Loches e la Touraine segreta: itinerario nella Valle della Loira meno conosciuta

Francia

Itinerario alternativo Valle della Loira

Loches è un piccolo comune francese di circa 7000 abitanti che si trova nell’Indre-et-Loire, il sud della Touraine, nel cuore della Valle della Loira. Poco conosciuto da noi italiani e in generale dai turisti (con l’eccezione dei francesi), nonostante sia un unicum nel panorama dei castelli della Loira: una Cittadella Reale fortificata, adagiata su un promontorio di roccia in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla cittadina!

Un luogo tranquillo, elegante, curatissimo, lontano dalle rotte più battute dal turismo di massa eppure ad appena 27 km dal famosissimo Château de Chenonceau e 40 km da Tours.

In questo articolo vi dirò perché valga assolutamente la pena inserirlo in un itinerario di visita nella Valle della Loira, insieme a due villaggi incantevoli, a 15’ d’auto da Loches, che sono sicuro che vi conquisteranno al pari di Loches: Chedigny e Montrésor!

Avete presente quei viaggi che iniziano con delle buone aspettative ma che poi si rivelano una sorpresa ben al di sopra delle proprie speranze e la sensazione di aver scoperto un angolo di mondo che vorreste tenere tutto per voi? Ecco, il nostro viaggio a Loches, Chédigny e Montrésor è nato proprio così: con la voglia di esplorare la Touraine più genuina e una Valle della Loira diversa, non assediata dai turisti… e con il desiderio e la curiosità di scoprire posti che aspettano solo di meravigliarti.

Non appena si arriva a Loches, si capisce subito perché questa città sia considerata una delle “perle della Touraine”. Il centro storico, perfettamente conservato, è un invito a perdersi tra vicoli, piazzette e case in pietra chiara che sembrano uscite da un racconto illustrato. 

Loches centro storico

Quel colore, con tonalità che cangiano da bianco a crema, è del tuffeau della Loira, un materiale calcareo poroso e tenero, di origine sedimentaria, estratto nel territorio di Loches e lungo la valle del fiume e dei suoi affluenti e tradizionalmente impiegato per costruire i castelli e le abitazioni.

La Citè Royale

La visita non può che iniziare dalla Cité Royale, un complesso fortificato tra i meglio conservati di tutta la Francia, che unisce un mastio dell’XI secolo a una residenza reale rinascimentale. Un luogo cruciale della storia francese, che accolse Giovanna d’Arco, Agnès Sorel, Anna di Bretagna e tanti altri personaggi.

Vi si accede penetrando nel cuore della cittadina, attraverso la Porte Royale, ritrovandosi circondati da mura e vie che hanno visto passare re, regine, eroine e artisti. 

Porte Royale Loches

Il Castello

Della Città Reale parlerò più dettagliatamente in un articolo ad essa dedicato, in breve la sua storia inizia agli albori del Medioevo con i primi insediamenti e la costruzione della chiesa e delle prime mura di cinta che abbracciarono tutta la collina solo nel XII secolo.

L’aspetto esterno del castello denota una differenza di stili ed è presto detto il motivo: alla fine del Quattrocento venne edificato, nel pieno della Guerra dei Cent’anni, con un stile militare (tipiche le feritoie) e la presenza di elementi anomali, come le grandi finestre. Era infatti una dimora, che venne sempre più frequentata col passare degli anni finché il re Carlo VIII tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento non lo ampliò e lo collegò con il giardino medievale.

