 1 e 2, facendo tutta strada all’andata o al ritorno e per l’altra tratta servirsi del traghetto. Una raccomandazione per chi opta per l’ipotesi ferry: acquistate il biglietto il prima possibile.
Lunga, stretta, disseminata di isole, questa regione della Croazia cambia volto a ogni curva, combinando con disinvoltura città stratificate che innestano disinvoltamente le rovine romane in un contesto moderno e strette spiagge di sassolini bianchi bagnate da un mare cristallino.
Il nostro itinerario in breve, da nord a sud, al lento ritmo di chi è alla ricerca di una connessione più profondo con l’ambiente circostante:
Zara: il suono del mare e la luce delle pietre
Il viaggio parte da Zara (o Zadar), città dal profilo basso e compatto, che regala due perle luccicose: Il Saluto al Sole e l’Organo Marino, due installazioni contemporanee affacciate sull’Adriatico che si integrano e diventano parte della passeggiata sul lungomare, dialogando in modo davvero unico con il vento e il Sole.

Sebenico, base ideale per scoprire il territorio
Proseguendo verso sud si arriva a Šibenik, città spesso trascurata (non a ragione) dai circuiti più battuti dai turisti.
La Cattedrale di San Giacomo, interamente in pietra, è una delle architetture più singolari dell’intero Adriatico e basterebbe questa a far inserire la città nel vostro itinerario. Se non vi bastasse, da qui si raggiungono facilmente due delle tre meraviglie della Dalmazia.
Il Parco Nazionale di Krka
Il fiume Krka si frammenta in cascate e bacini, creando un ecosistema d’acqua dolce che convive con antichi mulini e monasteri nascosti tra la vegetazione.

Assolutamente da non perdere! E assolutamente da arrivarci al mattino presto, prima che si riempia troppo
Il Parco delle Isole Incoronate
La vera sorpresa del nostro viaggio sono state le Kornati, un gruppo di isolette brulle e quasi disabitate, al largo della costa croata.
Qui non ci sono strade né alloggi, solo scogliere, mare trasparente e tanto spazio! Un posto quieto, essenziale, quasi irreale.

Non essendoci la possibilità di dormire, la scelta della partenza per l’escursione è fondamentale, così da trascorrere il minor tempo possibile in barca. Noi ci siamo arrivati da Murter, il punto più vicino all’arcipelago.
Trogir e Spalato
Trogir è una città-isola collegata alla terraferma da due ponti. Turistica ma forse meno conosciuta di quanto meriterebbe. Si potrebbe definire una città stratificata da epoche diverse, con vie strette e ombrose e un mare che scivola tra le case.
A pochi chilometri, Split (o Spalato per gli italiani) impone un cambio di ritmo. Il Palazzo di Diocleziano non è un sito archeologico, ma un quartiere vivo, dove le antiche colonne romane convivono con caffè, botteghe e panni stesi. Un esempio che non a tutti piace di integrazione dell’arte nella vita di una cittadina.
Le isole dalmate
Spalato è il luogo d’imbarco dei traghetti verso l’Italia e tante isole, più o meno grandi, ciascuna delle quali meriterebbe un soggiorno di almeno 3/4 giorni!
Noi, che in Dalmazia siamo stati due volte per un totale di 4 settimane, abbiamo comunque dovuto fare delle scelte dolorose… fare un’escursione giornaliera a Hvar e Brač e rinunciare a Vis è stata una di queste 😢.
Costeggiando in barca abbiamo notato che Hvar ha delle belle insenature nascoste sul lato sud. Soffermandoci per qualche ora c’è stato giusto il tempo per fare un bagno, passeggiare nel centro abitato principale dell’isola e visitare uno dei tanti campi di lavanda per cui è famosa Hvar.
Brač ospita una delle spiagge più iconiche dell’Adriatico, Zlatni Rat ossia il Corno d’oro!
Una lunga spiaggia di sabbia dorata che cambia forma a seconda delle correnti e del vento.
Dubrovnik, il gioiello della Dalmazia
Cercate di assaporare Dubrovnik senza fretta, magari iniziando le vostre visite al mattino presto, quando le strade sono ancora tranquille. Le mura vanno fatte a passo lento: da lassù si capisce davvero com’è fatta la città, stretta tra mare e pietra.
Poi ci incunea nei vicoli acciottolati, consumati, si prende un caffè all’ombra (siamo stati sfortunati, non l’abbiamo mai trovato buono) e se fa caldo pure un tuffo in mare. Niente liste da spuntare una volta ogni tanto! Che di bellezza se ne trova senza andare troppo a cercarla.