Loches Cité Royale

Al suo interno ci sono grandi sale con pavimenti in pietra, camini enormi e finestre che affacciano su Loches. Un’eleganza sobria, con pochi arredi ma una storia che pesa come un macigno. Qui Carlo VII, il delfino, re in pectore senza l’ufficialità della cerimonia, ricevette Giovanna d’Arco che lo convinse a recarsi a Reims per l’incoronazione

Castello Loches sale

C’è anche la stanza della sua amante, Agnès Sorel, la “Dama di Bellezza”, con il letto e qualche mobile d’epoca. Lei, personaggio discusso all’epoca, o scandaloso per meglio dire, è la vera anima del castello. La sua tomba si trovava inizialmente in un corridoio prima di essere trasferita nella Collegiata e poi di nuovo, a causa dei danni ingenti provocati la Rivoluzione Francese, nella chiesa, dove giace dal 2005.

Potrete ammirare l’oratorio di Anna di Bretagna, una piccola cappella privata tutta scolpita e decorata con le sue insegne, vero gioiello gotico. Nei saloni, vi aspettano arazzi rinascimentali, ritratti dei sovrani Valois e copie di capolavori di Jean Fouquet.
In sintesi, un viaggio autentico nel cuore della storia francese!

La Collegiata di Saint-Ours

A 50 metri dal castello si trova l’ex Collegiata di Notre-Dame, divenuta dopo la Rivoluzione Francese la chiesa di Saint-Ourse.

tomba Agnés Soreil Loches
La tomba di Agnès Soreil

Con le sue due torrette ciascuna sormontata da una cupola piramidali a base ottagonale, uniche in Francia, custodisce, come dicevo, la tomba marmorea, distesa, di Agnès Sorel, la prima “favorita” ufficiale di un re francese (nello specifico di Carlo VII) e musa ispiratrice di artisti e poeti. 

Il Donjon

Proseguendo nella visita alla Città Reale, camminando per 250 metri dalla chiesa nella direzione opposta rispetto al castello vi troverete davanti all’imponente Donjon, un complesso che si articola in cinque strutture principali, ognuna con livelli distinti. Una visita completa richiede come minimo un paio d’ore e un continuo saliscendi, dai sotterranei ai vari punti panoramici su Tour Maîtresse e Tour Ronde.

Il punto più alto di Loches si erge come una sentinella millenaria, testimone di storie epiche e intrighi di corte. Costruito tra il 1013 e il 1035 dal conte Foulques Nerra, questo mastio romanico, alto 37 metri, è tra i meglio conservati d’Europa.

Le sue mura spesse fino a 2,80 metri raccontano di assedi e prigionie celebri come quella di Ludovico il Moro, duca di Milano…

Si articola in cinque strutture:

  • la maestosa Tour Maîtresse. Con i suoi tre livelli sovrapposti al grande cellier e i centosessanta gradini che regalano vedute sui tetti d’ardesia e sul fiume Indre, testimonia l’autorità feudale.
Donjon Loches
  • Il più raccolto Petit Donjon. Conserva l’intima cappella di Sant‑Salboeuf.
  • La severa Tour Ronde. Ricorda gli echi di catene e cannoni, mentre il complesso d’accesso rievoca il passaggio dei prigionieri verso i fossati difesi.
  • La suggestiva Tour du Martelet.
  • L’antico Pavillon d’entrée con la Caponnière cinquecentesca.

L’anima del sito vibra nella Tour du Martelet, dove il duca di Milano Ludovico Sforza, detto il Moro, trascorse gli ultimi quattro anni di vita dal 1504 al 1508. Pur confinato in profondità, ottenne permessi di passeggiare nel cortile e persino di cacciare, privilegi consoni a un raffinato mecenate divenuto ostaggio politico. Sulle pareti della sua cella sotterranea, oggi illuminate da una luce radente, si leggono ancora affreschi e graffiti: figure araldiche, simboli esoterici e la celebre frase “Colui che non è contento”, incisa con mano ferma a sfidare l’oblio.

Tour Martelet Loches Ludovico Sforza

Quel grido silenzioso rende la prigione un intimo palinsesto della dignità umana, trasformando il Donjon in un singolare museo di memorie carcerarie vive.

Dimenticavo di dirvi che grazie all’Histopad potete vedere ogni angolo del Donjon così come appariva nell’XI secolo, immergendovi nella realtà aumentata attraverso ricostruzioni digitali in 3D, complete di descrizioni.

Comprese nel prezzo del biglietto ci sono le visite guidate (una guida parla anche l’italiano!).

Da Loches ad Angkor: Louis Delaporte, l’avventura di una vita

C’è un motivo in più per andare a Loches nell’estate del 2025: la Cité Royale di Loches si tinge dei colori dell’avventura e della scoperta con la mostra evento dedicata a Louis Delaporte. Un’occasione rara per immergersi nella vita straordinaria di questo esploratore visionario (nell’accezione positiva del termine), nato proprio a Loches, che ha saputo portare alla luce la magnificenza di Angkor e dell’arte khmer, oggi patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Delaporte mostra Loches

Dal 22 maggio al 21 settembre, le sale del Logis royal e del Musée Lansyer ospitano un percorso emozionante tra acquerelli, fotografie, sculture e documenti originali. Oltre cinquanta opere e oggetti, tra cui spettacolari moulages a grandezza naturale dei templi di Angkor (nell’attuale Cambogia), raccontano la determinazione di Delaporte: un uomo che ha saputo unire la precisione del disegno all’audacia dell’esplorazione, trasportando in Francia la bellezza di una civiltà allora sconosciuta.

La mostra si articola in tre tappe:

  • l’infanzia a Loches e il richiamo dell’ignoto;
  • la scoperta di Angkor, con installazioni immersive che restituiscono la maestosità dei templi khmer;
    l’eredità scientifica e museale lasciata da Delaporte, con un focus sulla creazione del museo khmer.
Delaporte mostra Loches

Se come noi siete affascinati dalle figure dei pionieri, coraggiosi sognatori del proprio tempo, vi consiglio questa esperienza coinvolgente, arricchita da dispositivi digitali interattivi (oltre che riconosciuta di interesse nazionale dal Ministero della Cultura), che è molto più di una semplice retrospettiva… è un invito a viaggiare, una celebrazione del coraggio e della curiosità!

Leggi anche ➞ Tour dei castelli della Valle della Loira: itinerario di 4/7 giorni

Il centro storico di Loches

Passeggiare tra i vicoli di Loches, in qualsiasi ora della giornata, è veramente un piacere. Tutto è perfetto, preciso, ordinato. Le botteghe hanno le insegne in metallo che raffigurano le professioni, le pavimentazioni sono in pavé e ogni tanto compaiono dei fiori ad abbellire porte e finestre.

Loches

A nord del centro incontrerete la Porta Picois, elegante e cinta da ponti levatoi antichi con camino torto, mentre a est la solida Porta des Cordeliers, edificata alla fine del XV secolo (1497–1498) nella cinta medievale, che deve il suo nome al vicino convento francescano. La sua struttura quadrangolare presenta un ponte levatoio gemello e un passaggio carraio e pedonale mentre il primo piano fungeva da sala di guardia, con merlature e mâchicoulis difensivi (dette anche caditoie… servivano per lanciare l’olio bollente o le pietre sugli avventori)! Durante il nostro soggiorno, di sera, lo abbiamo visto animarsi dei frequentatori di un locale con musica dal vivo proprio sotto alla sua solida figura.

Loches centro storico

Il luogo più vivace è senza dubbio Place du Marché aux Légumes, caratterizzata da botteghe storiche, ristoranti e la vista sulla Tour Saint-Antoine: noi abbiamo cenato proprio qui, sotto la torre, al ristorante Le Prosper!

Altro punto d’incontro è la Place de l’Hôtel de Ville, accanto alla Porta Picois, con i suoi edifici rinascimentali e i tavolini all’aperto. Nelle vicinanze abbiamo pranzato al e cenato al Petit Restau. Dei ristoranti vi parlerò un po’ più in dettaglio nel post dedicato interamente a Loches e dintorni, la vicina Beaulieu-lès-Loches.

A destra la Porta des Cordeliers

Il mercato locale

Se arrivate a Loches di mercoledì o sabato mattina, troverete un fermento insolito per la tranquilla cittadina del Touraine. Il motivo è il mercato locale!
Non una semplice fiera, ma un vero spaccato del territorio: tra 50 e 110 produttori espongono i loro prodotti agricoli in un’atmosfera gioiosa e rilassata. Non si corre, si chiacchiera, si assaggia e inevitabilmente si compra 😊.

mercato locale Loches

Troverete il miele ed il prosciutto crudo della Valle dell’Indre, gli asparagi verdi, la géline della Touraine, il formaggio di capra AOP Sainte-Maure-de-Touraine, i rillons, le rillettes di Tours, i prodotti lattiero-caseari di Verneuil-sur-Indre e tanto altro!

Frutta, fiori, spezie, cosmetici artigianali, capi d’abbigliamento… e tanti abitanti di Loches con un cesto di vimini o una sporta per raccogliere la spesa.

mercato locale Loches

Il suo status di mercato tra i più caratteristici della Francia è stato certificato dalla trasmissione TV “Le plus bleu marchè de France” del canale TF1 in cui è arrivata tra i 10 finalisti!

Noi abbiamo dormito qui: hotel Le George

La nostra base del nostro viaggio nella Touraine è stata l’hotel ristorante Le George.

Affacciato sull’Indre, unisce storia e modernità nel cuore di Loches. Nato nel 1898 come relais de poste — e persino tappa della scrittrice francese nota con lo pseudonimo di George Sand, dalla quale prende il nome — ha attraversato diverse vite: prima scuderia, poi locanda, hotel dagli anni Ottanta, fino alla recente ristrutturazione durata sette mesi che ha valorizzato pietre a vista, travi e portali originali restituendo il carattere autentico e il fascino antico alla struttura.

Hotel ristorante Le George Loches

Tra gli interventi più curati, la scaletta in pietra, restaurata, che davvero mette in moto una sorta di macchina del tempo!

L’hotel dispone di 19 camere su due livelli, alcune con dettagli d’epoca, altre pensate per la massima accessibilità, grazie a un ascensore che incredibilmente sono riusciti a inserire in modo armonico e non invasivo nel contesto storico.
Questa la nostra deliziosa camera, con vista sul fiume e la campagna alle porte di Loches.

Hotel ristorante Le George Loches
Hotel ristorante Le George Loches
La scala interna medievale

Il ristorante, con una sala luminosa e terrazza sul fiume – non smetterò mai di lodare tutti gli spazi che consentono di pranzare e cenare all’aperto! AH, noi abbiamo sempre fatto qui la colazione 😊 – per un totale di 80 coperti, propone una cucina legata alla Touraine. Menu midi e soir (menu da 38 € e formule rapide a 20,50 €) e uno alla carta.

Hotel ristorante Le George Loches
Le nostre colazioni all’hotel Le George

Le George fa parte dei “relais de poste” storici della regione, si trova in rue Quintefol al numero 39.
Orari di apertura: da martedì a sabato a pranzo e cena, domenica solo a pranzo.

A una dozzina di chilometri da Loches, Chédigny è una piccola testimonianza di quanto l’uomo possa fare per entrare in armonia con la natura, se lo vuole. È l’unico villaggio in Francia ad aver ottenuto il titolo di Jardin Remarquable (nel 2013), solitamente riservato ai grandi parchi e giardini storici.

Qui, invece, il giardino è il paese stesso: a fine maggio, le rose sono al culmine della fioritura e ogni via si trasforma in un tunnel profumato e colorato. Una delizia per gli occhi che si protrae per mesi fino all’autunno.

Chedigny villaggio giardino

Com’è nata l’idea del Village jardin

Tutto ebbe inizio circa vent’anni fa grazie all’iniziativa dell’allora sindaco Pierre Louault, appassionato di rose antiche.

Louault, desideroso di rendere il villaggio più accogliente e attraente, ebbe l’intuizione di piantare rose rampicanti lungo i marciapiedi e le strade del paese. Il progetto fu realizzato con l’aiuto del celebre vivaista André Eve e la partecipazione attiva degli abitanti, che contribuirono alla piantumazione e alla cura delle piante.

Chedigny village jardin

I marciapiedi tradizionali furono progressivamente sostituiti da aiuole di rose, bosso, tassi e migliaia di piante perenni. Le piante si arrampicano oggi sulle facciate delle case, adornano finestre e cancelli, e colorano ogni angolo del villaggio, trasformando Chédigny in un vero e proprio “villaggio giardino” dove, come si dice, si contano più rose che abitanti!

Pian piano Chédigny è così diventata una meta turistica molto apprezzata, soprattutto in primavera quando i suoi circa 1.000 rosai sono in piena fioritura! 

Tra le tante varietà di rose ci sono le più antiche, le rose galliche (Rosa gallica) note anche come rose di Francia.

Il Festival delle rose

L’appuntamento clou per la cittadina è nell’ultima settimana di maggio (la prossima edizione, la 19^, ci sarà il 30-31) per la Fête des Roses, che ogni anno accoglie una sessantina di vivaisti accuratamente selezionati con le loro esposizioni.

Le stradine si riempiono di musicisti e le botteghe degli artisti locali aprono le porte con laboratori e mostre di scultura, fotografia, ceramica e pittura.

Chedigny Festival rose

Il giardino del Presbiterio 

Assolutamente da non perdere è una visita al Jardin de curé, restaurato nel 2017 e aperto la pubblico, l’orto-giardino dove i preti coltivavano ciò che serviva loro per nutrirsi, curarsi e abbellire la chiesa.

giardino presbiterio Chedigny

Oggi si coltivano rose antiche, piante ornamentali, aromatiche e medicinali, ortaggi, piante rare e alberi da frutto, seguendo la tradizione dei giardini dei parroci francesi. Oltre a essere un’oasi di biodiversità, il giardino ospita anche animali da cortile e propone attività didattiche. 

La chiesa di Saint‑Pierre‑ès‑Liens

Di fianco al giardino del Presbiterio c’è l’Eglise Saint‑Pierre‑ès‑Liens, che conserva un coro romanico del XII secolo con chiavi di volta scolpite. Il transetto risale al XIV secolo, la navata al XVI mentre l’altare ottocentesco è in stile neoromano-bizantino. Una piccola chiesa, elegante ma sobria, molto fotogenica.

chiesa Saint‑Pierre‑ès‑Liens Chedigny

Dove mangiare a Chedigny?

Ci sono due indirizzi che vi consiglio:

  • Siamo stati al Clos aux Roses, nel cuore del villaggio, per pranzo. Una pausa davvero gustosa e piacevole, grazie ai piatti preparati dalla chef Armelle Krause che utilizza non solo i prodotti della Touraine ma le erbe del giardino del Presbiterio!
    Il rapporto qualità prezzo è eccellente, ve lo consiglio senza esitazione.

  • Alla Maison Flore Le Presbytere abbiamo preso solo un caffè sulla terrazza esterna con vista sul confinante giardino, ma siamo rimasti colpiti dalla location, l’antico presbiterio di Chedigny. Qui potete prendere una bevanda calda accompagnata da uno dei loro dolcetti artigianali al salon de thé, fare un brunch dominicale e da pochissimo anche dormire in una delle camere dell’edificio storico.

Sulla strada da Loches verso Montrésor, merita una sosta la Chartreuse du Liget (quanto dista? 12 km da Loches, 13′ d’auto) che ci ha sorpreso per sua autenticità e ti invita a scoprire, senza fretta, un capitolo originale della storia monastica francese.

Certosa del Liget
Certosa del Liget

Visitare la Certosa significa entrare in contatto con una storia poco conosciuta della Valle della Loira. A piedi si varca il portale in pietra che delimita l’accesso, la strada si fa in discesa e l’edificio principale mostra man mano la sua maestosità.
Camminando tra le mura, nella prima corte si distinguono le tracce delle celle dei monaci certosini, disposte attorno a quello che fu il chiostro, oggi parzialmente ricostruito.

Le informazioni sui pannelli esplicativi aiutano a immaginare la vita quotidiana: i monaci coltivavano orti, trascrivevano manoscritti e vivevano in silenzio, ma la presenza di piccole finestre e passaggi suggerisce una comunità attiva e organizzata.

Certosa del Liget

I resti della chiesa e del chiostro medievale, segnati dalle guerre e dalla Rivoluzione, si alternano a edifici restaurati che oggi ospitano gîtes e spazi per eventi. La passeggiata prosegue verso la cappella isolata, immersa in una radura, dove ancora si intravedono affreschi romanici, dai colori tenui ma leggibili, che raccontano episodi biblici, e si respira la quiete che spinse i primi certosini a scegliere questo luogo appartato.

La visita prosegue all’esterno, dove un sentiero porta alla “Chartreuse des femmes”, un edificio separato che ospitava le donne in ritiro spirituale. Qui si percepisce la dimensione raccolta e rurale di questo luogo, lontano dal circuiti battuti dal turismo di massa.

Oggi la Certosa del Liget appartiene ai discendenti della famiglia De Marsay. In seguito alla Rivoluzione francese, l’intero complesso fu messo in vendita. Fu nel 1837 che Côme-Edmond de Marsay ne acquistò una parte. Ancora oggi, i suoi eredi – tra cui Anne‑Marie Arnould (nata De Marsay) e Germaine Boula de Mareüil – detengono rispettivamente la proprietà della “maison haute” e della Corroirie.

Certosa del Liget

L’ultima tappa del nostro viaggio è stata Montrésor, uno di quei luoghi che, citando Les Plus Beaux Villages de France “sembrano fatti apposta per far innamorare i viaggiatori”.

Bastano venti minuti d’auto da Loches — distante appena 18 chilometri tra campi ondeggianti e silenzi rurali — per arrivare a Montrésor, piccolo gioiello nascosto. Il castello, aggrappato a uno sperone di roccia come un nido d’aquila, è in posizione prominente rispetto al centro abitato sottostante. Un colpo d’occhio che ricorda Loches, anche perché, proprio come lei, Montrésor si adagia lungo le rive tranquille di un fiume: l’Indrois.

Montrésor

Una chicca che non poteva trovare posto tra i “borghi più belli di Francia”!

La nostra visita è iniziata dal castello, che in quella giornata ospitava un raduno di auto d’epoca..
Il castello di Montrésor è visitabile e offre un viaggio attraverso mille anni di storia, tra arredi d’epoca e collezioni d’arte.

Castello Montrésor

Lo Château de Montrésor

Il castello nacque come fortezza medievale voluta dal Conte d’Angiò Foulques Nerra (lo stesso che fece costruire il Donjon a Loches) e conserva ancora tracce delle antiche torri. Rinascimentali sono invece le eleganti torrette e gli abbaini progettati da Imbert de Bastarnay, consigliere di quattro re di Francia. Da questa commistione di stili deriva il suo indubbio fascino.
All’interno, gli arredi in stile Secondo Impero, scelti nel XIX secolo dal Conte Branicki, esule polacco, raccontano storie di nobiltà e raffinata vita di corte.

Per comprendere l’unicità dello Château de Montrésor un approfondimento sul conte è doveroso oltre che necessario.

Incanto Slavo nel cuore della Touraine

Nel 1849, il Conte Xavier Branicki – aristocratico polacco esule e spirito libero – acquistò il castello di Montrésor, sull’onda emotiva di un “coup de foudre” per quella campagna che gli ricordava la terra natia, trasformando le pietre medievali in un originale teatro di nostalgie e passioni.
Non si limitò a restaurare il maniero in stile Second Empire, ma creò un museo-palcoscenico dei suoi ricordi. Arredò il castello con con sculture italiane, dipinti olandesi e, soprattutto, testimonianze (quadri, orafi, atlanti) della Polonia oppressa. Quel castello divenne così un ponte concreto tra due patrie divise, una piccola Polonia nel verde lucente della valle dell’Indrois.

castello Montrésor

Se pensate però a un nostalgico racchiuso tra le mura del suo château siete molto lontani dalla realtà! Xavier Branicki, naturalizzato francese nel 1854, contribuì alla vita attiva di Montrésor e ne divenne pure sindaco per 10 anni, dal 1860 al 1870!
Finanziamenti scolastici, riprese agricole, restauro della chiesa, cimitero modernizzato: la sua opera per la comunità viene ricordata ancora oggi.

Visita al castello

Passeggiare sui camminamenti, scoprire stanze intatte dal XIX secolo, salire sulla scala in mogano (magnifica!) comprata all’Esposizione universale del 1855… una visita alle stanze riserva tante sorprese ed emozioni.

Castello Montrésor


L’opera di Branicki non si limita alla conservazione, è un omaggio a un passato complesso ed una dichiarazione politica, un “bastion de l’histoire polonaise en France”.

castello Montrésor

In quelle stanze si confrontano la gloria rinascimentale italiana, il gusto francese, il dolore commosso di un popolo smembrato. Il Conte ricostruisce un’identità, pezzo dopo pezzo, quadro dopo quadro.

Per questo motivo, nell’ambito dell’ampia gamma di castelli della Valle della Loira, unici e indiscutibilmente meravigliosi, quello di Montresor merita un suo spazio. Non solo per la sua bellezza estetica , per l’esperienza emotiva in grado di regalare se solo volete immergervi per un attimo nel contesto storico.

Il parco del castello

Dopo la visita agli interni, vi consiglio una passeggiata nel parco romantico, sotto l’ombra di alberi secolari, tra fiori e sculture che raccontano ciascuna una storia (di una di queste vi parlerò nel post di approfondimento su Montrésor).

Il castello è aperto tutti i giorni dal 10 febbraio all’11 novembre, dalle 10 alle 18, con un biglietto di ingresso di circa 10 euro per gli adulti.
Il borgo

Il borgo di Montrésor

Il borgo, come dicevo, si trova ai piedi del castello ma ci si può accedere direttamente appena usciti dallo châtelet (il corpo di guardia che attraverso il portale consente l’ingresso) facendo una decina di passi. Lo scorcio è da cartolina!

Castello Montrésor

Percorrendo l’unica viuzza come un viaggiatore del tempo catapultato indietro di qualche secolo, si arriva al paese. Prima tappa la Collegiata.

La Collégiale Saint Jean-Baptiste

Abbiamo visitato questa chiesa gotica subito dopo la celebrazione di un matrimonio, mentre all’esterno risuonavano ancora le voci allegre degli invitati. All’interno, invece, ci ha accolti un silenzio carico di intimità e raccoglimento. La semplicità dell’architettura esalta i preziosi dipinti del XVI secolo, autentici tesori poco noti che impreziosiscono lo spazio sacro.

Castello Montrésor

Un posticino davvero incantevole per sancire l’unione di una coppia 🙂.

Il centro del paese

Nel paese di Montrésor le viuzze si snodano tra case in pietra e cortili silenziosi. Lontano dal castello, la vita quotidiana si concentra attorno alla Halle des Cardeux, l’antico mercato coperto. Con il suo tetto “à la Mansart”, l’edificio richiama il passato di Montrésor come centro della lavorazione tessile e luogo di scambio per gli abitanti.

Halle des Cardeux Montrésor

Oggi, la Halle accoglie eventi, concerti e mercatini che danno nuova vita al paese, senza alterarne l’equilibrio. Passeggiando tra le sue strade, si colgono dettagli discreti: insegne in ferro battuto, orti curati, scorci sul fiume. Piccoli segni che restituiscono l’autenticità del luogo.

Passeggiando lungo il fiume Indrois

Per raggiungere il punto più scenografico, con il castello che si specchia sul fiume, potete seguire il nostro percorso. Dal paese abbiamo imboccato a piedi Rue de Abel Marinier per qualche centinaio di metri fino ad un casottino di legno sulla destra: da lì si entra nel parco fluviale e comincia la passeggiata chiamata “Il balcone dell’Indrois“, un sentiero che costeggia l’acqua e offre vedute davvero spettacolari, accompagnato, nel tratto iniziale, da pannelli sia sulla fauna e flora del luogo che sull’Indrois ed il suo ruolo storicamente centrale nella vita di Montrésor, sia per l’agricoltura che per l’artigianato.

castello Montrésor

Il percorso attraversa orti, piccoli ponti e vecchi mulini. Noi abbiamo incontrato pescatori, residenti che curavano il giardino e ragazzi che facevano il bagno nel fiume in un’atmosfera gioviale, quasi sospesa. In alcuni tratti ci sono delle panchine, ideali per fermarsi a leggere o semplicemente osservare il paesaggio.

Siamo partiti a fine maggio, quando la primavera in Francia è un susseguirsi di fioriture e le temperature si preparano ad esplodere ma restano ancora gradevoli. In genere qui gli inverni non sono troppo rigidi e le estati da qualche anno si fanno roventi, come in gran parte dell’Europa, per cui il periodo che abbiamo scelto direi che è stato quasi perfetto! 

Andarci ad aprile o a settembre/ottobre forse è ancora meglio, ma si tratta di piccoli dettagli che fanno perdere il quadro generale. Con l’eccezione di luglio e agosto (e di dicembre-gennaio, ma solo perché le giornate sono corte e regalano poche ore di luce) consiglierei il nostro itinerario in tutto il resto dell’anno.

Consigli e idee per prolungare il viaggio

La Valle della Loira pullula di bellissimi castelli, qui sotto quelli che si trovano nel raggio di 70 km da Loches:

  • Chenonceau (27 km), il castello delle dame;
  • Amboise e Clos Lucé (37 km), il primo residenza reale, il secondo ultima dimora di Leonardo da Vinci;
  • Bourdaisière (40 km), celebre per il Montlouis-sur-Loire, il giardino dei pomodori;
  • Valençay (50 km), bellissimo castello napoleonico;
  • Chaumont-sur-Loire (51 km), noto anche per il Festival dei Giardini;
  • Azay-le-Rideau (55 km), un capolavoro rinascimentale;
  • Villandry (57 km), il castello con i giardini rinascimentali più belli;
  • Blois (66 km), fu la residenza di 7 re di Francia.

A tal proposito vi consiglio di leggere ➞ Tour dei castelli della Valle della Loira: itinerario di 4/7 giorni

Se avete a disposizione più giorni, Loches può essere la base ideale per esplorare la Touraine meridionale. Nei dintorni di Loches si nascondono tesori meno noti ma altrettanto suggestivi, esattamente come la Chartreuse du Liget!

Sto parlando della fortezza di Bridoré, il castello-monastero della Corroirie. E per chi viaggia con bambini, il parco avventura Clic’Lac a Chemillé.

Il nostro viaggio a Loches, Chedigny e Montrésor siamo stati viaggio nella Valle della Loira è stato possibile grazie ad Explore France, Loches Tourisme e Air France.

Se vi piace il blog seguiteci anche su Facebook e Instagram!
E’ un gesto che non costa niente ma che per noi è molto importante😊!


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *